Ecco perché è molto difficile vincere una causa contro il fisco

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 Vincere una causa contro il fisco in primo o secondo grado è estremamente complesso a causa della struttura della giustizia tributaria che non garantisce imparzialità. I giudici tributari, pur essendo formalmente indipendenti, dipendono economicamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo stesso ente che rappresenta una delle parti in causa nel processo.

Se hai mai contestato una cartella esattoriale o avviato una causa contro l’Agenzia delle Entrate, potresti esserti chiesto: “Perché è così difficile vincere una causa contro il fisco?“. Molti contribuenti si sentono frustrati di fronte a un sistema che sembra favorire sistematicamente l’Agenzia delle Entrate.

Questo problema si radica nella struttura della giustizia tributaria italiana. In questa guida, analizzeremo le ragioni dietro questa difficoltà, svelando le anomalie e i potenziali conflitti di interesse che minano l’imparzialità del processo tributario.

Chi sono i giudici tributari e come vengono nominati?

I giudici tributari fanno parte delle Corti di Giustizia Tributaria, istituite nel 1992, e sono formalmente nominati con un decreto del Presidente della Repubblica. Tuttavia, la loro selezione avviene su proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo stesso ente che rappresenta una delle parti in causa nel processo: l’Agenzia delle Entrate. Questa stretta connessione mina il principio costituzionale della terzietà del giudice, sancito dall’articolo 101 della Costituzione.

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Perché il giudice tributario non è indipendente?

Un giudice dovrebbe essere imparziale e indipendente, come stabilito dall’articolo 111 della Costituzione. Tuttavia, nel caso della giustizia tributaria, i magistrati dipendono finanziariamente dallo stesso ente che gestisce la riscossione fiscale. In altri termini sono dipendenti del Ministero delle Finanze. Questo crea un evidente conflitto di interessi, poiché chi dovrebbe garantire un giudizio equo riceve il proprio stipendio dall’ente che rappresenta una delle parti in causa.

Il legame tra giudici tributari e Agenzia delle Entrate

Non solo i giudici tributari dipendono economicamente dal Ministero dell’Economia, ma sono anche in stretta correlazione con l’Agenzia delle Entrate. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate è stato, a lungo, lo stesso dell’Agenzia Entrate-Riscossione, l’ente pubblico che ha sostituito Equitalia e che si occupa della riscossione dei tributi. In alcune città, le Commissioni Tributarie si trovano persino accanto all’edificio dell’Agenzia delle Entrate, creando una promiscuità che mina la percezione di indipendenza della giustizia.

La dipendenza economica dei giudici dal MEF solleva seri dubbi sull’imparzialità del processo tributario. I giudici potrebbero sentirsi influenzati nelle loro decisioni, favorendo indirettamente l’Agenzia delle Entrate, che è strettamente legata al MEF.

Anche il sistema di retribuzione dei giudici, basato in parte sul numero di sentenze emesse, potrebbe incentivare una giustizia più rapida che accurata.

Il problema della compensazione delle spese legali

Anche nei rari casi in cui il contribuente riesce a vincere una causa contro il fisco, spesso il giudice decide di compensare le spese legali. Ciò significa che, nonostante la vittoria, il contribuente deve comunque farsi carico dei costi dell’avvocato e delle spese del procedimento, rendendo la battaglia legale economicamente insostenibile.

Quanto dura in media un processo tributario in Italia?

Nonostante i rischi di una giustizia sommaria, i processi tributari in Italia sono notoriamente lunghi, con una durata media di 10 anni per i tre gradi di giudizio. Questa lentezza eccessiva può scoraggiare i contribuenti a far valere i propri diritti.

Le proposte di riforma per una giustizia tributaria più equa

Da anni si discute della necessità di una riforma della giustizia tributaria per garantire maggiore indipendenza e imparzialità. Tra le proposte più significative:

  • separare la magistratura tributaria dal Ministero dell’Economia e creare un corpo giudiziario autonomo;
  • revisione del sistema di nomina dei giudici tributari, per evitare che siano influenzati dall’esecutivo; 



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