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L’innalzamento della soglia dei redditi di lavoro dipendente o assimilati che il contribuente può percepire ai fini della permanenza nel regime forfetario, a opera della legge di bilancio 2025, sta generando alcune incertezze a livello applicativo.
Secondo quanto previsto dall’art. 1 comma 12 della L. 207/2024, infatti, “per l’anno 2025, il limite di cui all’articolo 1, comma 57, lettera d-ter), della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è elevato a 35.000 euro”.
Gli effetti della previsione divergono in base a come si interpreta “per l’anno 2025”, espressione che potrebbe riferirsi, alternativamente:
– all’anno in cui va verificato il rispetto della soglia relativa ai redditi di lavoro dipendente o assimilati;
– oppure all’anno di applicazione del regime forfetario.
I due periodi non sono infatti allineati considerato che l’art. 1 comma 57 lett. d-ter) della L. 190/2014 stabilisce che il regime forfetario è precluso ai contribuenti che “nell’anno precedente” hanno percepito tali redditi oltre la soglia consentita; il superamento della soglia va, in altre parole, verificato considerando l’anno precedente a quello in cui si intende applicare il regime agevolato.
Di conseguenza, se la novità introdotta dalla legge di bilancio 2025 si riferisse all’anno di verifica della soglia, gli effetti concreti del relativo innalzamento si verificherebbero nel periodo di imposta 2026; l’allargamento della platea del regime forfetario sarebbe infatti riferita al 2026, accogliendo i contribuenti che nel 2025 percepiranno redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori a 30.000 euro, ma entro il nuovo limite di 35.000 euro. Con questa impostazione, quindi, non si verificherebbe alcuna estensione del regime forfetario per il 2025 per cui, ai fini dell’accesso o della permanenza, quest’anno dovrebbe continuare a farsi riferimento a 30.000 euro (avendo riguardo ai redditi del 2024).
A conclusioni diametralmente opposte si giunge interpretando l’inciso “per l’anno 2025” come riferito all’anno di applicazione del regime forfetario; in tal caso, infatti, il periodo d’imposta in cui la soglia in esame verrebbe innalzata a 35.000 euro sarebbe il 2024, con l’effetto di allargare la platea del regime forfetario per l’anno 2025. In altre parole, aderendo a tale interpretazione, per l’accesso o la permanenza nel regime forfetario per l’anno 2025 dovrebbe essere verificato se, nel 2024, sono stati percepiti redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori a 30.000 euro, ma entro il nuovo limite di 35.000 euro.
Nell’attesa di prossimi chiarimenti ufficiali, si possono trarre alcune indicazioni dalla Relazione tecnica della Ragioneria dello Stato del 21 dicembre 2024, allegata alla legge di bilancio 2025, nella quale si stimano gli effetti finanziari della disposizione.
Ad esempio, in merito alla nuova misura in commento, i tecnici del MEF stimano, già per il 2025, un minor gettito di IVA e un maggior gettito derivante da rettifiche della detrazione IVA. Tale effetto dovrebbe essere legato a un aumento del numero di contribuenti in regime ordinario che nel 2025 transitano al regime forfetario, considerato che il passaggio genererebbe a livello di gettito:
– minori entrate IVA, posto che i contribuenti forfetari non addebitano tale imposta a titolo di rivalsa per le operazioni effettuate;
– maggiori entrate derivanti dalla rettifica (a sfavore del contribuente) della detrazione dell’IVA assolta a monte, già operata per i beni e i servizi non ancora ceduti o non ancora utilizzati e per i beni strumentali ancora potenzialmente ammortizzabili, necessaria in caso di passaggio dal regime ordinario al regime forfetario.
Effetti anche sulle agevolazioni contributive
La Relazione tecnica stima, inoltre, minori entrate contributive per il 2025 (e in minima parte per il 2026) dovute a un aumento dei contribuenti che nel 2025 accedono al regime contributivo agevolato collegato al regime forfetario.
L’analisi degli effetti finanziari fornita dalla Relazione in esame porterebbe quindi a ritenere che la novità introdotta dalla legge di bilancio 2025 produca effetti sull’applicabilità del regime forfetario già dal 2025.
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