Stati divisi sull’acquisto di armi dagli Stati Uniti

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I soldi dei contribuenti dovrebbero essere spesi per sistemi militari progettati e realizzati in Europa?

La difesa europea è un tema di strettissima attualità. Topic all’ordine del giorno in queste ore è ritornato in auge dopo l’insediamento di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti. Il vertice informale, anche se non è ufficialmente in agenda, intende affrontare la politica di difesa dell’UE in risposta alla crescente minaccia proveniente dalla Russia e quasi sicuramente sarà toccato anche il tema dei dazi minacciati dalla nuova amministrazione americana.

È la prima volta che i leader europei si riuniscono per un summit dedicato alla difesa: durante i quattro anni della presidenza di Joe Biden non si era sentita la necessità, preferendo discutere l’argomento insieme ad altri nei Consigli Europei “regolari”.È anche la prima volta, dopo la Brexit, che si riuniranno 28 leader, dal momento che sarà presente anche il ministro britannico Keir Starmer. Il primo ministro britannico ha fatto enormi sforzi per tenere Trump dalla sua parte. Ci sarà anche il segretario generale della Nato Mark Rutte, perchè, per una fonte diplomatica europea, “non avrebbe senso discutere di difesa senza la Nato“.

Microcredito

per le aziende

 

Tra i Paesi Ue non c’è uniformità di vedute, sarà la Francia a scontrarsi quasi contro tutti. Parigi rimane salda nella sua posizione secondo cui i soldi dei contribuenti dovrebbero essere spesi per sistemi militari progettati e realizzati in Europa.

Molti paesi avvertono che escludere i produttori di armi statunitensi dai sussidi dell’UE farebbe infuriare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A differenza della Francia, unica potenza nucleare del blocco, paesi come Germania, Polonia, Paesi Bassi e Paesi Baltici hanno interesse a tenere vicini gli alleati, in particolare quelli che sono geograficamente vicini alla Russia. Il loro intento è acquistare armi già pronte per potenziare i loro eserciti e controllare il Cremlino. “Siamo interessati alle migliori attrezzature che possono essere fornite il più rapidamente possibile”, ha detto a Politico.com il ministro della Difesa polacco Władysław Kosiniak-Kamysz.

C’è poi da considerare l’aspetto politico di garantire agli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, il mantenimento dell’alleanza con i paesi europei. Il ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani ha affermato che l’Europa dovrebbe assicurarsi di acquistare beni, comprese le armi dagli USA. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è impegnata da settimane nel tentativo di favorire un contatto tra la politica di von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti. L’allarme sui dazi ha reso la necessità impellente, quasi obbligata. E nelle prossime ore, approfittando del Consiglio europeo informale qualcosa potrebbe muoversi.

L’idea più con condivisa tra gli Stati membri è “attrarre gli USA perché vogliano restare in Europa”.

È attesa anche che la premier danese Mette Frederiksen, che sollevi il tema della Groenlandia, presa di nuovo di mira da Trump. Si parlerà sia delle priorità in materia di difesa comune sia di “quali ulteriori opzioni possono essere valutate” per finanziarle.

Tutti i leader dell’UE avvertono l’urgenza della materia, ma la discussione è molto complessa e pertanto si procederà passo dopo passo. Si inizierà con “ quale tipo di capacità critiche servono per la difesa del continente” e successivamente con “chi le finanza e chi le produce?”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

La Polonia e i Paesi Baltici hanno fatto circolare un documento prima del summit in cui si chiede all’UE di spendere almeno 100 miliardi di euro per la difesa entro il 2027, anche acquistando armi da alleati NATO non appartenenti all’UE. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen l’anno scorso ha affermato che si dovrebbe valutare l’idea di spendere altri 500 miliardi di euro per la difesa nel prossimo decennio.

Al momento, gli Stati Uniti hanno ottenuto ottimi risultati dall’aumento delle forze armate europee. Tra la metà del 2022 e la metà del 2023, il 63% di tutti gli ordini di difesa dell’UE è stato effettuato con aziende statunitensi e un ulteriore 15 % con altri fornitori extra-UE. Nel rapporto Draghi, che mira a rendere l’Europa più competitiva, c’è scritto che, se ogni Stato membro spendesse il 2% per la difesa, allora si stanzierebbero 60 miliardi extra per la difesa. La Francia è la promotrice di uhn cambiamento di rotta:giuda la lotta affinché questa situazione cambi e che l’UE sia più autonoma, ricevendo sostegno da parte della Grecia.

La scorsa settimana, il viceministro della Difesa greco Yiannis Kefalogiannis ha affermato che l’acquisto di più armi “sviluppate e prodotte nell’UE porterà a una maggiore autonomia strategica, soprattutto se la NATO dovesse subire pressioni durante il secondo mandato di Trump”.

Viste le discrepanze tra i vari paesi membri a riguardo, l’intenzione è di trovare un accordo attraverso il dialogo. Una delle ipotesi sul tavolo è modificare il mandato della Banca Europea degli investimenti: affinchè possa finanziare maggiormente gli investimenti nella difesa. In questa materia, ben 19 Stati membri, tra cui Italia e Olanda, hanno scritto una lettera alla Commissione.

Per alcuni Paesi, occorre fare attenzione a non alterare il merito di credito dell’istituto, il rating tripla A, che gli consente di finanziarsi a tassi relativamente bassi. Circola l’idea di un “nuovo debito comune” o utilizzare il Mes per finanziare le spese per la difesa, dato che si tratta di uno strumento creato per “rafforzare le banche” europee.

C’è accordo comune, sul fatto che si debba “spendere di più” per la difesa europea e che debbano essere usate “il più possibile” le clausole di flessibilità previste dal patto di stabilità.

Durante questo vertice informale si sentiranno molte voci caute.

Contributi e agevolazioni

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I leader dell’UE saranno raggiunti per pranzo dal Segretario generale della NATO Mark Rutte, che vuole mantenere aperto un canale comunicativo con Trump, per convincerlo sul valore dell’Alleanza atlantica, anche cercando modi per rendere l’acquisto di armi americane più facile e veloce per gli europei. Non sono previste dichiarazioni né conclusioni, trattandosi di un vertice informale, ma non è detto che non possano esserci dei risultati.

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