modenesi dovranno pagare 8 milioni in più. Il bilancio 2025

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Oggi pomeriggio il sindaco Massimo Mezzetti ha presentato in Consiglio comunale la proposta di Bilancio previsionale 2025-2027dell’ente. La manovra ha un volume di circa 415 milioni di euro, tra spesa corrente (252.9 mln di euro) e in conto capitale (161.8 mln di euro), con un calo di circa 30 milioni dovuto anche alle modifiche relatie alla Tari, che esce dal perimetro del bilancio dell’ente.

Per il sindaco l’obiettivo del bilancio è quello di “perseguire con tenacia una politica di sviluppo della città che non lasci indietro nessuno, in un contesto reso critico da risorse statali sempre minori e da una domanda di spesa e intervento sempre più grande”.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

In termini numerici, la manovra si contraddistingue per un aumento importante della pressione fiscale, che si traduece in maggiori entrate per 8,1 milioni di euro.

Dopo il confronto con le Parti sociali nelle loro varie articolazioni (rappresentanze dei lavoratori, del sistema economico, dell’associazionismo e del terzo settore) e la presentazione in Consiglio comunale, inizia così l’iter di approvazione del Bilancio del Comune di Modena con il passaggio nelle varie Commissioni, mentre venerdì 28 febbraio sarà il momento della discussione e del voto in Consiglio.

L’aumento dell’Irpef, con esenzione

Entrando nel dettaglio, il primo intervento previsto dalla manovra fiscale riguarda l’addizionale Irpef, per la quale viene inserita una soglia di esenzione per tutti coloro che hanno un imponibile inferiore o pari a 15 mila euro, come concordato a seguito del confronto con le forze sindacali. Una novità che interessa oltre 44 mila cittadini, che non pagheranno più l’addizionale.

Per tutti gli altri contribuenti l’aliquota è portata allo 0.8%. Fino allo scorso anno chi era sotto il 28mila euro vedeva aplicara un’aliquota dello 0,5%, che saliva allo 0,75% fino a 50mila euro, per poi arrivare allo 0,8% sopra i 50mila. Oggi viene invece prevista l’esenzione fino a 15mila euro mentre tutti gli altri scaglioni di reddito vengono equiparati con un prelievo dello 0,9%.

Questo intervento garantirà al Comune risorse aggiuntive per circa 6.7 milioni di euro, con un aumento massimo di 7 euro al mese.

Ritocchi anche per l’Imu, in ottica Piano Casa

In manovra anche alcuni ritocchi alle aliquote Imu che porteranno circa 800 mila euro di risorse in più a disposizione del Comune. Si tratta di modifiche minime, che portano l’aliquota per affitti concordati (compresi quelli per gli studenti) dall’attuale 0.76% allo 0.8%. Mentre l’Imu sui fabbricati di categoria D utilizzati direttamente dai proprietari passerà da 0,97% a 1,05%.

Anche in questo caso, sono previste delle agevolazioni: una riduzione dell’aliquota dallo 0,5% allo 0,3% per tutti coloro che metteranno a disposizione alloggi per la locazione all’Agenzia Casa, nell’ottica del Piano che la Giunta Mezzetti sta affinando.

Aumenta la tassa di soggiorno

Un ulteriore intervento sulle entrate riguarda l’imposta di soggiorno che sarà aumentata di un euro a notte per tutte le tipologie di struttura ricettiva. Operazione che, si stima, possa valere circa 191.000 euro per i mesi restanti del 2025. Risorse vincolate ad essere investite sull’offerta turistica e culturale e quindi a beneficio complessivo della attrattività e del dinamismo di Modena come destinazione turistica.

Contabilità

Buste paga

 

L’ultimo intervento sul fronte delle entrate riguarda, infine, l’incremento degli oneri da scavo; ossia delle tariffe per il rilascio della concessione per l’esecuzione di lavori di scavo sul territorio comunale, che vengono incrementate del 30%, per un gettito previsto di circa 500.000 euro.

A cosa saranno destinate le entrate aggiuntive?

Alla manovra da 8 milioni di euro derivanti da interventi su Irpef, Imu, tassa di soggiorno e oneri da scavo si aggiungono ulteriori 10 milioni che il Comune avrà a disposizione ricorrendo al cosiddetto “debito buono” a favore degli investimenti, anche beneficiando della virtuosità con cui è stata condotta fino ad ora la finanza comunale.

La prima voce di spesa per questo gettito, circa un quarto del totale, è rappresentata dai poco più di 2 milioni che serviranno per gli adeguamenti contrattuali del personale e per garantire il turnover. 

