Mentre sul 2025 della farmaceutica si allungano le ombre dei nuovi dazi dell’era Trump, il 2024 di alcune big del settore si chiude con dati positivi e prospettive interessanti. È il caso di Novartis, che ha portato a casa una delle migliori performance finanziarie della sua storia: +12% nelle vendite e +22% nell’utile operativo. Bene anche la ‘cugina’ Roche (vendite a +8% e utile operativo a +14%) e Servier (che porta a casa una crescita a livello globale del 10,8% e un ottimo risultato in Italia). Ma vediamo più in dettaglio i risultati di queste tre esponenti del settore.
Novartis e le previsioni per il 2025
Facciamo un passo indietro: nel 2021 Novartis ha venduto la sua partecipazione di circa il 33% in Roche e ha completato lo spin-off di Sandoz, la sua divisione di farmaci generici e biosimilari. “Questo ci ha portati a diventare un’azienda farmaceutica interamente dedicata ai farmaci innovativi e, nel lungo periodo, possiamo dire che ha reso Novartis ancora più solida”, ha dichiarato il Ceo Vas Narasimhan.
E i numeri gli danno ragione. Nel solo quarto trimestre del 2024, Novartis ha registrato vendite per 13,2 miliardi di dollari (+16%) e un utile operativo di 4,9 miliardi di dollari (+29%). Nel corso dell’anno appena concluso l’azienda ha poi registrato un incremento del 55% nell’utile operativo totale su base costante e del 49% in dollari Usa. Anche il flusso di cassa disponibile (free cash flow) è aumentato del 24%, raggiungendo 16,3 miliardi di dollari. Ma, soprattutto, il colosso elvetico prevede di crescere ancora nel 2025, con un aumento delle vendite stimato tra il 5% e il 9% e dell’utile operativo tra il 9% e il 12%.
L’oncologia fa crescere Servier (che guarda al 2030)
Dal canto suo, Servier porta a casa un fatturato pari a 5.902 miliardi di euro, suddiviso in 4.494 miliardi di euro per i farmaci brand (+11,2%) e 1.408 miliardi di euro per i generici (+9,5%). Per l’esercizio 2023-24, l’Ebitda si è attestato a 1.312 miliardi di euro, consentendo al Gruppo di raggiungere un utile netto di 404 milioni di euro.
Un risultato reso possibile anche dalla performance robusta dell’oncologia: i ricavi in quest’area terapeutica, pari a 1.430 miliardi di euro (+33,0%), hanno rappresentato il 24,2% del fatturato 2023-24, rispetto al 20,2% dell’anno precedente. Con quasi il 70% del budget R&D dedicato all’oncologia, Servier dispone oggi di un portfolio di terapie destinate a pazienti con tumori rari e bisogni medici ancora insoddisfatti e di una pipeline di 30 progetti di R&D oncologica, 11 dei quali con potenziale per diventare ‘first-in-class’.
“Le ottime performance del Gruppo nel 2023-24 ci hanno spinto a mirare ad obiettivi ancora più ambiziosi per il 2030″, ha detto Olivier Laureau, presidente del Gruppo. “I risultati ottenuti confermano un rafforzamento della nostra leadership globale nelle malattie cardio-metaboliche e venose e un ruolo sempre più centrale in oncologia, grazie all’immissione in commercio di nuove terapie. Inoltre, per rispondere a bisogni terapeutici ancora insoddisfatti, Servier ha scelto di investire in neurologia, che diventerà un motore di crescita futura per il Gruppo”. Tanto che per il 2030 Servier punta a raggiungere un fatturato annuo di 10 miliardi di euro, suddiviso in 8 miliardi di euro da farmaci brand e 2 miliardi di euro dai generici, con un margine Ebitda pari ad almeno il 30%.
In questo contesto la filiale italiana, che da ottobre 2023 gestisce anche Malta, si conferma una tra le più importanti del Gruppo. Attualmente è quarta per fatturato a livello globale e prima in Europa, con ricavi complessivi pari a 182 milioni di euro. L’85% del fatturato di Servier Italia è riconducibile all’area cardiometabolica e venosa (155 milioni di euro). “La nostra azienda farmaceutica sta vivendo un periodo di grande trasformazione ed innovazione: i risultati ottenuti nell’esercizio fiscale appena concluso confermano la nostra leadership nel cardiovascolare e una importante crescita in oncologia rispetto all’anno scorso”, dichiara Gilles Renacco, presidente Gruppo Servier in Italia.
I risultati di Roche
Per la svizzera Roche il 2024 si chiude con ricavi pari a 60,5 miliardi di franchi svizzeri (64,04 miliardi di euro), in crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Ragionando in euro, il gruppo farmaceutico porta a casa un utile operativo core 22,02 miliardi, in aumento del 14%.
Le vendite della divisione farmaceutica sono aumentate dell’8% e quelle della divisione diagnostica del 4%. Performance che hanno “più che compensato il calo previsto di 1,1 miliardi di franchi svizzeri nelle vendite legate a Covid-19 e l’impatto dovuto alla perdita dell’esclusiva su alcuni prodotti”, si legge in una una nota. L’utile netto invece si attesta a 9,7 miliardi di euro, in calo del 19% principalmente a causa di oneri di svalutazione.
“Il 2024 è stato un anno forte per Roche. Nel quarto trimestre abbiamo continuato il nostro slancio molto positivo per il terzo trimestre consecutivo con una crescita delle vendite del Gruppo del 9% (CER). Gli utili core per azione hanno superato le previsioni formulate a metà anno. E Roche è ben posizionata per la crescita futura”, ha detto Thomas Schinecker, Ceo dell’azienda farmaceutica con base a Basilea. D’altronde, con 71 nuove entità molecolari e un totale di 122 progetti, Roche ha una pipeline promettente e si aspetta una ulteriore crescita delle vendite per il 2025.
Certo, bisognerà capire in che modo le decisioni di Donald Trump impatteranno su un settore da sempre anticiclico.
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