Rifiuti, la TARI diminuisce dell’1% ma quasi 19mila cartelle sono sbagliate

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La stretta sui controlli relativi al pagamento della tassa sui rifiuti ha funzionato. Almeno in parte. Perché se è innegabile che l’emissione di oltre 145mila avvisi di accertamento ha comportato il recupero di somme non corrisposte, è altrettanto vero che una parte significativa delle cartelle inviate sono risultate sbagliate.

I controlli sull’evasione fiscale

Il “recupero dell’evasione della TARI” è stato oggetto di una lunga riunione in Campidoglio. Le commissioni bilancio e ambiente si sono riunite per ascoltare dalla vicesindaca Silvia Scozzese e dal vicedirettore del dipartimento risorse economiche Nicola Mattera, qual è la situazione sulla tassa che i romani pagano per gestire i rifiuti. La buona notizia, per i cittadini, è che i controlli fatti hanno consentito di ridurre, anche se di poco, la pressione fiscale. Al tempo stesso i maggiori introiti hanno permesso di investire più risorse per acquistare nuovi cassonetti e per migliorare la pulizia stradale. In negativo, invece, va segnalata la difficoltà con cui Ama riesce a recuperare le somme evase. Difficoltà che, in migliaia di casi, è legata anche ad errori commessi nella compilazione delle cartelle esattoriali.

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I risultati dei maggiori controlli

Per quanto riguarda la riduzione, la Giunta capitolina ha approvato una delibera che stabilisce per la prima volta una riduzione della TARI, di circa l’1% per le utenze domestiche e di oltre il 2% per quelle non domestiche. “Manteniamo le promesse e cominciamo ad abbassare la Tari ai cittadini” ha commentato il Sindaco Roberto Gualtieri, a margine dell’incontro: “Dopo tre anni di riorganizzazione amministrativa, digitalizzazione dei servizi e lotta all’evasione fiscale incassiamo dalla tariffa sui rifiuti il 53% in più rispetto al 2021 e, contemporaneamente, investiamo in nuovi mezzi, nuove attrezzature e personale, intercettando circa 360mila utenze che non pagavano il dovuto”. Quest’ultimo dato va analizzato. Scozzese ha infatti chiarito che nell’aggiornare quasi 500 mila utenze, sono stati “emessi circa 140mila avvisi di accertamento e 220mila atti relativi alle morosità”.

Dossier – Cambia il nome della via e Ama gli raddoppia la TARI. Storie di “cartelle pazze” e di calvari per annullarli

Gli accertamenti effettuati

Più nel dettaglio è entrato Mattera. Il recupero dell’evasione della Tari “ha comportato l’emissione di 145.019 avvisi di accertamento tra utenze domestiche e non domestiche nei confronti dei soggetti che non risultavano iscritti, sulla base delle banche dati, ai fini della tassa rifiuti. Di questi, al netto di quelli la cui notifica non è andata a buon fine in prima battuta, ne risultano pagati a oggi 43.622”. Questi utenti hanno integralmente pagato la cartella che è stata loro fatta pervenire. A questi si sommano 8913 che hanno avanzato delle richieste di rateizzazione. Complessivamente si arriva a circa 53mila cittadini. Gli utenti però che sono stati raggiunti dalle cartelle sono stati di più.

Mattera ha spiegato che ci sono state “circa 28mila istanze di autotutela pervenute in questi due mesi, perché le prime notifiche di questi avvisi di accertamento sono tra fine ottobre e inizio novembre- ha aggiunto- Quindi tra istanze di autotutela, solleciti, integrazioni documentali o reiterazioni delle istanze ci sono stati 38.287 contatti con i cittadini”. Un dato importante da sottolineare è che L’evasione delle istanze sta comportando una riduzione dei tempi, in media siamo alla metà del termine dei 90 giorni previsto dalla legge e non abbiamo mai superato i 60 giorni”.

Le “cartelle pazze”

La battaglia per il recupero della TARI evasa è però lunga e tutt’altro che lineare. Come premesso, infatti, ci sono stati errori che stanno rallentando l’azione di contrasto all’evasione. Le istanze di autotutela sono state, è stato ricordato, circa 28mila. Di queste  “il 31% di quelle lavorate hanno comportato il rigetto, il 25% sono state accolte parzialmente, comportando la rettifica dell’atto impositivo emesso- ha proseguito Mattera – Sul restante 44%, il 28% è stato oggetto di annullamento totale ma con la riemissione dell’atto verso un altro soggetto e il 16% di annullamento totale”.

In sintesi, delle 28 mila istanze di ricorso, il 69% sono state accolte. Tradotto in numeri sono poco più di 19mila. Il motivo lo ha spiegato Mattera: un quarto  necessitavano di una rettifica (il 25%) un 16% erano errate e sono state annullate, ed un altro 28% è stato annullato per reindirizzare verso un altro utente la bolletta. In sostanza, sono stati compiuti degli errori, in migliaia di casi già accertati. Nonostante questo, come ricordato dal sindaco, grazie alla” lotta all’evasione fiscale incassiamo dalla tariffa sui rifiuti il 53% in più rispetto al 2021”. E quindi la tassa dei rifiuti più cara d’Italia può calare: dell’1%per le famiglie e del 2% per le attività commerciali.

 



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