Il presidente della commissione controllo e garanzia, e consigliere comunale Massimo Ripepi, commenta “l’ennesima” assenza da parte del primo cittadino in commissione per discutere sul futuro di piazza del Popolo.
“Oggi il sindaco Falcomatà ha superato sé stesso nell’arte della dissimulazione. Da vero professionista di quest’arte, che lo ha contraddistinto nel corso della sua sciagurata carriera portando la nostra meravigliosa città all’ultimo posto tra tutte le città italiane, ha cacciato dal cilindro la giustificazione più prestigiosa che, unita alle precedenti inviate in questi giorni, passerà sicuramente alla storia dello sfregio volontario e continuato alle regole e alle leggi.
Costretto dalle missive inviate dal presidente alla prefetta di Reggio Calabria e al ministro degli interni Piantedosi, non potendosi più nascondere dietro al dito di giustificazioni ridicole come ‘si chiede di concordare preventivamente le sedute visti gli innumerevoli impegni istituzionali’, e altresì vincolato dalle stesse lettere a dover obtorto collo presentarsi in commissione secondo quanto previsto dall’art. 40 dello statuto, il sindaco Giuseppe Falcomatà si esibisce in un’ulteriore trovata dissimulatrice e si inventa la seguente giustificazione: “Si ringrazia per il cortese invito e si comunica che il sindaco, visti i numerosi impegni istituzionali, parteciperà ai lavori della commissione giorno 13 febbraio alle ore 8:00.”
E per chi non avesse capito bene: il sindaco, venendo meno ai suoi doveri che lo obbligano a presentarsi in commissione nel giorno e nella data stabilita dal presidente, decide arbitrariamente lui stesso quando e a che ora presentarsi, senza concordare con chi ha il potere di convocarlo. Una follia istituzionale! – spiega Massimo Ripepi – Proprio lui, che fino a ieri invocava il ‘concordare preventivamente’ per evitare la commissione, oggi impone la sua agenda senza alcun confronto col presidente.
Una posizione (quella del sindaco) assolutamente dissennata rispetto all’organo di controllo che la mia commissione rappresenta! Ma se Falcomatà sceglie come e quando presentarsi, come si può parlare di controllo?
Non si tratta di una mera questione burocratica: stiamo parlando di un comportamento gravissimo, che non solo disprezza le regole, ma mina la stessa credibilità delle istituzioni. Se un cittadino ricevesse una cartella esattoriale, potrebbe forse decidere di pagarla quando gli pare?
Ecco, lo stesso principio vale per un sindaco che è obbligato a presentarsi in commissione. Per questo continuerò a informare il prefetto e il ministro dell’Interno riguardo a questo comportamento inaccettabile, che dimostra una costante e reiterata fuga dagli obblighi statutari.
Diversamente, questa volta l’assessore Lanucara, anch’essa costretta dalle missive inviate al prefetto e al ministro, si è presentata e ha chiarito il dilemma della precedente giustificazione: lei giura di averla inviata, mentre la segreteria dell’ufficio consiglio del Comune spergiura di non averla mai ricevuta.
In ogni caso, a margine delle vergognose manovre del sindaco e delle affermazioni discutibili dell’assessore, si è alla fine riusciti a discutere del famoso verbale redatto durante la riunione tra il sindacato Sul e l’assessore stessa, alla presenza del capo di gabinetto Antonio Ruvolo.
Un verbale che, però, l’assessorato ha inviato ancora in bozza, come se non disponesse di un ufficio capace di redigerlo correttamente. Siamo veramente al ‘si salvi chi può’!
E tra giustificazioni ridicole e cavilli burocratici, l’unico dato concreto è che, come hanno potuto constatare dalle parole dell’assessore i tanti commercianti di piazza del Popolo presenti (e costituitisi in comitato), non esiste alcuna volontà da parte del Sindaco di riaprire la piazza.
Le numerose domande rivolte all’assessore e le sue risposte hanno solo confermato l’esistenza di un vero e proprio muro di cemento armato eretto dall’amministrazione contro i commercianti che, a oggi, non sono mai stati ricevuti né ascoltati dal primo cittadino.
Insomma, mentre il sindaco trova il tempo per farsi immortalare con stelle del calcio, palestre, settimane bianche e impegni istituzionali di dubbia importanza, non riesce invece a trovare neppure un solo momento per dimostrare misericordia e ascoltare il dolore e la sofferenza di cittadini che, con dignità e a testa alta, cercano di difendere il proprio lavoro, la propria vita e la propria famiglia”.
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