Nei giorni dell’esodo di massa da X, la piattaforma di Elon Musk ritenuta troppo “tossica” da molti utenti, Bluesky sembrava la terra promessa per chi era alla ricerca di un luogo di confronto costruttivo basato su un’informazione corretta.
Ben presto, però, anche qui hanno iniziato a comparire account sospetti. Foto profilo generate dall’AI, biografie molto brevi e generiche, pochi follower e molti post al giorno. L’identikit perfetto dei bot, profili automatizzati progettati per diffondere contenuti disinformativi.
Spesso questi account inautentici vengono creati in grande quantità nello stesso momento e la loro attività segue uno schema ricorrente. È possibile trovare fake news sulla guerra in Ucraina, caricature e attacchi diretti ai politici occidentali, critiche alle scelte dell’UE e posizioni euroscettiche. Una tattica molto utilizzata è rispondere a utenti influenti per sfruttarne la visibilità.
I messaggi più diffusi seguono una narrazione precisa: “l’Occidente sta perdendo a causa delle sanzioni alla Russia”, “l’Europa sta pagando il prezzo della guerra”, “gli Stati Uniti e Bruxelles impongono decisioni svantaggiose”.
Tutti questi elementi corrispondono alle modalità dell’operazione Döppelganger, una campagna di disinformazione russa che diffonde propaganda pro-Cremlino sfruttando siti web ispirati a media credibili e un sistema di bot di amplificazione sui social.
L’operazione Döppelganger
Scoperta nel 2022 dalla Ong EU Disinfo Lab, l’operazione Döppelganger diffonde articoli falsi che imitano nella forma alcune autorevoli testate europee. L’obiettivo è rafforzare le posizioni filorusse, influenzare l’opinione pubblica dei Paesi target e destabilizzare le democrazie occidentali.
Oggi, in vista delle elezioni federali tedesche, la disinformazione russa si intensifica, adattandosi a nuove piattaforme in un momento chiave per la politica europea. Un’analisi congiunta di Newsguard e della testata investigativa Correctiv ha rivelato una rete di centinaia di siti web vicini al Cremlino generati da Intelligenza Artificiale e progettati per condizionare il voto di febbraio 2025.
Seguendo uno schema ormai consolidato, questi siti diffondono fake news a favore della Russia e del partito populista AfD, delegittimando invece i partiti tradizionali. Gli articoli manipolano temi sensibili come immigrazione e cambiamento climatico, cercando di destabilizzare la scena politica tedesca. La lunghezza standard e gli errori riscontrati nei testi, come l’inclusione accidentale di pubblicità e link non funzionanti, rivela l’uso di AI come ChatGPT.
L’Intelligenza Artificiale ha reso queste campagne sempre più efficienti e sofisticate, permettendo di generare in breve tempo numerosi profili automatizzati e di diffondere messaggi su larga scala. Bluesky è riuscita a rimuovere la maggior parte degli account bot creati a partire da gennaio 2025, ma nel frattempo continuano ad apparirne di nuovi.
Le sponsorizzazioni su Facebook
L’operazione Döppelganger, ormai nota, è stata più volte denunciata dalle autorità occidentali e riconosciuta dai social stessi. Meta, in particolare, ha riferito all’Agence France-Presse di essere stata la prima compagnia tech a identificarla e di aver bloccato decine di migliaia di contenuti legati a questa rete.
Tuttavia, un rapporto pubblicato a gennaio 2025 dalle organizzazioni Check First, Reset Tech e AI Forensics ha rivelato una campagna di disinformazione legata all’operazione Döppelganger attiva sulle piattaforme Meta anche nel corso del 2024. Secondo il report, la Social Design Agency (SDA), società legata al Cremlino, ha diffuso su Facebook almeno 8000 contenuti classificati come pubblicità che hanno fruttato alla compagnia di Mark Zuckerberg più di 338.000 dollari. (link NYT)
Queste stime, probabilmente al ribasso, si basano su un campione di pubblicazioni parziale ottenuto da una fuga di dati. Secondo quanto rivelato dal rapporto, gli annunci apparivano a utenti specifici come “contenuti sponsorizzati”, pagati direttamente da SDA a Meta.
Scenari futuri
Nonostante indagini, denunce e sanzioni, le campagne di disinformazione russa si adattano e sopravvivono. Queste operazioni continuano a diffondere contenuti manipolatori sfruttando le dinamiche dei social network, tra cui le sponsorizzazioni che garantiscono ingenti profitti alle piattaforme.
Inoltre, da quando Meta ha interrotto i programmi di fact-checking, alcuni analisti hanno espresso ulteriori preoccupazioni. Come riportato dal New York Times, il direttore di EU Disinfo Lab Alexandre Alaphilippe ha sottolineato la necessità di azioni più incisive contro la disinformazione, in contrasto con le ultime scelte di molti colossi tech.
A cura di Massimo De Laurentiis
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