La nuova infrastruttura dovrebbe segnare la definitiva trasformazione della sanità italiana in senso digitale. Investiti 1,5 miliardi di euro del Pnrr. Una volta a regime, migliorerà la qualità delle cure, riducendo le disparità territoriali e promuovendo un’assistenza sanitaria integrata e personalizzata
Chissà che per la sanità digitale, dopo 20 anni, non sia arrivato il momento buono. L’Italia infatti potrebbe diventare il primo Paese in Europa a lanciare una Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT). Dopo una lunga gestazione e grazie all’investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro previsto dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Perché, questo snodo fondamentale per la sanità consentirà di agire insieme al Fascicolo sanitario elettronico 2.0 e adotterà anche strumenti di intelligenza artificiale. Nascerà anche l’Agenzia sanitaria nazionale digitale.
La Piattaforma nazionale non sarà certo il colpo di «bacchetta magica», che dall’oggi al domani risolverà i problemi della nostra sanità. È un inizio, ma ci vorranno anni prima di poter apprezzare in pieno il cambiamento. Perché la trasformazione dovrà essere anche culturale, da parte di tutti gli italiani. Ma è un primo passo importante.
La piattaforma nazionale di telemedicina è stata presentata oggi da Agenas, l’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali ed è già attiva sul sito online. «In queste settimane si è avviata con successo la fase di popolamento dati da parte delle Regioni e Province Autonome che permetterà, entro dicembre 2025, l’assistenza di almeno 300 mila pazienti attraverso gli strumenti di telemedicina.
«Tale numero continuerà ad aumentare fino a circa 790 mila pazienti come previsto dal Dm salute 28 settembre 2023», sottolinea l’Agenzia. Lo scopo è di offrire un’assistenza sanitaria più personalizzata e sostenibile promuovendo l’adozione uniforme dei servizi di telemedicina in tutto il Paese, ottimizzando la deospedalizzazione e migliorando la qualità delle cure locali, riducendo le disparità territoriali nell’offerta dei servizi sanitari e migliorando l’accessibilità su scala nazionale.
Quali sono i servizi offerti agli italiani
La Piattaforma Nazionale di Telemedicina si propone di offrire una serie di servizi fondamentali per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi sanitari erogati: possibilità per il paziente di inserire direttamente nel sistema, in modo autonomo, tutte le informazioni rilevanti relative al proprio patrimonio informativo, sia strutturato che non strutturato, che desidera condividere. E poi, raccolta, razionalizzazione e organizzazione dei dati derivanti dagli esiti delle prestazioni sanitarie e dall’uso dei dispositivi medici da parte del paziente. Questo servizio mira a valutare in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale l’efficacia dei servizi erogati tramite la Piattaforma, supportando i processi di Value Based Healthcare e consentendo la valutazione degli outcome clinici attraverso indicatori definiti da esperti clinici. Inoltre raccolta dei dati amministrativi connessi alle prestazioni sanitarie erogate in regime di telemedicina. Questi dati, che includono informazioni come volumi di prestazioni, esenzioni e prenotazioni, saranno monitorati per fini economico-finanziari e per sviluppare strategie di programmazione per la gestione ed evoluzione della Piattaforma, in linea con le esigenze individuate. E, infine, gestione delle soluzioni di telemedicina attraverso una «whitelist» del catalogo delle soluzioni integrate con la Piattaforma. Queste informazioni saranno aggiornate periodicamente e gestite dal Ministero della Salute attraverso la Piattaforma dei servizi di governance e diffusione.
Impatto enorme
Che impatto avrà tutto questo sulla sanità? «Un impatto enorme – risponde Mauro Moruzzi, uno dei “padri” della sanità digitale in Italia, oggi al Dipartimento per la Trasformazione Digitale – Presidenza del Consiglio dei
Ministri– con riduzione delle liste d’attesa e ottimizzazione delle risorse grazie a dati clinici aggiornati».
Lombardia e Puglia, regioni «pilota»
«Per l’implementazione dei servizi minimi di telemedicina sono state effettuate due gare mediante le regioni capofila Lombardia e Puglia. La prima per le acquisizioni delle Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt) legate all’erogazione dei servizi minimi (finanziata con 340.819.917 euro ripartiti tra le Regioni e Province autonome con fondi Pnrr); la seconda per l’acquisto delle postazioni di lavoro e la relativa logistica (finanziata con 186.281.702 euro ripartiti tra le Regioni e Province autonome con fondi Pnrr)», ricorda l’Agenas.
