TRENTO. “La richiesta alla politica e alle amministrazioni comunali è quella di prevedere, nel momento in cui vengono effettuate opere che danneggiano l’ambiente naturale in prossimità delle rive, dove avviene la riproduzione delle specie ittiche del Lago di Garda, anche interventi di ripristino di queste aree”.
A chiederlo in modo deciso è l’Unione Pescatori Sportivi del Garda – che riunisce 13 associazioni attive nelle province di Trento, Brescia e Verona e da anni attiva in iniziative di tutela dell’ambiente naturale – attraverso una lettera aperta e le parole del presidente Maurizio Scarmigliati che spiega a il Dolomiti quanto possano risultare impattanti sull’habitat naturale interventi come quelli effettuati per la realizzazione della Ciclovia del Garda e, più in generale quelli che coinvolgono le spiagge e i vari lungolaghi con la costruzione di nuovi edifici, passeggiate o resort.
“Non ci sono dubbi sul fatto che il Garda stia conoscendo uno dei suoi momenti più bui – spiega l’associazione – con la presenza di alcune importantissime specie ittiche come coregoni, alborelle e agoni che sta registrando un calo numerico che definire preoccupante è riduttivo”.
Scarmigliati entra poi nel merito del problema spiegando come l’Unione Pescatori, tramite il lavoro degli Ittiologi, abbia raccolto dati significativi sulla “salute” delle spiagge gardesane e come ad emergere sia un’ulteriore aspetto negativo. “Negli ultimi vent’anni – viene spiegato – anche quando si è agito per ripristinare gli ambienti naturali danneggiati dai lavori, lo si è spesso fatto in modo sbagliato utilizzando materiale non idoneo: non sono stati infatti usati materiali come quelli presenti naturalmente nel lago ma scarti provenienti dalle cave che non permettono la preservazione delle uova deposte dai pesci, che quindi nella maggior parte dei casi non si schiudono“.
Ad essere rimarcato poi come “la politica e le autorità locali affrontino il problema in modo marginale e molto spesso di facciata, ma senza un vero coinvolgimento in piani volti a rispolverare in problema” e come poi “le stesse persone non si tirino indietro nel momento in cui vengono presentati progetti per nuove fioriture di cemento”, dal momento che “con macabra e regolare scadenza sono in costruzione nuovi edifici, passeggiate, resort e ciclabili in tutto il lago”.
Ad essere passati in rassegna sono poi quelli che vengono definiti “i risultati più recenti” di questa tendenza: “Le ciclabili di Limone ed il suo prolungamento, fortunatamente al momento bloccato e che andrebbe a deturpare e alterare le falesie del parco Alto Garda e le zone di frega del Carpione, la ciclabile della sponda Est da Malcesine verso sud, i lavori sul lungolago di Desenzano che asporteranno decine di metri quadrati alle acque del Garda, sottraendo secolari fondali di ghiaia dove le specie ittiche depongono le uova”. Il dito viene poi puntato contro la nascita di nuovi residence e alberghi, “in nome dell’overtourism” che porterà presto alla richiesta “di ampliamento o costruzione di nuovi porti turistici e della creazione di nuovi campi boe o l’allargamento di quelli esistenti”.
“Salvo pochissime eccezioni la quasi totalità della politica locale non fa assolutamente niente per quantomeno arginare questo fenomeno – sottolinea l’Unione dei Pescatori– dando colpevolmente al Garda il futuro di un lago completamente cintato dal calcestruzzo, inquinato da scarichi sempre più dannosi e povero di quella vita endemica che ha sempre caratterizzato i suoi fondali, sia ittica che vegetale”.
Un ultimo pensiero è rivolto poi ai pescatori professionisti “che lamentano la crescente scarsità del pescato ma che non hanno mai avuto la lungimiranza di insorgere e prendere posizione nei confronti della cementificazione, per preservare quello che dovrebbe essere il loro bene più prezioso: la ricchezza ittica del Lago, che non può non prescindere dalla preservazione degli habitat naturali”.
“Con queste dichiarazioni, sia chiaro, non vogliamo affermare che non si debbano realizzare opere volte al miglioramento della qualità dell’offerta turistica gardesana – conclude il presidente Scarmigliati – ma che sarebbe opportuno che queste non andassero a danneggiare l’ambiente naturale, vera risorsa per il territorio: chiediamo quindi che, quando vengono approvati dei progetti, vengano inseriti parallelamente anche piani mirati al ripristino degli habitat naturali danneggiati”.
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