Si è tenuto oggi a Palazzo di Serbia l’edizione 2025 del Business Forum tra Italia e Serbia, appuntamento a cadenza annuale che sta diventando sempre di più una piattaforma dove le imprese e le istituzioni dei due paesi fanno il punto sui reciproci obiettivi e interessi nel quadro di una storica cooperazione bilaterale che punta ad aggiornarsi costantemente alla luce delle più recenti evoluzioni geopolitiche. A margine del Business Forum, abbiamo conversato con Matteo Zoppas, presidente dell’ICE.
Matteo Zoppas porta con sè una duplice sensibilità: da manager e imprenditore, ha una lunga esperienza, anche ai vertici delle associazioni di categoria, nell’interloquire con le istituzioni italiane, uno sguardo dall’esterno, come quello di decine di migliaia di capi di azienda, abituati spesso ad arrotolarsi le maniche e affrontare i problemi in ogni parte del mondo con le proprie forze senza aspettarsi aiuti da nessuno. Da presidente di ICE, conosce bene le istituzioni nazionali e il valore aggiunto che possono portare a ogni impresa, uno sguardo dall’interno verso le attese delle imprese di chi sa che tante risposte sono già pronte, se si pongono le giuste domande, ma soprattutto se si ha la fiducia di porre le domande.
“E’ proprio la prima cosa che ho scoperto accettando, a febbraio 2023, di diventare presidente dell’ICE: ho trovato già pronti ad accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese italiane strumenti efficaci, funzionali, meditati, utili, eppure poco conosciuti tra i miei stessi colleghi imprenditori. E così ho iniziato un’opera anche di comunicazione delle opportunità già esistenti e delle nuove linee di supporto che abbiamo elaborato negli ultimi due anni affinché la tanto lamentata solitudine dell’imprenditore italiano del mondo esca dal mito per essere affrontato per quello che è: frutto di una sfiducia o di una pigrizia. Per questo dico agli imprenditori: affidatevi all’ICE, perché gli studi dimostrano che, a parità di condizioni, le imprese supportate da ICE arrivano a performare meglio del 5% rispetto a quelle che fanno da sole o si affidano a strutture private.
In un paese come l’Italia, ricco di eccellenze produttive e di imprenditori intraprendenti, l’export sembra quasi una scelta ordinaria, quasi scontata.
“E invece vi è un lavoro essenziale che svolge l’ICE, inteso nella totalità del suo personale, molto dietro le quinte, di collante tra le imprese italiane e il mondo, perché il punto non è conoscersi e scambiarsi biglietti da visita, ma sviluppare legami stabili che portino a risultati tangibili. Si tratta di interpretare il business matching come un modello basato su analisi preliminari, incrocio efficace di bisogni e offerte, focus finalizzato a risultati che giustifichino lo sforzo organizzativo per rafforzare l’export nazionale che sta registrando risultati record. A tal proposito, non dimentichiamoci che siamo passati tra il 2019 e il 2024 da 480 a 626 miliardi di export, un risultato nazionale (con l’obiettivo ambizioso di arrivare a 700 miliardi di euro di esportazioni, ovvero un terzo del PIL nazionale) che non è solo merito dell’ICE, ma di una rete di soggetti istituzionali, di società a partecipazione statale e di associazioni di categoria che opera per consolidare il sistema economico italiano all’estero”.
Quale indirizzo ha dato al suo mandato all’ICE?
“Se dovessi sintetizzare tutto il nostro lavoro in uno slogan direi: meno promozione, più sviluppo. Bisogna darsi e farsi guidare da parametri oggettivi e quantificabili. Ad esempio, grazie alla fiera Wine Vision di Belgrado abbiamo registrato un incremento dal 12 al 25% della quota di mercato dei vini italiani in Serbia rispetto al totale dei vini esteri”.
La qualità è la strada maestra del Made in Italy per imporsi?
“Noi promuoviamo tutte le imprese e tutti i prodotti, poi a noi italiani ci viene naturale orientarci verso l’alto di gamma, che è sempre più il risultato non di una semplice tradizione, ma di un mix di innovazione, di prodotti e di marketing. Certo è che con gli stress che hanno dovuto affrontare le imprese italiane negli ultimi anni, dal Covid al costo dell’energia (fortemente mitigato dalle politiche del Ministero) ai nuovi conflitti che hanno azzerrato certi mercati e resa più complessa la logistica per altri, hanno resistito meglio le imprese ai cui prodotti viene riconosciuto un prezzo premiante”.
Come legge il mercato serbo e che opportunità nota per le imprese italiane che vogliono entrarvi?
“In appena due anni dall’ultima visita ho notato ancora più dinamismo in molti ambiti e settori. Il paese si sta spostando dall’essere attrattivo solo per ragioni produttive a presentare molteplici opportunità commerciali che vanno intercettate nella maniera migliore: i beni di consumo si indirizzano verso le fasce pià alte del mercato, vi è richiesta di tecnologie innovative, in agricoltura si va verso l’automazione e tecniche ad alta resa, il tutto con un’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ecologico dei processi produttivi di questi beni. I risultati stanno premiando il nostro approccio e siamo certi che c’è ancora più spazio per le imprese italiane capaci di cogliere i cambiamenti del mercato locale e regionale”.
Il Business Forum 2025 tra Italia e Serbia
Oltre 300 imprese italiane e serbe presenti hanno confermato il forte interesse del tessuto produttivo e professionale italiano verso la Serbia e la sua capacità di proporsi come una porta di accesso verso gli altri mercati della regione come anche verso i mercati dell’Oriente Vicino ed Estremo Il busines forum, organizzato dall’ tenutosi oggi a Palazzo di Serbia, aperto dagli interventi del Presidente della Repubblica serba Aleksandar Vucic e del Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, ha rappresentato un ulteriore tassello della strategia integrata di rafforzamento della presenza economica italiana in Serbia. Tajani ha confermato che l’Italia parteciperà all’Expo2027 mentre Vucic ha comunicato che Giorgia Meloni sarà nel paese nelle prossime settimane.
La mattinata è stata dedicata alla presentazione degli strumenti finanziari che i due paesi offrono per sostenere i processi di innovazione, la crescita dimensionale e la migliore sostenibilità delle imprese presenti in Serbia. La Serbia, oltre alla storica presenza dell’ICE, coorganizzatore dell’evento con la Camera di Commercio di Serbia, è l’unico paese al mondo dove Cassa Depositi e Prestiti, Simest e SACE operano con uffici, linee di finanziamento e personale dedicato. Le imprese italiane possono contare sugli incentivi e sovvenzioni dell’Agenzia di Sviluppo di Serbia, sul credito assicurativo per l’export garantito della serba AOFI come anche degli incentivi e i crediti fiscali disponibili per le imprese innovative e ad alta tecnologia. Di seguito, i tre panel tematici, su economia circolare e transizione energetica, innovazione tecnologica per lo sviluppo sostenibile, infrastrutture fisiche e digitali, ha consentito un confronto ad alto livello tra istituzioni e imprese dei due paesi al fine di definire e approfondire gli ambiti e i progetti di collaborazione. La sessione pomeridiana, dedicata al business matching, ha generato circa 1000 contatti tra le imprese dei due paesi, punto di partenza per costruire investimenti o collaborazioni.
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