da Napoli nella Capitale per truffare gli anziani, in missione per conto dei boss

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


«Erano vestiti bene, avevano dei volti puliti, sembravano dei bravi ragazzi», ha raccontato la signora Romana Alessandrini, 81 anni, a sua figlia Rosalia quando nel primo pomeriggio del 21 gennaio scorso si è vista entrare in casa a Marcellina, un piccolo Comune in provincia di Roma, due giovani che per conto di un fantomatico avvocato le chiedevano l’oro che aveva in casa. Ai carabinieri che hanno fermato per truffa i due minori, entrambi 15enni, ha anche aggiunto di volergli offrire la merenda. Perché lei, l’ennesima vittima di un fenomeno tanto odioso quanto difficile da debellare, ha visto solo due ragazzini, ben vestiti che le si sono rivolti con tono gentile e garbato, facendo così leva sulla sua fragilità emotiva e uscendone poi, da quell’appartamento, con uno zaino pieno d’oro e 850 euro in contanti. Purtroppo quello della signora Romana non è un caso isolato: l’Arma dei carabinieri, che da mesi fronteggia il fenomeno delle truffe agli anziani, da ultimo si è trovata a dover affrontare casi dove i minori sono stati coinvolti nel raggiro come co-protagonisti. Ragazzini, nati e cresciuti nella parte malata di una società, che partono da Napoli o dai Comuni limitrofi con auto prese a noleggio da adulti con precedenti specifici e arrivano nella Capitale per eseguire gli ordini di una o più organizzazioni dedite a questa tipologia di reato. Dall’hinterland della Capitale al centro storico: inizia a prendere piede la diffusione di casi, truffe messe in atto o solo tentate, che vedono sempre più minori coinvolti in una nuova “paranza” di ragazzini.

Microcredito

per le aziende

 

Truffa a Roma. «Suo marito ha rapinato una gioielleria, servono soldi e oro»: e il 17enne si fa consegnare più di 6mila euro

Il fenomeno

Come nel caso della signora Romana contatta telefonicamente da un finto avvocato che la informava del coinvolgimento della figlia in un incidente automobilistico. «Hanno detto a mia madre – racconta Rosalia Bassani – che avevo investito a Tivoli una persona e che questa era stata portata in condizioni molto gravi in ospedale, i suoi parenti avevano sporto denuncia ma per poterla ritirare mia madre avrebbe dovuto pagare e in tempi celeri 12mila euro». La vittima è stata tenuta al telefono da un finto avvocato e prima ancora da un finto maresciallo dei carabinieri, i due ragazzini, figli di pregiudicati, sono arrivati a Roma da Napoli guidando un’auto senza patente e imboccando poi nella fuga una strada contromano, sono stati fermati da una pattuglia dei carabinieri. Da qui il controllo, e il vaso di Pandora che si apre, sulle nuove leve del crimine. I due ragazzini sono stati trasferiti prima nella struttura minorile romana di Casal Del Marmo e poi, ad arresto convalidato, è scattata la misura della permanenza in casa. Condizione ben diversa da chi, arrestato per truffa ed estorsione, finisce invece in carcere. Ed è qui, anche, che risiede la ragione dell’impiego dei minori nelle truffe agli anziani. Lo stesso schema che li vuole anche corrieri di droga pure a 13 anni. «Un metodo per eludere i controlli e impedire di risalire la filiera di un’organizzazione – spiega il Maggiore Francesco Ferrante, a capo della Compagnia dei carabinieri di Tivoli – dentro cui i compiti sono chiari e precisi da tempo. Diverse sono state le operazioni condotte che hanno portato all’arresto di numerose persone, svelando a tutti gli effetti delle associazioni a delinquere» perché nelle truffe agli anziani il metodo è stato affinato e funziona in modo impeccabile. Una centrale, che sceglie le vittime «scorrendo elenchi telefonici – prosegue il Maggiore – e decide anche in base ai nomi oggigiorno desueti, capendo così di avere davanti un possibile anziano, noleggiando auto e facendo leva da ultimo sui minori per far in modo che la truffa vada in porto». Soltanto ieri i carabinieri della stazione Roma Macao insieme ai colleghi del Nucleo operativo della compagnia Roma Centro hanno arrestato un altro ragazzo di 17 anni con l’accusa di truffa. «Questa volta – spiega il comandante Roberto Martina – l’inganno era stato orchestrato con la finta rapina in gioielleria. Le vittime, una coppia di anziani sono stati chiamati al telefono da un sedicente maresciallo che informava come nel corso di una rapina era rimasta coinvolta l’auto del marito e che per dei necessari controlli lo si invitava in caserma. La moglie a quel punto, rimasta sola in casa, era stata raggiunta dal 17enne che, ingannandola, si era fatto consegnare oro per un valore di 5mila euro e 1.330 euro in contanti». Quando l’uomo è arrivato in caserma e i carabinieri hanno capito la truffa, si sono precipitati a casa dell’anziano riuscendo a fermare il 17enne, anch’egli originario di Napoli, trovandogli poi addosso la refurtiva. «I metodi sono anche molto particolari, le telefonate ad esempio alle vittime vengono fatte con lo “spoofing” che permette di far apparire un numero di telefono, in questo caso quello di una stazione dei carabinieri, non essendo però vero. Questo ovviamente induce la vittima nel fidarsi. Di certo, l’impiego dei minori nelle truffe è in crescita».

Roma, 15enne accoltellato per una tentata rapina a Trastevere: aggredito da due stranieri. Le condizioni del giovane migliorano

I corrieri

Quindi i ragazzini, usati come corrieri che arrivano a Roma, entrano in casa della vittima, la stordiscono in ragione del loro aspetto e dell’età, si fanno consegnare l’oro e tornano da dove sono partiti, consegnando la refurtiva ai “capi” per permettere loro di scioglierla velocemente. Che i due minori fermati a Marcellina fossero i co-autori della truffa è stato accertato grazie a una moneta che avevano con sé e che riportava inciso il nome del marito della vittima, scomparso da alcuni anni. Ma tanti altri sono i casi, denunciati o sventati, anche dalla compagnia Roma Centro che vedono per l’appunto il coinvolgimento di ragazzini. Che non costano tanto, restano in silenzio e si sentono “forti” e “grandi”. Meri esecutori di crimini orchestrati da chi, per tutelarsi, si fa muro con le loro vite. Nonostante le tante operazioni e le tante campagne informative a tutela dei più fragili, come quella della Compagnia provinciale dei carabinieri di Torino che con la centrale del latte ha stretto un accordo per pubblicizzare sui cartoni i consigli anti-truffa. Diverse le denunce sporte, molti i volti senza ancora la barba coinvolti. La punta di un nuovo “iceberg” e diverse Procure intenzionate a far luce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contabilità

Buste paga

 

Source link