Più che un ristorante: la ‘terza Camera’ della politica riminese

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Nicola Gambetti: “… il Pic Nic resta” – Youcanprint.

Io c’ero, sin da quando a metà degli anni Settanta misi piede per la prima volta lì. E come me altre migliaia di riminesi. Scrive Massimo Pasquinelli: “Per molti, penso, il Pic Nic è stato un luogo in cui si sono depositati strati di memoria personalissima, amicale, liceale, universitaria, lavorativa, affettiva, familiare, associativa, politica, economica e tanto altro”. E sì, perché al Pic Nic per cinquant’anni c’è passata la gente di Rimini. Accolti da Maurizio e Bertino, i padroni di casa, uno all’accoglienza e l’altro dietro i fornelli..

Così li descrive Gambetti: “Tanto elegante, cortese, accogliente e contraddistinto da un rarefatto sarcasmo sottile e guascone Maurizio Bellini, quanto concreto, silenzioso, discreto – ma dal cuore immenso – Benedetto ‘Roberto/Berto/Bertino’ La Maida, insieme formavano una coppia caratterialmente – ma anche fisicamente – agli antipodi (…). Maurizio, di poche e soppesate parole, era in grado di esprimere concetti e giudizi in modo tagliente, a fil di voce; Berto, invece, era capace di comunicare in modo più pragmatico e spontaneo, sintetizzando il proprio sentimento in un sorriso fragrante o in un abbraccio improvviso e disarmante”.

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Il Pic Nic, ristorante e pizzeria, apre le porte il 26 dicembre 1965, nel centro della Città in Via Tempio Malatestiano 30, ad opera di Maurizio (bolognese, classe 1941). Bertino (originario della provincia di Salerno, ma a Rimini dal 1948, classe 1944) arriverà nel 1967. “Uno dei motivi del travolgente successo popolare del locale, oltre all’atmosfera informale e alla costante qualità gastronomica, è l’assunzione del Pic Nic a baricentro della vita mondana, sportiva e studentesca riminese; è facile, infatti, rintracciare e riconoscere, tra i clienti abituali, interi consigli comunali reduci da sfibranti sedute, esponenti delle redazioni giornalistiche locali, gruppi di giovani in procinto di andare al cinema, intere tavolate di classi medie superiori, ma soprattutto volti noti tra gli appassionati di pallacanestro e pallamano”.

Il ricordo del Sindaco Jamil Sadegholvaad: “Un ristorante che non era solo un ristorante ma un palazzo della politica (anzi, il palazzo della politica), una redazione giornalistica di cronaca e sport (anzi, la redazione giornalistica di cronaca e sport), l’epicentro di tutto quello che girava intorno a una città di provincia particolare, sospesa tra la frenesia metropolitana dell’estate e gli intorpiditi languori delle stagioni più fredde. E dell’attesa ne contavi gli istanti (anche) al Pic Nic”.
E quella di Nando Piccari: dal 1967 “fino al 2004, ben oltre la metà dei miei pranzi quotidiani li ho consumati al Pic Nic (…). Va a questo aggiunto un buon numero di pasti ‘tardo serali’ dopo le sedute dei Consigli Comunali, il che rendeva il Pic Nic una sorta di ‘terza Camera’ della politica riminese, secondo la divertente definizione coniata da Silvano Cardellini”.

Questo libro doveva uscire per le feste natalizie del 2015, destinato a celebrare i 50 anni di attività del ristorante. “Doveva essere un prezioso cadeau commemorativo per i clienti storici”. Ma poi la tragica morte di Maurizio il 22 settembre 2015 portò alla chiusura del ristorante.

Le foto e i testi/ricordo preparati da Gambetti rimasero in un cassetto dell’archivio dell’Associazione Rimini Sparita, di cui è presidente. Sono riemersi grazie alla volontà di Pamela e Ilaria La Maida, figlie di Bertino, anche per celebrare i suoi 80 anni. Scrive Pamela: “Il Pic Nic è stato per mio padre come un figlio, ma né io né mia sorella Ilaria ne siamo mai state gelose; ci bastava guardare gli occhi di nostro padre brillare di gioia per una cena ben riuscita o per un complimento ricevuto per sentirci fiere di lui e del suo instancabile attaccamento al lavoro”. Un giftbook, storicamente “una sorta di contenitore festivo ricco di saggi, versi e brevi racconti corredati da suggestive immagini”. “Abbiamo abbinato le fotografie originali a numerosi contributi testuali postumi, scritti con mani e cuore proprio dagli amici che hanno vissuto intensamente il Pic Nic e i suoi momenti”. 180 pagine, un centinaio di foto, il ricordo di una quarantina di amici.

Non è possibile concludere i miei, nostri, ricordi senza citare alcuni piatti memorabili che per anni abbiamo degustato ai tavoli del Pic Nic, “cari a generazioni di concittadini ben oltre l’appetito e la gratificazione dei sensi”: “Nell’orizzonte della costante qualità garantita dalla cucina, alla memoria e al palato immediatamente e inevitabilmente emergono (e ricorrono leggendo gli altrui ricordi) Delizia, Boscaiola e Tortellini, ovvero il leggendario tris servito in un curioso piatto asimmetrico. Podio culinario assolutamente meritato”. Il cuoco Bertino, in fondo al libro, ci ha regalato le ricette dei suoi piatti più famosi: maccheroncini delizia, rigatoni alla boscaiola, tortellini alla panna, gulasch e polenta.

“Dopo il 22 settembre 2015 ho evitato per molto tempo di percorrere via Tempio Malatestiano, poiché sapevo che passando davanti a quell’edificio avrei dovuto guardare dall’altra parte per non farmi venire il groppo in gola”: così Piccari nel suo ricordo. Ma il Pic Nic resta, come recita il titolo del libro: nella memoria delle migliaia di clienti che per cinquanta anni si sono seduti ai suoi tavoli.

Paolo Zaghini



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