PNRR e Digitalizzazione: Come Rivoluzionare l’Economia Italiana!

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L’Agenda digitale in Italia è destinata a giocare un ruolo cruciale nel futuro del Paese. Il Pnrr, infatti, mira a stabilire un nuovo modello per lo sviluppo e la fornitura di servizi pubblici digitali, definito “Government as a Platform”, in cui la pubblica amministrazione diventa il propulsore dell’innovazione tecnologica su scala nazionale.

L’Italia ha ottenuto un finanziamento di 48 miliardi di euro per la sua digitalizzazione, una cifra senza precedenti, che rappresenta un terzo del totale destinato alla trasformazione digitale dei Paesi europei nel quadro del Next Generation EU. Inoltre, l’Italia è uno dei Paesi più avanzati in Europa in termini di realizzazione di questi obiettivi, avendo già conseguito 69 tra obiettivi e traguardi previsti sui 172 del Pnrr. Queste sono le conclusioni di uno studio condotto dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, presentato durante il convegno “Italia digitale: dalla semina al raccolto”, che evidenzia come, nonostante i progressi, rimangano numerose sfide da affrontare.


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Gli indicatori del Decennio Digitale 2030 mostrano che l’Italia si trova ancora in una posizione piuttosto bassa nella classifica europea, occupando il 19° posto su 23. È importante sottolineare, tuttavia, che questi indicatori si basano su dati raccolti nel 2023 e potrebbero non riflettere completamente i progressi più recenti.



In Italia, la disparità digitale tra le varie regioni rappresenta un rischio significativo di creare disuguaglianze nell’accesso ai servizi digitali. Sebbene i Comuni italiani dispongano di software per supportare i processi di back-office, mostrano ancora carenze nella gestione dei dati e nella governance della trasformazione digitale. È essenziale che intraprendano un processo di digitalizzazione dei propri processi per sfruttare appieno il potenziale del modello “Government as a Platform”. Pertanto, è cruciale che le Regioni sviluppino agende digitali efficaci per colmare queste lacune.

Durante la sua audizione al Parlamento europeo del 12 novembre scorso, il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto, responsabile per la coesione ed ex ministro per gli Affari europei con delega al Pnrr, ha discusso il ruolo degli enti locali nell’attuazione dei progetti del Pnrr: “La politica di coesione europea dovrebbe puntare a una connessione digitale per le regioni, poiché senza una connessione i territori non potranno mai essere veramente centrali”. Di recente, in commissione Regi, il Commissario italiano ha ribadito l’importanza dello sviluppo di un’agenda per le città che delinei un approccio strategico dell’UE allo sviluppo urbano sostenibile, focalizzandosi su temi come l’edilizia abitativa, l’azione per il clima, la digitalizzazione, la mobilità, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Le premesse e la buona volontà sembrano quindi essere presenti, rendendo così ancor più decisivo il momento per l’Agenda digitale italiana di passare “dalla semina al raccolto”.



Uno degli aspetti fondamentali del progetto riguarda l’impiego dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, un ambito di innovazione ricco di potenzialità ma anche di importanti sfide. Un’analisi condotta dall’Osservatorio Agenda Digitale ha rivelato che, dei 130 progetti avviati nel 2024, solo 52 sono attualmente pienamente operativi. Persiste quindi un divario tra le ambizioni e la realizzazione effettiva delle soluzioni AI nella PA, divario che sarebbe utile colmare anche per completare la riforma del Codice dei contratti pubblici, che mira ad accelerarne la digitalizzazione. Secondo Luca Gastaldi, Direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, “rendendo più efficaci ed efficienti i processi di procurement pubblico potremmo realizzare vere riforme strutturali, con impatti significativi sull’economia dell’intero Paese”.

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Tags: Raffaele Fitto

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