Le risorse derivanti dalla manovra fiscale permetteranno poi all’Amministrazione comunale di aumentare i fondi per le manutenzioni ordinarie (+1.2 mln di euro) – in primo luogo quelle per la cura del verde – e quelli dedicati ai servizi sociali (+1.7 mln), con particolare riferimento all’aumento dei posti nei centri residenziali per anziani e disabili (+1 mln di euro), all’avvio del nuovo Piano Casa (+480 mila euro) e al contrasto del disagio giovanile (+200 mila euro). 

Previsti maggiori investimenti (+1,7 mln di euro) anche nei servizi educativi, destinati ad incrementare le risorse a favore del sostegno agli alunni disabili (1 mln), alla Fondazione Cresciamo (+300 mila euro) e alla realizzazione del nuovo nido Magenta (+390 mila euro), che farà salire a 1.664 i posti disponibili nella rete cittadina pubblica e convenzionata dei servizi educativi 0/3 anni 

Quasi 500mila euro aggiuntivi saranno destinati, invece, al sostegno dell’offerta culturale; all’associazionismo e a una programmazione diffusa nella città e nelle periferie ne andranno 300 mila in più. Mentre 191 mila euro serviranno a garantire servizi culturali e museali efficienti. Ulteriori 195 mila euro di maggiori risorse saranno destinate alla realizzazione di progetti qualificanti e, nello specifico, per l’installazione di sistemi di sicurezza dei privati (+150 mila euro) e per le politiche per la pace e intercultura del Comune di Modena (+45 mila euro).  

Infine, 850 mila euro di maggiori risorse saranno destinate al pagamento degli oneri sui nuovi mutui che il Comune contrarrà per sbloccare 10 milioni di risorse da investire sullo sviluppo della città. Una scommessa su quel “debito buono” che permette di finanziare spese produttive e sostenibili, reso possibile dal fatto che quello di Modena è uno dei comuni meno indebitati d’Italia. Su ogni modenese, neonati inclusi, “gravano” infatti solo 72 euro di debito, contro i 1.697 euro medi delle altre realtà simili. I dieci milioni serviranno, come ha spiegato in aula il sindaco, a “finanziare il completamento delle opere PNRR, consentendo al Comune una programmazione più serena e liberando quote di avanzo che durante l’anno si andranno naturalmente a determinare per la manutenzione straordinaria e migliorare quindi la cura e il decoro della città”.

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Mezzetti illustra il Bilancio

“Una scelta, quella di non arretrare sul fronte dei servizi, che nasce – ha spiegato Mezzetti in aula – dalla forte consapevolezza, mia e della mia giunta: la centralità strategica della tutela e del rilancio di quello che noi riteniamo il principale fattore di forza della nostra comunità per affrontare le sfide del futuro e della competitività del nostro sistema: la coesione sociale”.

Nell’ottica della coesione sociale la proposta di bilancio è stata infatti condivisa in queste settimane con le parti sociali nelle loro varie articolazioni. Una precisa scelta di metodo per condividere una direzione di marcia e un asse strategico a fronte di scelte importanti. “Un metodo, che poi è sostanza – sottolinea Mezzetti – che ha accompagnato le decisioni: informare, spiegare, confrontarsi per arrivare a portare in aula un documento che ha già avuto un primo momento di condivisione con i sindacati, le associazioni datoriali e di categoria, il mondo dell’associazionismo e del terzo settore modenese”.

“In una situazione di contrazione dei trasferimenti statali, un dato di fatto e non un’opinione e di ulteriori, soffocanti, vincoli alla spesa – ha detto il sindaco durante la sua presentazione in aula – abbiamo scelto di non tagliare i servizi ma, al contrario, di svilupparli ulteriormente perché in una situazione di forte richiesta da parte dei cittadini il Comune non può battere in ritirata dalla sua trincea, quella di prima porta alla quale tutti bussano”.

“La manovra fiscale che abbiamo messo a punto – ha proseguito – prevede l’intervento sull’addizionale Irpef in una logica che ci ha portato a inserire il massimo principio di equità che le norme attuali permettono, stabilendo una soglia di esenzione. Non è l’unico intervento che facciamo sulle poche leve a nostra disposizione, sicuramente è il più corposo. Su tutto abbiamo dato conto del perché lo facciamo e dove destiniamo le risorse. È come se l’intervento che abbiamo deciso rappresentasse per noi una sorta di tassa di scopo e su questo ci siamo confrontati, in queste settimane, con tutte le parti sociali, nella logica di coesione sociale che ho già fortemente richiamato nel mio intervento”.



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