A Gaeta Padovani taglia il nastro di una realtà che fonda su 5 punti: incontro, ascolto, condivisione, proposta, sollecitazione e incontro
Gaeta geograficamente è una penisola ed a causa della sua nuova fisionomia urbanistica, ha poche piazze. Le poche esistenti sono piccole e strette. Da sabato mattina nei pressi di Villa delle Sirene ne esiste una nuova nuova, seppure virtuale. Non l’ha costruita l’amministrazione comunale in carica: La Piazza è il nome di un’associazione “socio-culturale e soprattutto politica”.
L’obiettivo? Trasformarsi in una formazione civica che sia protagonista alle elezioni Comunali della primavera 2027.
L’inaugurazione nel fine settimana
Sabato mattina c’è stata l’inaugurazione della sede, considerata “non un luogo fisico, ma un simbolo delle nostre ambizioni, della nostra missione e dei nostri valori condivisi”. A dichiararlo è stato il suo presidente che non è proprio un neofita del panorama politico gaertano. Marzio Padovani, 72 anni è funzionario di banca in pensione: nel primo ed unico mandato amministrativo del sindaco italo-americano Anthony Raimondi (2007-2012) ha presieduto il Consiglio comunale e anche la commissione Urbanistica.
Questo taglio del nastro avrebbe dovuto riunire gli atomi dispersi del frantumato fronte progresssta di Gaeta ma il sold out previsto non c’è stato. E sul banco degli imputati sono subito finiti, seppur sottovoce, la Segreteria cittadina del Partito Democratico ed i tre consiglieri comunali comunali di opposizione in carica dopo il voto bulgaro di tre anni fa che ha eletto sindaco Cristian Leccese, sulla scia dei dieci anni di amministrazione del sindaco Cosimino Mitrano.
Assenze e crisi isteriche mancate
Se il neo Dem Franco De Angelis era ampiamente giustificato perché ricoverato in ospedale a Formia, nessuna traccia del coordinatore comunale e del capogruppo consiliare del Pd Gianluca Conte ed Emiliano Scinicariello. E tantomeno della candidata a sindaco alle amministrative del 2022, Sabina Mitrano.
Le loro assenze non hanno provocato crisi di isterismo ma hanno fatto fatica a nascondere il loro disappunto i vertici dell’associazione. Tra tutti uno dei suoi fondatori, l’ex presidente del Consiglio comunale, l’avvocato penalista Lino Magliuzzi.
Il motivo delle assenze? Semplicemente perché il circolo di Gaeta del Partito Democratico, ancora sprovvisto dopo anni di una sede autonoma, aveva chiesto all’associazione appena costituitasi di ospitarlo un mese fa per completare il tesseramento 2025. Scambio di scortesie.
Assenze significative
Sabato a Gaeta era una bellissima giornata di sole e questo aspetto meterorologico, unitamente all’inderogabile spesa per il fine settimana, giustificava (forse) la circostanza di stare lontano da Villa delle Sirene dove si sono registrate altre assenze significative.
Una su tutte quella di un altro ex presidente del Consiglio comunale di Gaeta, il professor Damiano Di Ciaccio. Da quando ha assunto la presidenza del comitato civico per la ripubblicizzazione del piazzale dell’ex stazione ferroviaria ha deciso di stare lontano. Da cosa? Dal Pd e da formazioni e associazioni che hanno nel loro mirino l’amministrazione di centrodestra guidata da Cristian Leccese.
Se hanno invece regolarmente timbrato il cartellino l’ultimo sindaco progressista di Gaeta Silvio D’Amante, l’ex segretario del Pd Giuseppe Di Bernardo ed il portavoce in pectore del Movimento Cinque Stelle Simone Avico, le assenze che hanno fatto più male sono state quelle dei giovani.
I cinque cardini
Un colpo al cuore per il neo presidente Padovani alla luce dei cinque sostantivi che – a suo dire – saranno il pane dell’attività associativa de “La Piazza”: incontro, ascolto, condivisione, proposta, sollecitazione e incontro.
E, leggermente emozionato, ha anche illustrato la portata: “L’associazione nasce con l’obiettivo di creare un ponte tra la ricca eredità culturale e storica della nostra città ed il futuro che desideriamo costruire insieme. Gaeta è una terra ricca di tradizioni, di storia, di bellezze naturali e culturali che meritano di essere valorizzate e raccontate”.
“Tuttavia, nello stesso tempo, è una città viva, in divenire che deve prendere coscienza dei cambiamenti in atto a livello globale come anche territoriale ed è necessario essere pronti ad affrontare le sfide dell’oggi con uno sguardo attento al domani”.
“Il nostro compito sarà quello di promuovere – ha specificato Padovani – la conoscenza e la consapevolezza di queste tematiche locali. Di creare spazi di dialogo e confronto sui temi più attuali e di contribuire attivamente alla crescita culturale e sociale del nostro territorio”.
Presenze fuori perimetro
A rincuorare il presidente Padovani (“qualcuno ha affermato che questa sarebbe la sede del “centro-sinistra” gaetano perché sono presenti alcuni membri della vecchia e…. nuova opposizione all’amministrazione comunale“) sono state le presenze fuori dal perimetro del fronte progressista – almeno due – attese alla vigilia.
Sono state quello dell’ex capogruppo Udc Giuseppe Matarazzo e di Giovanni Erbinucci. Cioè l’ex assessore di An ai Lavori Pubblici della Giunta del sindaco forzista Massimo Magliozzi e componente della segreteria della presidenza del consiglio comunale durante il secondo mandato di Cosimino Mitrano. “Siamo qui – hanno detto entrambi nei loro interventi – perché questa città ha bisogno di andare a capo. Se lo fanno i cittadini anche di diversa estrazione partitica e culturale meglio ancora”.
Di certo, le assenze dei vertici del centrosinistra gaetano hanno creato qualche elemento di imbarazzo. Ma alla distanza possono anche rivelarsi salutari per il ruolo che intende svolgere l’associazione a favore della città. E in modo particolare del quartiere de La Pjaia.
Politica sì, ma in dibattito
Il presidente Padovani ha concluso il suo intervento preannunciando, “almeno per il momento”, quelle che dovranno essere le due principali mission dell’associazione. “Quelle dell’ascolto e del dibattito. Vogliamo essere disponibili ed inclusivi verso tutti coloro che, pur nella diversità di vedute per storia e provenienza politica, abbiano a cuore la loro città”.
“E – ha osservato – vogliano collaborare per la realizzazione del bene comune. Tutti abbiamo delle opinioni – me compreso- che sono il frutto delle nostre convinzioni e delle esperienze passate ma, qui dentro, è diverso.”
Parafrasando l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte (“ciascuno con il proprio back ground per diventare poi uniti e mandare a casa Giorgia Meloni“), il presidente Padovani ha ripetuto la stessa cosa contro Cristian Leccese: “La sede della Associazione è deputata anche ad incontri di natura politica ma dibattendo, nel rispetto delle altrui posizioni , siamo convinti di convergere su posizioni condivise”.
La storia recente del fronte progressista a Gaeta non induce a condividere inni di ottimismo e, concludendo tra gli applausi, Padovani ha tentato di infondere alla platea realismo e ottimismo: “Utopia? Forse… ma dobbiamo comunque provarci…”.
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