Le Regioni che non hanno aderito alla gara della Regione Lombardia hanno individuato al proprio interno i servizi minimi per l’erogazione delle prestazioni. Dalla programmazione delle Regioni e province, si evince come gli operatori sanitari che dovrebbero far uso della strumentazione e delle postazioni acquisite sono: medici del ruolo unico 42.674; medici specialisti 121.969; pediatri di libera scelta 6.650; infermieri 99.161; professionisti sanitari 121.597.
Gli aspetti operativi
«Dal punto di vista tecnologico, la Piattaforma nazionale di telemedicina si compone di un’Infrastruttura nazionale di telemedicina (Int) di livello centrale e 21 Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt) nelle Regioni e Province preposte all’erogazione dei servizi minimi di telemedicina – spiega l’Agenzia- La Int, attuata da Agenas, mette a disposizione “servizi abilitanti” per lo sviluppo, l’armonizzazione e il monitoraggio dei servizi di telemedicina. Inoltre, grazie all’adozione di standard internazionali, governa e permette l’interoperabilità tra i servizi delle diverse Regioni, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la quantità dell’offerta sanitaria.
Allineamento a livello europeo
«Sempre in tale ottica di cooperazione, la Int è allineata con le altre infrastrutture e iniziative europee, supportando la strategia di utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in ambito sanitario per migliorare la salute e l’assistenza dei cittadini nonché la creazione dell’Ee Health Data Space». Entro il 2030, come ha ricordato Marco Marsella, direttore Digital, EU4Health and Health Systems Modernisation, DG Health and Food Safety, European Commission, tutti i cittadini europei dovranno avere accesso al loro Fascicolo sanitario elettronico.
L’interoperabilità con il Fse 2.0
«L’operatività della Int è assicurata mediante lo sviluppo di un apposito linguaggio – curato dai professionisti Agenas – che permette di descrivere le attività da svolgere per erogare prestazioni e servizi sanitari in telemedicina. Tale linguaggio – precisa l’Agenzia – è utilizzabile e leggibile sottoforma di grafici dagli operatori del sistema nonché trasformato in istruzioni informatiche subito eseguibili dalle piattaforme regionali e interoperabile con il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 e con l’Ecosistema dei dati sanitari (Eds). L’introduzione di un linguaggio uniforme consente di implementare sistemi di telemedicina su tutto il territorio nazionale caratterizzati da un elevato livello di confrontabilità, tracciabilità e verificabilità ma al contempo con un’ampia capacità di personalizzazione. Ciò consente di fornire al professionista sanitario uno strumento di supporto organizzativo all’utilizzo della telemedicina comune su tutto il territorio nazionale, e agli attori coinvolti a vario livello nel governo dei servizi di accedere a funzionalità utili per finalità di governo e ricerca»
Partenariato pubblico-privato
Agenas mediante «una procedura di partenariato pubblico privato, e con la collaborazione preventiva di Anac (finalizzata a verificare la conformità degli atti), ha affidato la progettazione, realizzazione e gestione della Piattaforma nazionale di telemedicina in concessione a Pnt Italia Srl, società costituita per il 60% da Engineering Ingegneria Informatica Spa e per il 40% da Almaviva Spa, per la durata complessiva di 10 anni. Il contratto è stato siglato alla presenza del ministro l’8 marzo 2023».
L’ok del Garante Privacy e i passi successivi
Il 16 gennaio 2025 il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso «parere favorevole sullo schema di decreto del ministero della Salute recante la disciplina dei trattamenti di dati personali nell’ambito dell’infrastruttura Piattaforma nazionale di telemedicina. Si tratta di un provvedimento – da adottare di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze e con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica – che modifica anche il decreto del ministero della salute del 7 settembre 2023 e lo schema di decreto sull’Ecosistema Dati Sanitari (Eds). I prossimi passaggi per l’approvazione definitiva dello schema di decreto prevedono il parere dell’Agenzia per la cybersicurezza oltre che sentire la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano», conclude la nota dell’Agenas.
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