Siena-Grosseto: l’ultimo derby che mancava all’appello

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A distanza di due mesi dalla partita interna contro il Livorno, torno nuovamente a Siena per un altro derby toscano molto sentito, quello tra Siena e Grosseto. Un derby fra tifoserie divise da una rivalità non solo calcistica ma anche sociale e culturale che fra tutti i derby toscani visti negli anni, da quelli più accesi a quelli meno sentiti per finire a quelli in cui le due tifoserie sono amiche, rappresentava una delle poche lacune ancora da colmare.

Arrivo molto presto a Siena più per capire come le tifoserie vivano questo evento che per vedere i turisti farsi le foto in Piazza del Campo. Ai grossetani sono stati concessi 650 tagliandi, una limitazione che, come per i livornesi due mesi prima, è figlia non già di limiti strutturali ma della (meschina) volontà istituzionale di scoraggiare grossi spostamenti. Alla fine i grossetani si muoveranno con quattro pullman mentre il grosso della tifoseria arriverà con macchine private.

Parlando invece delle due squadre, i padroni di casa dopo un ottimo avvio di stagione sono leggermente in calo, avendo perso alcune partite chiave ma anche altre con squadre di basso rango che li hanno visto scendere al quarto posto in coabitazione con la Fulgens Foligno, distanti otto punti dal Livorno capolista. Tutt’altro cammino per il Grifone biancorosso che, con l’avvento di mister Consonni, ha inanellato una serie di risultati positivi grazie ai quali è riuscito a risalire dalla zona play out fino al secondo posto ad appena cinque punti dal primo, ricreando un entusiasmo che mancava da tempo alla tifoseria maremmana.

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Gli ingredienti ci sono tutti in questo derby che si annuncia molto scoppiettante. La tifoseria ospite, giunta alla spicciolata nei pressi del settore, si lascia andare a qualche coro contro Siena e per i diffidati mentre è ancora ai varchi, alle prese con i soliti controlli. La tifoseria bianconera fa gruppo nei tanti punti di ritrovo cittadini, sempre in posizione strategica per vigilare sul proprio territorio ma in maniera discreta. Volata via la mattinata, entro anche io sul manto verde dell’“Artemio Franchi” quando ormai manca poco alle 14:30 e al previsto calcio d’inizio.

Messo piede in campo, trovo il grosso della tifoseria maremmana già sugli spalti dove attaccano in balconata gli stendardi più in voga della galassia biancorossa, oltre a qualcuna di vecchia data. Dalla parte opposta, tutti gli striscioni e le pezze sono al loro posto, si alza subito qualche coro ostile a cui i dirimpettai prontamente rispondo, creando quell’atmosfera elettrizzante dei prepartita di una volta. Fra i padroni di casa, per l’occasione si vedono gli amici della “CURVA JUST MACERATESE”, il cui striscione è ben visibile nel settore.

Quando le squadre scendono in campo, le due curve si colorano entrambe con una bella sciarpata e alcune bandiere, che diventano più numerose nel settore ospiti mentre la curva “Robur” si differenzia con una torcia. Più aggressiva l’impronta pirotecnica maremmana che si incentra su un paio di bombe carta e l’accensione di una torcia, tutto completato dall’esposizione di uno striscione d’incoraggiamento per la squadra.

Nel primo tempo, dopo appena otto minuti dal fischio iniziale, bomber Marzierli sigla il gol che deciderà poi il derby in favore del Grosseto, facendo esplodere subito di gioia il settore che si colorerà di lì a poco di un’altra torcia. Da qui i biancorossi alzano i decibel effettuando inoltre una buona quantità di battimani ad accompagnare i cori. Il settore risulta anche abbastanza colorato per via delle tante bandiere che persistono. Per la cronaca c’è da segnalare anche una discreta presenza ospite nella porzione di tribuna coperta adiacente al medesimo settore.

Passando alla curva di casa, devo ammettere che nonostante il gol subito dopo pochi minuti, non viene mai meno nella sua prestazione e si prodiga nel sostenere la squadra come se nulla fosse. Meno bandiere per loro ma che comunque sventolano costantemente e la minore frequenza dei battimani è compensata dalla persistenza dei loro cori. Alla mezzora inoltrata, punzecchiano in particolare un gruppo rivale con lo striscione: “MAREMMANI: DA ‘FORI DAL CORO’ A FORI DALLA CURVA!”.

Le nuvole nere che per tutta la mattinata sono state presagio di pioggia, ad inizio ripresa cedono il loro carico, ma entrambe le tifoserie, nonostante tutte le problematiche del caso, non mollano e sono pochissimi persino gli antiestetici ombrelli aperti. Scatenati invece i maremmani che, sulle ali dell’entusiasmo per il risultato positivo, tifano senza soste facendosi sentire abbastanza discretamente, calando però sul piano del colore a causa della pioggia. La curva senese pur senza mai smettere di sostenere gli undici in campo, in determinati momenti sembra accusare lo svantaggio che si traduce solo in qualche calo d’intensità e del numero complessivo dei partecipanti ma senza mai cedere a pause. Ovviamente nei momenti di maggior intensità in campo, approfitta per dare ulteriore spinta alla squadra, sperando in un pareggio che purtroppo non arriverà.

Terminati i canonici minuti di recupero, l’arbitro decreta la fine delle ostilità. Esultano sia i giocatori che gli ultras grossetani, mentre i giocatori bianconeri che si dirigono verso la curva evidentemente delusa per quest’ennesima sconfitta casalinga, per di più in un derby. Prima di uscire dedico gli ultimi scatti alla festa della tifoseria ospite, che abbraccia e ringrazia la propria squadra con un’ultima sciarpata per questa ottava vittoria consecutiva. A partita abbondantemente terminata e con i giocatori ormai negli spogliatoi, ci sarà ancora tempo per qualche coro di scherno verso i bianconeri. I derby sono anche e soprattutto sfottò, sale che alimenta ferite e riempie di sapore le partite persino prima e dopo la loro disputa. Anche se a qualcuno pare non piacciano questi piatti speziati ai quali preferirebbero un insipido, strano, incoerente e ipocrita politically correct imposto dall’alto. Se e quando mai ci riusciranno, potremmo considerare spento l’ultimo fuoco di un movimento ribelle che, nonostante tutte le leggi emanate nel corso degli anni, continua a costituire il bello del calcio, ben oltre gli stupidi soldi su cui si accaniscono i padroni del vaporetto.

Marco Gasparri

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