Maltempo, altre evacuazioni in provincia. A Zafferia dopo il torrente preoccupa la montagna

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Il nubifragio rivela una ulteriore minaccia per Zafferia e profila scenari di crisi. A Monforte 2 famiglie fuori casa mentre a San Pier Niceto arrivano i gruppi elettrogeni

Messina – Zafferia è sempre più fragile e, dopo il nubifragio, oltre al torrente preoccupa la montagna. I primi sopralluoghi di ieri hanno rivelato che dopo gli incendi della scorsa estate e i nubifragi precedenti, la collina a monte dell’abitato è oggi un rischio. Di fronte a questo nuovo quadro, si fa strada l’ipotesi che anche i già programmati interventi strutturali necessitino di una revisione e si profilano scenari di crisi per in caso di allerta.

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Ieri nel villaggio della zona sud è stato un via vai di tecnici che, dopo i primi sopralluoghi, hanno confermato i timori degli abitanti per la massa di detriti depositati a monte del torrente e venuti giù come un fiume di fango, domenica scorsa. L’effettiva entità della minaccia deve ancora essere verificata con le analisi dei prossimi giorni, ma il livello di allarme si è alzato e si somma alle preoccupazioni dei residenti per le già ricorrenti e sempre più frequenti esondazioni.

Come affrontare i prossimi allarmi a Zafferia?

“Se il quadro rimane questo – spiega il dirigente della Protezione Civile regionale Bruno Manfrè dopo il sopralluogo di ieri pomeriggio insieme al Comune – occorre, in casi di rischio e allerta, effettuare una più attenta gestione del territorio e della popolazione”.

L’ingegnere Manfrè non esclude insomma che possano profilarsi evacuazioni di massa, in caso di eventi simili a quello del 2 febbraio. Operazioni che toccherà al Comune eventualmente pianificare, per capire dove accogliere gli abitanti fino a quando l’allarme sarà cessato. E per evitare quello che è accaduto domenica scorsa, ovvero che in una zona ad alto rischio esondazione, con un’allerta meteo arancione, si trovino così tante auto parcheggiate sugli argini del torrente.

Il nubifragio di ieri ha rivelato l’enorme massa di detriti a monte dell’abitato, che hanno alzato il letto del torrente, e le cime delle colline rimaste senza la protezione degli alberi, dopo l’incendio della scorsa estate e i successivi nubifragi. Ed è da lì che cominceranno gli interventi tampone annunciati dal sindaco Federico Basile, tornato a più riprese a Zafferia tra domenica e lunedì.

Il quadro è cambiato

A Zafferia, quindi, rispetto agli anni passati ci sono problematiche nuove e le criticità sono ulteriori, e si profila la necessità di “correggere il tiro” degli interventi di messa in sicurezza strutturale. Allo stato la fase della progettazione non è ancora stata avviata concretamente e le analisi che saranno effettuate nei prossimi giorni potrebbero essere utili anche a questo capitolo, per non vanificare la regolamentazione idraulica della fiumara. La presenza di alcune abitazioni proprio sul letto del torrente o sugli argini, a ostacolare il deflusso delle acque, non sembra più compatibile con gli equilibri di Zafferia, neppure nell’ambito di un progetto di risistemazione del torrente stesso.

Verso lo stato di calamità

Stamane la Protezione Civile regionale tornerà nella zona per analizzare meglio la parte a monte del villaggio e capire come intervenire e per concretizzare la mappatura dei danni, che sarà poi consegnata alla Regione per una eventuale richiesta di stato di calamità e aprire la strada ai rimborsi dei danni.

Altre evacuazioni in provincia

In provincia, oltre che a Saponara, le maggiori criticità rimangono a Monforte Marina, dove ieri sono state evacuate due famiglie le cui abitazioni non sono giudicate sicure, dopo le frane provocate dall’esondazione del torrente Niceto.

Frane e smottamenti delle strade dopo le esondazioni

A San Pier Niceto, invece, preoccupa la stabilità di contrada Oliva, dove ieri sono arrivati i gruppi elettrogeni necessari a riportare la luce nelle abitazioni e supportare le attività di soccorso e messa in sicurezza.

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Oggi dovrebbe essere completata anche la mappatura dei danni che riguardano la viabilità, sia a Messina che in provincia, poi la Città Metropolitana indicherà ai vari enti di supporto coinvolti, dai Comuni ai dipartimenti regionali, i punti di intervento principali, quali strade vanno liberate subito e con quali mezzi.

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