Crisi Climatica e Tsunami: Il Mediterraneo a Rischio con l’Aumento del Livello del Mare

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L’innalzamento del livello del mare, conseguenza diretta della crisi climatica in atto, potrebbe superare un metro nei prossimi decenni, aumentando sensibilmente il rischio di tsunami più alti e pericolosi nel Mar Mediterraneo. Secondo un recente studio italiano condotto dagli scienziati della Sezione di Bologna e dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), entro il 2070 il rischio di onde di maremoto alte più di 1 metro potrebbe aumentare fino al 30 percento rispetto alle probabilità attuali.

Lo studio

I ricercatori, guidati dalla dottoressa Anita Grezio, hanno eseguito un’analisi probabilistica del rischio di tsunami (PTHA) sulle coste del Mediterraneo attraverso apposite simulazioni. Lo studio ha integrato due fattori fondamentali:

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  • Il fenomeno naturale della subsidenza, ovvero l’abbassamento della superficie terrestre causato da terremoti, attività vulcanica, prosciugamento delle falde acquifere ed estrazioni minerarie.
  • Le variazioni del livello del mare, basate sulle previsioni dei modelli climatici elaborati dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), in particolare il report AR6.
  • L’analisi ha evidenziato che, a causa di questi fenomeni combinati, il rischio di tsunami più alti di 1 metro aumenterà significativamente lungo le coste del Mediterraneo entro i prossimi 50 anni.

Un mare a rischio tsunami

Quando si parla di tsunami, il pensiero corre subito a regioni come il Giappone o altri paesi asiatici. Tuttavia, il Mediterraneo è anch’esso altamente vulnerabile a questo tipo di fenomeno. La storia lo dimostra chiaramente: basti ricordare il devastante terremoto del 1908 che colpì Messina e Reggio Calabria, seguito da un maremoto che causò oltre 100.000 vittime. L’Ingv ha inoltre pubblicato due mappe che evidenziano il rischio attuale e quello previsto per il 2070 lungo le coste del Mediterraneo. Le uniche aree in cui questo rischio non aumenterà sono i Campi Flegrei e l’isola di Santorini, dove attività vulcaniche stanno sollevando il terreno, compensando in parte l’innalzamento del livello del mare.

Un futuro sempre più incerto

L’innalzamento del livello del mare rappresenta una delle minacce più gravi del cambiamento climatico, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le città e le regioni costiere. Secondo un impressionante video della Nasa, dal 1993 a oggi il livello del mare è aumentato di 9 centimetri, un dato allarmante se si considerano gli effetti sulle inondazioni e il rischio di tsunami. Le previsioni dell’IPCC indicano che il mare potrebbe innalzarsi di oltre 1 metro entro la fine del secolo, con stime più pessimistiche che parlano di un incremento fino a 2 metri. Tra i fattori di maggiore preoccupazione vi è lo scioglimento del ghiacciaio Thwaites in Antartide, noto anche come “ghiacciaio dell’Apocalisse”. Se dovesse sciogliersi completamente, potrebbe provocare un innalzamento del livello del mare di 65 centimetri, con un effetto a catena che porterebbe a un aumento complessivo di 3,3 metri.

Le conseguenze

Un simile incremento del livello del mare significherebbe la sommersione di vaste aree abitate, il collasso economico di intere regioni e migrazioni di massa verso l’interno. Nei peggiori scenari, si prefigurano conflitti globali per il controllo delle risorse rimaste. Il Mar Mediterraneo, culla di antiche civiltà, potrebbe subire impatti devastanti da questi cambiamenti climatici, con un rischio crescente di eventi estremi che metterebbero a dura prova le infrastrutture costiere e la sicurezza delle popolazioni. Di fronte a queste proiezioni, diventa sempre più urgente adottare misure di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, investendo nella ricerca, nella protezione ambientale e nella resilienza delle comunità costiere.

In Toscana

L’elaborazione delle mappe a cura dell’Ingv evidenziano come nel 2070 il rischio tsunami salirà anche lungo l’intera costa della Toscana. In particolare, raggiungerà un livello di rischio massimo all’altezza delle isole (Elba, Gorgona e arcipelago), mentre si manterrà in fasce di rischio più basse – ma comunque maggiori rispetto alle attuali – sul litorale, con una zona arancione nella parte nord (Costa di Lucca e Massa-Carrara) e nella parte sud, provincia di Grosseto e sud Livornese

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