17.10 – lunedì 3 febbraio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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È quanto emerge dal Rapporto Welfare Index PMI Emilia-Romagna: il 37,6% delle piccole e medie imprese della regione raggiunge un livello di welfare alto o molto alto, superando la media nazionale, 33,3%
Welfare Index PMI è l’indice che valuta il livello di welfare aziendale nelle di piccole e medie dimensioni ed è promosso da Generali con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio.
Inaugura oggi, con la tappa di Bologna, il roadshow 2025 dedicato al territorio per diffondere e promuovere la cultura del welfare aziendale tra le aziende di piccole e medie dimensioni, con la presentazione del Rapporto Welfare Index PMI Emilia-Romagna. Welfare Index PMI è l’indice che valuta il livello di welfare aziendale nelle piccole e medie imprese ed è promosso da Generali con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. L’evento è il primo focus territoriale dell’anno, al quale seguiranno le tappe di Torino e Roma.
Barbara Lucini, Responsabile Country Sustainability & Social Responsibility di Generali Italia e Francesco Bardelli, Chief Health & Welfare and Connected Business Development Officer di Generali Italia e CEO di Generali Welion hanno dichiarato: “Welfare Index PMI si è evoluto in una nuova fase che prevede un roadshow di approfondimento sulla realtà locale e di incontro con le autorità e con le imprese dei territori. È un segno di maturità del progetto, che da otto anni monitora l’evoluzione del welfare aziendale nelle PMI italiane, e che intende promuovere in maniera sempre più forte la partnership tra istituzioni e imprese per rilanciare i sistemi di welfare, innovare i modelli di servizio e rafforzare la coesione sociale, anche al di fuori delle aziende. In Generali crediamo fortemente nel ruolo sociale dell’impresa attraverso una maggior consapevolezza in termini di welfare aziendale, certi di poter dare il nostro significativo contributo al sistema Paese.”
Le imprese dell’Emilia-Romagna rappresentano un modello di impegno sociale e contribuiscono in modo significativo al welfare territoriale.
La partecipazione delle imprese emiliano-romagnole a Welfare Index PMI è particolarmente attiva: all’ultima edizione hanno aderito 800 imprese della regione e più di 4.600 negli otto anni del progetto, molte delle quali hanno garantito un’adesione continua, partecipando a più edizioni. Sono emiliano-romagnole diverse best practice di welfare aziendale: 17 delle 142 imprese italiane classificate nel 2024 come Welfare Champion, il livello più elevato secondo l’Indice Welfare Index PMI, e 112 delle 816 Welfare Leader, il livello immediatamente successivo.
La regione produce il 10% del PIL italiano e contribuisce in modo significativo a quasi tutti i settori produttivi, garantendo un apporto elevato alla generazione di valore soprattutto nei macrosettori dell’industria manifatturiera ed energetica e dell’agricoltura, con circa 438 mila imprese, con una concentrazione di 101,7 imprese ogni mille abitanti. Questa diffusione nel territorio è un valore sociale oltre che economico, poiché determina la capacità di impatto del welfare aziendale nelle comunità locali.
Le famiglie con almeno un familiare dipendente del settore privato in Emilia – Romagna sono 973 mila, su un totale di 2 milioni di nuclei familiari: le aziende della regione sono in grado di raggiungere, con i loro programmi di welfare, il 48,6% delle famiglie di tutti i livelli sociali. Inoltre, il tasso di occupazione è superiore rispetto a quello nazionale (70,5% vs 61,5%), così come l’occupazione femminile (64,4% vs. 52,5%).
Il welfare aziendale è diffuso in modo omogeneo nel territorio, con qualche differenza per area. L’area Nord-Ovest, costituita da Piacenza, Parma e Reggio-Emilia, raggiunge una quota di imprese con livello di welfare alto o molto alto allineata alla media regionale (38,6%), mentre la fascia centrale, Bologna, Modena e Ferrara, presenta una quota leggermente inferiore (35,6%). La fascia Sud-Est, costituita da Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, raggiunge il miglior risultato della regione: il 41% delle imprese presenta un livello di welfare elevato.
In Emilia-Romagna tutti i settori hanno maturato esperienze significative con differenze motivate dalle dimensioni organizzative e dalla vocazione delle imprese. Menzioni particolari al Terzo Settore, a cui appartengono molte strutture che per statuto si propongono obiettivi di interesse sociale, che presenta il 56% di imprese con livello di welfare elevato, agli studi professionali, con una quota pari al 49,4%, e all’artigianato con il 28,3%.
I fattori di maggior successo, dimensione dell’impresa e strutture professionali dedicate, e l’impatto del welfare sui bilanci
La dimensione aziendale è fortemente correlata al livello di welfare: le imprese che raggiungono un livello elevato sono una vasta maggioranza tra le più grandi, più dell’80% fra quelle con oltre i 100 addetti e 60% fra quelle da 51 a 100. Si tratta, in effetti, delle aziende che dispongono delle maggiori capacità economiche, di strutture professionali dedicate alla gestione delle risorse umane e di ampie platee di lavoratori beneficiari delle iniziative. Tra le imprese da 10 a 50 addetti il 44,3% raggiungono un livello di welfare elevato, e tra quelle con meno di 10 addetti il 26,6%: questo significa una consapevolezza acquisita, anche nelle realtà minori, del ruolo sociale dell’impresa e dell’importanza del welfare come leva di gestione del business.
Le imprese socialmente più avanzate, che concepiscono il welfare non solo come leva di gestione del sistema premiante ma come fattore strategico per la sostenibilità dell’impresa in Emilia-Romagna sono il 20% contro il 18% della media nazionale. Esse ottengono risultati molto migliori nella media, soprattutto in termini di impatto sociale, come testimoniato da diversi indicatori: ampiezza e del grado di utilizzo delle misure di welfare di ogni area, valore dei sostegni economici erogati dall’azienda, pari opportunità della quota di donne che raggiungono posizioni di responsabilità, sicurezza e frequenza di infortuni sul lavoro, responsabilità verso consumatori e fornitori, esistenza di certificazioni e la verifica delle condizioni di lavoro presso i fornitori, welfare di comunità e ammontare dei sostegni offerti dall’azienda alle iniziative sociali nel territorio. Infine, l’analisi dei bilanci 20223 di 303 imprese che partecipano all’Index, conferma l’impatto positivo del welfare aziendale sui risultati del business: le imprese con un welfare più evoluto raggiungono le migliori performance di produttività e di crescita dell’occupazione.
Previdenza e protezione, 2) Salute e assistenza, 3) Conciliazione vita-lavoro, 4) Sostegno economico ai lavoratori, 5) Sviluppo del capitale umano, 6) Sostegno per educazione e cultura, 7) Diritti, diversità, inclusione,
8) Condizioni lavorative e sicurezza, 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori, 10) Welfare di comunità.
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