La secolarizzazione ha causato una perdita di identità culturale e sociale in Occidente, rendendo più difficile la trasmissione del cristianesimo come patrimonio culturale.
Per trovare soluzioni e proporre nuovi metodi per la promozione e la trasmissione delle radici culturali cristiane, il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e la Direzione dei Musei e dei Beni Culturali del Governatorato del Vaticano hanno convocato dirigenti di musei, direttori di istituzioni culturali e docenti universitari per una riflessione comune.
“Al termine dell’incontro verrà firmato un manifesto educativo sulla trasmissione del codice culturale delle religioni”, ha annunciato il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano in un comunicato.
L’evento si svolgerà nella sala conferenze dei Musei Vaticani, sabato 15 febbraio alle ore 10.00 (ora locale), e avrà come tema Sharing hope – Horizons for Cultural Heritage [Condividere la speranza – Orizzonti per un patrimonio culturale].
“All’origine della civiltà occidentale vi è il cristianesimo con il suo messaggio di speranza, inclusione, concordia e universalità”, afferma Alessandro Zuccari, storico dell’Università La Sapienza, uno dei relatori dell’incontro.
Zuccari sottolinea inoltre come i temi biblici siano stati al centro della produzione artistica per secoli. “Il loro studio stesso è uno stimolo alla promozione dei valori cristiani, come la fraternità e la pace, in un mondo dominato dall’individualismo e dalla conflittualità”, spiega lo storico.
L’evento, che approfondirà l’impatto culturale delle radici cristiane nella società contemporanea, si inserisce nel contesto del Giubileo degli Artisti, che si celebrerà da domenica 16 a martedì 18 febbraio.
La conferenza è promossa dal prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il Cardinale José Tolentino de Mendonça, e dalla direttrice della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, Barbara Jatta.
L’esperto di arte moderna (dal Rinascimento al XIX secolo) sottolinea che la conoscenza della Bibbia è “fondamentale” per comprendere la civiltà occidentale.
“Le opere di questo periodo raccontano i drammi della vita, le sofferenze e le difficoltà, ma sono illuminate dalle Sacre Scritture, che rappresentano un patrimonio essenziale per comprendere il significato di dipinti, sculture e chiese”, aggiunge Zuccari, che è anche membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Questa istituzione italiana vanta l’archivio scientifico più antico del mondo, con una collezione di oltre 600.000 volumi di materiale astronomico, fisico, botanico, storico e letterario.
Botticelli e la concordia
Un “esempio evidente” del messaggio di speranza trasmesso dall’arte biblica è, secondo Zuccari, La Natività mistica del pittore rinascimentale italiano Sandro Botticelli.
“L’inizio del XVI secolo fu un periodo di grandi turbolenze in Italia, segnato dalla morte di Lorenzo il Magnifico, che lasciò un grande vuoto, e dall’invasione francese”, spiega l’esperto.
Tuttavia, Botticelli inserì all’interno della sua opera un’iscrizione in cui dichiarava di “vedere il futuro colmo di concordia e pace”, sottolinea Zuccari.
Inoltre, nella parte inferiore del dipinto, raffigurò tre coppie di angeli che abbracciano persone con corone d’alloro sul capo, un segno concreto di concordia e pace alla luce del Vangelo. “Un messaggio molto vicino a quello che oggi vuole trasmettere Papa Francesco”, precisa lo storico.
E aggiunge: “La pace sembra sconfitta, travolta dalla volontà di guerra e violenza, ma non si esaurisce mai. È un’aspirazione profonda dei popoli che non può essere cancellata e che trova espressione nel patrimonio culturale e religioso”.
Anche il dipinto Le sette opere di misericordia di Caravaggio è un esempio di come i testi biblici si traducano nell’arte in un messaggio di speranza. “Quest’opera ci invita chiaramente a guardare l’altro con gli occhi di Gesù e a vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo”, afferma Zuccari.
Alla conferenza parteciperanno i direttori di alcuni dei più importanti musei del mondo, tra cui:
- Christian Greco (Museo Egizio di Torino)
- Marco Delogu (Palazzo delle Esposizioni di Roma)
- Gabriele Finaldi (National Gallery di Londra)
- Miguel Falomir Faus (Museo del Prado di Madrid)
- Kaywin Feldman (National Gallery di Washington)
Inoltre, sempre sabato 15 febbraio, verrà presentato il progetto dell’artista cinese Yan Pei-Ming, realizzato in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Italiana e la Comunità Penitenziaria Regina Coeli.
Tradotto e adattato dal team di ewtn.it. L’originale si trova qui.
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