Quella degli espropri, si sa, è sempre una materia delicata e la partita legata alla realizzazione del Parco della Cappuccina non fa eccezione. Il prezzo al metro quadro stabilito dal Comune per l’acquisto dei terreni infatti a qualcuno dei proprietari non è andato giù tanto da spingerlo a ricorrere alle vie legali per strappare una indennità maggiore.
Dopo il pronunciamento del Tribunale in favore dei proprietari, il comune si trova ora a fare i conti con un debito fuori bilancio derivato da sentenza esecutiva: “La causa – ha spiegato nel corso del Consiglio Comunale del 30 gennaio, il dirigente del settore Finanze, Bilancio e Controllo di gestione del Comune di Carpi, Antonio Castelli – è stata instaurata nel 2022 presso la Corte d’appello di Bologna che ha emesso la sentenza il 19 novembre 2024. L’importo che il Comune è chiamato a corrispondere è di circa 581mila euro. La cifra deriva dalla maggiore indennità di esproprio rispetto a quanto inizialmente stabilito, ovvero 511mila euro, dagli interessi legali quantificati in 46mila euro, dalle spese di soccombenza per 20mila euro e da quelle della spesa per la CTU (ndr – consulenza tecnica) per 2mila euro.
Risorse che l’Ente ha interamente a disposizione nel proprio bilancio poiché, per far fronte all’eventualità di un esito di questo tipo, aveva già previsto un plafond di 974mila euro”.
Un boccone amaro da mandare giù non solo per la quantità di denaro pubblico da spendere per onorare il debito e che poteva essere destinato ad altri investimenti, ma anche per la modalità di approccio agli espropri adottata dall’ente, come ha sottolineato il consigliere di Fratelli d’Italia, Enrico Fieni: “è stato sottostimato il valore del terreno al metro quadro e qualcuno, dopo aver fatto bene i conti, ha deciso di rivolgersi a un avvocato. Un iter, quello legale, che ha costi altissimi e si poteva evitare. Mi chiedo cosa ci dobbiamo aspettare dagli espropri legati al completamento della bretella, state già vincolando altri fondi?”, ha domandato provocatoriamente il consigliere.
E se dal canto suo Giovanni Maestri (Pd) ha cercato di metterci una pezza spiegando come l’ente pubblico “non abbia il dono della preveggenza ma che non sapendo quale sarebbe stata l’evoluzione della causa ha valutato di poter perdere e dunque responsabilmente ha accantonato le risorse necessarie per chiudere in modo adeguato la vicenda”, Monica Medici (Carpi Civica) ha decisamente affondato il colpo. “Pur sapendo di avere torto marcio – ha detto la consigliera – non solo dovrete pagare mezzo milione di euro, cifra che forse sarebbe stata inferiore se si fosse proceduto con una transazione, a cui si sommano 50mila euro di spese legali, ma volete pure fare ricorso e andare in Cassazione. E’ assurdo”. Medici ha poi ricordato come nel 2018 si spesero fior di quattrini, ben “240mila euro, per acquistare i 1.300 mq posti dietro a San Francesco, il cosiddetto giardino delle mura, area molto vicina all’attuale Parco della Cappuccina. Allora chi aveva senno disse che la cifra era spropositata ma quell’episodio ha costituito un precedente e quando sono partiti gli espropri per la Cappuccina i proprietari dei terreni se lo ricordavano bene. L’ente sapeva che avrebbero fatto ricorso e allora come mai non ha accettato in transazione e chiuso la causa? Noi si ricorre sempre, perché al nostro comune piacciono le cause, tanto paga Pantalone. Perché dovremmo andare in Cassazione sapendo di perdere nuovamente? Perché sprecare altri 40mila euro di spese legali? Abbiamo perso, ora basta gettare via del denaro. Se non si ammettono, gli errori del passato possono provocano grandi danni anche nel presente”.
Laconica la risposta dell’assessore Mariella Lugli: “questa amministrazione ha sempre usato nel miglior modo possibile le risorse che i cittadini versano, peraltro buoni pagatori. Dispiace dover ricordare che i contenziosi a volte si perdono a volte si vincono. Non abbiamo dovuto tagliare nulla sul bilancio, queste risorse erano già accantonate”. Fine della storia. In attesa dell’esito dell’ennesimo ricorso, per il bene delle nostre tasche, incrociamo le dita affinché i proprietari dei terreni espropriati per consentire la realizzazione della Bretella che collegherà via Guastalla alla Zona autotrasportatori, non siano sul piede di guerra…
Jessica Bianchi
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