Il World Economic Forum (WEF) ha recentemente pubblicato la 20ª edizione del Global Risks Report, che presenta i risultati della Global Risks Perception Survey 2024-2025 (GRPS), condotta su oltre 900 esperti in tutto il mondo. Il rapporto analizza i rischi globali attraverso tre orizzonti temporali: immediato (2025), breve termine (fino al 2027) e lungo termine (fino al 2035).
Nel complesso, l’indagine del WEF rileva uno scenario prevalentemente negativo (Figura 1), caratterizzato da un maggior pessimismo rispetto all’anno scorso. Il 52% degli intervistati prevede un futuro incerto nel breve termine (prossimi due anni), mentre il 31% anticipa “turbolenze” e il 5% una “tempesta”. Guardando a un orizzonte di dieci anni, il 62% degli intervistati si aspetta tempi tempestosi o turbolenti. Il panorama globale appare sempre più frammentato in termini geopolitici, ambientali, sociali, economici e tecnologici.
Figura 1: Scenario globale previsto nel breve e nel lungo termine
Fonte: Global Risks Report 2025, WEF
Tensioni geopolitiche e geoeconomiche
Il conflitto armato tra Stati è percepito come il rischio principale nell’immediato, indicato dal 23% degli intervistati, mentre era solamente all’ottavo posto un anno fa (Figura 2). Anche nel breve termine, questo rischio è salito dal 5° al 3° posto rispetto alla precedente survey (Figura 3). L’accresciuto timore è in particolare alimentato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma anche dai conflitti in Medio Oriente e Sudan. Inoltre, i conflitti geoeconomici sono saliti dal 14° al 9° posto nel ranking biennale, riflettendo l’inquietudine riguardo all’evoluzione delle relazioni economiche globali, che potrebbero deteriorarsi con l’imposizione di nuove sanzioni e tariffe. Anche il ruolo della tecnologia nello scacchiere geopolitico rappresenta una preoccupazione, specialmente in relazione al cyber-spionaggio e alle nuove tecnologie militari.
Nel breve termine, la disinformazione si conferma come la preoccupazione principale per il secondo anno consecutivo ed è ritenuta pericolosa come possibile causa di tensioni geopolitiche: la diffusione di informazioni false o fuorvianti può infatti influenzare le intenzioni di voto in Paesi esteri e può alterare la percezione globale di ciò che accade nelle zone di conflitto. Anche in questo caso, i fattori tecnologici, specialmente con le nuove possibilità dell’IA generativa, giocano un ruolo importante.
Figura 2: Classifica dei rischi percepiti come più probabili su scala globale nel 2025
Fonte: Global Risks Report 2025, WEF
Frammentazione sociale
La frammentazione sociale, e in particolare la diseguaglianza (sia di reddito che di ricchezza) è percepita come uno dei rischi più “centrali”, nel senso che è allo stesso tempo causa e conseguenza di molti altri rischi. Nel breve termine, anche polarizzazione sociale, migrazione involontaria ed erosione dei diritti umani sono annoverati tra i rischi principali, suggerendo un difficile mantenimento della stabilità sociale. Nel lungo termine, diseguaglianza e polarizzazione sociale rimangono tra i rischi più rilevanti, e potrebbero essere aggravati dal declino demografico, che sta già mettendo sotto pressione il sistema pensionistico e sanitario in Paesi quali Giappone, Corea del Sud, Italia e Germania.
I rischi economici, legati a possibili recessioni e periodi di alta inflazione, sono decisamente rientrati nel corso dell’ultimo anno. La maggior parte delle banche centrali ha infatti vinto la sfida contro l’inflazione, senza ostacolare significativamente la crescita. Tuttavia, il forte aumento del costo della vita dal 2022 continua ad avere ripercussioni su altri rischi: l’inflazione e il debito sono infatti identificati come le cause principali della diseguaglianza.
Rischi ambientali
L’impatto dei rischi ambientali è previsto in aumento, sia per la frequenza che per l’intensità, posizionandoli così ai primi quattro posti nella classifica di lungo termine: nell’ordine, eventi meteorologici estremi, perdita di biodiversità e collasso degli ecosistemi, cambiamenti critici del clima terrestre e scarsità di risorse naturali. È interessante notare una discrepanza nella percezione dei rischi ambientali per fascia d’età: i giovani sotto i 30 anni sono infatti molto più preoccupati per l’inquinamento, che considerano il terzo rischio più grave per il 2035.
Figura 3: Classifica dei rischi percepiti come più impattanti su scala globale nel breve e nel lungo periodo
Fonte: Global Risks Report 2025, WEF
Il report completo è disponibile al seguente link.
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