Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ribadito di voler vedere il Canada diventare “il nostro 51mo Stato”. Lo ha detto parlando ai giornalisti nello Studio Ovale, poco prima di avere la seconda telefonata della giornata con il premier di Ottawa, Justin Trudeau, per discutere un compromesso teso a evitare una guerra commerciale tra i due Paesi. Interpellato su cosa dovrebbe fare il governo canadese per evitare i dazi, Trump ha detto che “non lo so: abbiamo un grande deficit commerciale con il Canada”.
Trump ha aggiunto di aspettarsi di avere una conversazione con l’omologo cinese, Xi Jinping, nel corso delle prossime 24 ore, dopo avere annunciato l’imposizione di dazi del 10 per cento sui prodotti importati dalla Cina.
Accordi con l’Ucraina e l’Ue
Il presidente ha continuato ad affrontare il tema della politica estera statunitense, affermando prima che intende negoziare un accordo con l’Ucraina per ottenere terre e minerali rari dal Paese in cambio di aiuti militari e poi dicendo “l’Unione europea ha “abusato per anni” degli Stati Uniti, e “non possono farlo. Abbiamo un deficit commerciale enorme con l’Europa: non prendono i nostri prodotti ma noi prendiamo i loro”, ha detto, aggiungendo che se i leader europei vogliono un “accordo” deve essere “equo
Il futuro dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale
Trump, ha poi dichiarato di non avere bisogno dell’approvazione del Congresso per sopprimere l’Agenzia per lo sviluppo internazionale (Usaid) o per incorporarla nel dipartimento di Stato: “vogliamo fare la cosa giusta, e avremmo dovuto farlo molto tempo fa: durante l’amministrazione Biden hanno fatto follie, mandando denaro a persone che non lo dovevano avere”. Il presidente Usa ha aggiunto che la sua amministrazione preparerà “un rapporto” sull’agenzia, precisando di essere favorevole alla missione dell’Usaid, ma non alle modalità con cui opera. “Sono radicali di sinistra e lunatici”, ha concluso.
Il ruolo di Elon Musk
Il presidente ha quindi parlato di Musk, spiegando come “non può fare nulla senza la mia approvazione, che gli sarà data quando sarà appropriato. Ha accesso solo per mandare via le persone che ritiene non essere efficienti, se saremo d’accordo con lui”, ha detto Trump, aggiungendo di essere sempre attento per evitare possibili conflitti di interesse tra le attività imprenditoriali e governative del miliardario
Sospesi per un mese i dazi al Messico
L’amministrazione Usa del presidente Donald Trump ha deciso di rinviare di un mese il varo delle sanzioni commerciali nei confronti del Messico. Lo ha detto la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, dando conto di una “buona conversazione” con l’inquilino della Casa Bianca.
Nel “rispetto della relazione e della sovranità”, ha detto Sheinbaum, le parti hanno raggiunto una serie di accordi: innanzitutto “il Messico rafforzerà immediatamente il confine settentrionale con 10.000 membri della Guardia Nazionale per impedire il traffico di droga dal Messico agli Stati Uniti, in particolare il fentanil”. Al tempo stesso, gli Stati Uniti si “impegnano a lavorare per impedire il traffico di armi ad alto potenziale” verso il Messico. Infine, le squadre negoziali dei due Paesi “iniziano oggi stesso” a discutere su due temi: “la sicurezza e il commercio”. Le sanzioni che sarebbero dovute scattare oggi “si mettono in pausa per un mese a partire da oggi”, conclude Sheinbaum.
Trump, a sua volta, ha detto di avere avuto una “ottima conversazione” con l’omologa messicana, precisando come l’opzione dei dazi “rimane sul tavolo.
L’intervista del Consigliere economico
Il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, in un’intervista all’emittente “Cnbc”, aveva preannunciato che Trump avrebbe potuto anche ritirare gli annunciati dazi sulle importazioni da Canada, Messico e Cina prima della loro entrata in vigore, alla mezzanotte di martedì 4 febbraio.
“Ci sono state conversazioni positive nel fine settimana e ce ne saranno altre tra i leader di questi Paesi”, ha detto Hassett, sottolineando che sarà Trump a valutare le proposte e prendere una decisione finale. I dazi, annunciati con un ordine esecutivo firmato sabato, sono stati presentati come uno strumento di pressione per costringere Canada, Messico e Cina a controllare il traffico di fentanyl e i flussi migratori irregolari verso gli Stati Uniti.
Tuttavia, nel provvedimento non sono state specificate le condizioni che i tre Paesi dovrebbero soddisfare per evitare l’applicazione dei dazi. Hassett ha insistito sul fatto che si tratta di una “guerra alla droga, non di una guerra commerciale”, mentre Trump ha ribadito di non essere interessato a negoziati, citando gli squilibri commerciali con questi Paesi. La decisione finale, ha sottolineato Hassett, spetterà comunque al presidente.
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