Provincia di Isernia via dal Molise, Montesanto: “Referendum non una soluzione, ma una resa” – isNews

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Il coordinatore di Costruire Democrazia: “In caso di smembramento pagheremo tutti, senza distinzioni e con una grande responsabilità”


ISERNIA. “La recente iniziativa del Comitato promotore per l’annessione della provincia di Isernia all’Abruzzo ha raccolto oltre 5.200 firme, ed ha avviato l’iter per un referendum su questa proposta. Bisogna riflettere attentamente sulle conseguenze che questo referendum potrebbe innescare”. Così Andrea Montesanto, coordinatore di Costruire Democrazia, in una nota.

“È quasi scontato dire che le aree con una popolazione più numerosa hanno un peso elettorale maggiore, influenzando significativamente la composizione del Consiglio regionale e quindi le scelte e gli investimenti per il territorio – scrive Montesanto – Considerando che l’Abruzzo ha una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti, mentre il Molise ne conta circa 290.000 ( e votanti meno della metà ), l’annessione della provincia di Isernia all’Abruzzo,che rappresenta una parte ancor più piccola…potrebbe diluire ulteriormente la rappresentanza degli Isernini. In un contesto più ampio, le esigenze di una piccola comunità rischiano di passare in secondo piano rispetto a quelle delle aree più popolose. Questo scenario è simile a quanto accade a livello nazionale per il Molise, dove le regioni meno popolose come la nostra, spesso faticano a ottenere l’attenzione dei politici nazionali concentrati su bacini elettorali più vasti”.

Unendo la provincia di Isernia all’Abruzzo, per Montesanto, “esiste il rischio che le risorse e gli investimenti vengano destinati principalmente alle aree più sviluppate e popolose, come Pescara, Chieti e Montesilvano, che già attraggono maggiori investimenti grazie alla loro rilevanza economica. Le zone meno sviluppate invece potrebbero non beneficiare adeguatamente delle risorse e potrebbero essere destinate a ospitare infrastrutture o attività meno desiderabili, come impianti industriali o di smaltimento, che le zone più influenti riescono a evitare grazie anche ad interessi elettorali legati appunto al numero di residenti. Questo potrebbe aggravare ulteriormente le disparità territoriali all’interno della nuova regione, e quindi far rimpiangere agli Isernini il Molise con tutti i suoi problemi”.

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“Alcuni sostengono che annetterci all’Abruzzo garantirebbe un accesso più efficiente alla sanità pubblica, sfruttando i servizi offerti. Forse – aggiunge Montesanto – Però, ci si dimentica che molti cittadini già vanno fuori regione a curarsi… e soprattutto vorrei ricordare che in Italia esiste l’Articolo 32 della Costituzione (almeno sulla carta), che recita: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’. La sanità è un diritto garantito a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla regione di appartenenza. L’idea che sia necessario ‘cedere’ il nostro territorio per ottenere cure migliori è un’abdicazione della responsabilità dello Stato e una sconfitta per la dignità della nostra regione!”.

“Non capisco perché dobbiamo annullarci in via preventiva, senza nemmeno provare a lottare, ma soprattutto provare a cambiare – sottolinea Montesanto – Dobbiamo essere consapevoli, che cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia: se ci limitiamo a riorganizzare vecchi schemi con le stesse persone… senza affrontare i problemi strutturali e amministrativi, il Molise continuerà ad essere considerato un territorio da sfruttare, senza prospettive reali di crescita e sviluppo”.

Il Molise, spiega l’esponente di Costruire Democrazia, “deve alzare la testa e rivendicare il diritto ad essere considerata una parte integrante e rispettata dell’Italia. L’annessione all’Abruzzo non è una soluzione, ma una resa! Se il Molise deve cambiare, il cambiamento deve partire da noi Molisani, dalla nostra partecipazione e dalla volontà di non lasciare che altri decidano per il nostro futuro seguendo logiche e interessi distanti dai cittadini”.

“Il rischio concreto è che il Molise venga frammentato, smembrato e cancellato dalla cartina geografica. E quando questo accadrà, pagheremo tutti, senza distinzioni e con una grande responsabilità”, chiosa Montesanto.



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