di FRANCO BARTUCCI – La notizia è ufficiale: la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il primo step dell’esame dell’emendamento mirato a prorogare i termini del mandato rettorale per il prof. Nicola Leone per altri due anni, con scadenza al 31 dicembre 2027 anziché al 31 ottobre 2025.
Come è noto, questo pastrocchio è stato presentato dai due senatori di Forza Italia, Daniela Ternullo e Adriano Paroli, con l’aggiunta in fase di discussione del sen. Mario Occhiuto. Un bel pasticcio questo per accontentare i desideri del Rettore Leone di rimanere in carica ancora chissà per quali ragioni, oppure per quali interessi e reconditi fini del presidente della Regione?
La cosa strana è che pochi giorni prima della dichiarazione del sen. Pasquale Tridico, del Movimento Cinquestelle, che portava a conoscenza dell’opinione pubblica l’emendamento farlocco, il rettore Leone, intervistato dall’on. Franco Laratta per LaCNews24, a domanda specifica su un possibile terzo mandato, la risposta è stata quella che il suo desiderio era quello di rientrare nel dipartimento di matematica ed informatica per dedicarsi nel suo laboratorio alla ricerca sull’intelligenza artificiale.
Stranezza del caso vuole che di questo emendamento ad hoc per il rettore Leone, se approvato prima dalla Commissione Affari Istituzionali del Senato e nell’ultima fase dal parlamento, se ne potrebbe avvantaggiare anche il Rettore dell’Università del Molise, dove il decano ha già indetto le elezioni per la scelta del nuovo Rettore.
La notizia, poi, dell’ultima ora è che anche il Rettore dell’Università di Salerno Loia potrebbe appellarsi allo stesso emendamento per ottenere la proroga del suo mandato per altri due anni, fino al 31 dicembre 2027. Ma in Campania non esiste la stessa condizione calabrese circa il rientro dai disavanzi del settore sanitario sottoposto a commissariamento relativamente agli anni 2022, 2023 e 2024.
Un emendamento inserito in un uovo pasquale, e questo sì è una meravigliosa sorpresa per il settore sanitario calabrese che si vuole la conclusione del commissariamento sanitario vigente nella nostra regione da oltre venti anni portandola al disastro finanziario oggetto di analisi e commenti giornalieri.
Quindi di fatto gli emendamenti approvati nel primo step dalla commissione “Affari costituzionali” del Senato sono due: il primo più importante ed atteso dall’intera società calabrese riguarda la conclusione del commissariamento della sanità; mentre il secondo la “vergogna” che andrebbe, per il modo come scritto e presentato, fuori dalla logica della trasparenza e del diritto d’informazione al cittadino, previste da apposite leggi dello Stato, ad infangare le cose positive che durante i loro rispettivi mandati hanno svolto ed ottenuto finora, sia il Rettore che il Presidente della Giunta regionale.
Spetta comunque adesso alla “Commissione Istituzionale” del Senato non macchiarsi del medesimo fango, qualora anch’essa finisse per approvare i due emendamenti insieme senza fare una particolare e attenta valutazione sulla loro separazione in quanto il secondo non rispetta le regole e le norme previste dalla legge di riforma universitaria 30 dicembre 2010 n.240, nota come legge Gelmini.
Il sogno rivelatore di una melma fangosa che invade nei cubi dell’UniCal
A proposito del fango che investirebbe l’Università della Calabria, ho da raccontare un fatto personale, un sogno che ho avuto lo scorso anno dopo la scomparsa del prof. Pasquale Versace, una figura ben nota in Calabria e nel nostro Paese per quanto riguarda tutte le problematiche legate al dissesto idro geologico.
Nel sonno mi vedo dirigere verso uno dei cubi dell’Università alla ricerca del prof. Sebastiano Andò, padre fondatore del Centro Sanitario, ma soprattutto ideatore e realizzatore del progetto di Medicina all’UniCal, mediante un lavoro quasi trentennale, che ha consentito all’attuale rettore di concordare con l’Università di Catanzaro l’istituzione del corso di laurea magistrale di Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali.
Trovo il prof. Andò impegnato in una riunione e mi dice di aspettare. Per vincere il tempo esco dal cubo dirigendomi verso la collina collocata frontalmente l’edificio ed entro in una zona boschiva con alberi ad alto fusto con alla base un prato verde. Ero lì a godermi quella bellezza ambientale quando vedo apparirmi nel sogno il prof Picci che mi invita a seguirlo portandomi fin sul ciglio del dislivello collinare e mi fa notare ch’era in corso una frana.
Preoccupato mi allontano da quel contesto franoso alla ricerca dei docenti Unical studiosi delle frane. Durante questa ricerca in giro per l’Unical mi vedo apparire in sogno per la prima volta in tutti questi anni il prof. Pietro Bucci che si accompagnava con Natuzza Evolo. Felice dell’incontro li prego di seguirmi fin sul posto della frana che nel frattempo si era disciolta in fanghiglia tanto da entrare attraverso le finestre nei cubi. Mi volto per chiedere loro di aiutarmi, ma non li vedo più portandomi contestualmente al risveglio cosciente dell’accaduto.
L’immagine del sogno, preoccupato, mi porta a cercare il prof. Marinelli, quale autore di diversi libri su Natuzza Evolo, per trovare conforto, spinto dal fatto anche che la veggente mi apparve in sogno la prima volta quattro anni prima durante il periodo iniziale dello scandalo “Esami falsi all’UniCal”, nel quale ingiustamente venne coinvolto un mio fraterno amico a seguito di una segnalazione di una maligna “fonte confidenziale”, peraltro protetta dalla legge. Anche in quella circostanza ci fu un sogno con Natuzza Evolo che ci fece intravedere e trovare il faldone in un archivio disordinato, nel quale era stato conservato il registro rosso della seduta di laurea, per cui il mio amico ne uscì prosciolto con la formula piena dalla pesante accusa penale e dal processo.
Sappiamo oggi da dove arriva e da chi è causata la frana che dall’esterno entra nei cubi dell’Università. Un emendamento truffaldino presentato da due senatori di Forza Italia che, dimentichi delle belle parole pronunciate dal Presidente Berlusconi nei confronti della sua università, in quanto laureato “Honoris Causa”, ne tradiscono il pensiero e l’amore espresso verso il complesso strutturale e la sua comunità di docenti, non docenti e studenti, che dovrebbero nel frattempo farsi sentire (come la Cgil e lo Snals) affinché il fango non permanga ed attecchisca nei cubi. Come diffondersi nel Parlamento, qualora la Commissione Istituzionale del Senato ne dovesse dare l’approvazione definitiva ed allora sì che l’allarme peserebbe sulla classe politica che in questo momento occupa gli scranni del Parlamento e si aprirebbe un conflitto già in corso e in modo più profondo tra magistratura e mondo politico. (fb)
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