Paritarie, aumentano i finanziamenti per la disabilità (ma il 16% ha chiuso)

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Aumentano i fondi stanziati dal Governo per le scuole paritarie, ma le associazioni ricordano che, a 25 anni dall’approvazione della legge 62/2000 che ha introdotto la parità scolastica, la strada per conseguire la piena parità è ancora tutta in salita.

Ieri il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato due decreti che prevedono, complessivamente, uno stanziamento di oltre 750 milioni di euro a favore delle scuole paritarie per l’anno scolastico in corso, con un incremento rispetto all’anno scorso anno di 50 milioni di euro. Nel dettaglio, oltre 500 milioni di euro sono destinati a tutte le scuole paritarie, 163 milioni e 400mila euro per il sostegno agli studenti con disabilità, con un aumento di 50 milioni di euro rispetto allo scorso anno e 90 milioni riservati alle Scuole dell’infanzia. Queste rappresentano il 69,9% delle 11.876 scuole paritarie, frequentate da 811.105 allievi. Il 13,5% è costituito da istituti secondari superiori, l’11,3% da scuole primarie e il 5,3% da scuole medie.
Dopo la firma del Ministro, le risorse finanziarie saranno ripartite tra gli Uffici scolastici regionali, che provvederanno ad assegnarle agli istituti paritari di ciascuna regione sulla base di specifici criteri, indicati nei decreti.

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«Con questo stanziamento – dichiara Valditara – il Ministero conferma il proprio impegno a sostenere e valorizzare le scuole paritarie, che rappresentano una componente fondamentale del nostro sistema educativo nazionale. Il nostro obiettivo è garantire a tutti gli studenti l’opportunità di una formazione di qualità, indipendentemente dall’istituto in cui studiano. In particolare – sottolinea il Ministro – le risorse destinate alle scuole dell’infanzia e agli studenti diversamente abili confermano la nostra attenzione a rendere l’educazione accessibile e inclusiva per tutti», conclude Valditara.

Soddisfazione per l’incremento dei fondi assegnati è espressa dalle associazioni che fanno riferimento al variegato sistema delle scuole paritarie. Anche se, come detto, non vengono negate le difficoltà in cui versano gli istituti.
«Siamo contenti per questi fondi aggiuntivi per gli alunni disabili: sono molto importanti perché c’è un aumento di questi bambini anche nelle scuole paritarie», ricorda Luca Iemmi, presidente nazionale della Fism, la Federazione italiana scuole materne, alla quale fanno riferimento circa novemila realtà educative – asili nido, sezioni primavera, scuole dell’infanzia – diffuse su tutto il territorio nazionale, frequentate da circa mezzo milione di bambine e bambini, e dove lavorano decine di migliaia di addetti e altrettanti volontari.

«Dall’altra parte – ricorda Iemmi – non ci sono però i maggiori contributi richiesti sulle paritarie complessivamente. Il fondo fisso è rimasto come negli anni precedenti a fronte della nostra richiesta di 100 milioni di euro in più». Incremento, spiega il presidente della Fism, richiesto «per sostenere il rinnovo del contratto collettivo», aggiunge Iemmi. Che ribadisce la soddisfazione per i 50 milioni aggiuntivi per l’inclusione degli alunni disabili. «Un aumento importante – riconosce Iemmi – se si pensa che l’anno precedente era pari a 113 milioni di euro, con un incremento del 50 per cento».

Una boccata d’ossigeno per un settore in grave difficoltà finanziaria. «Tra l’anno scorso e l’anno precedente – ricorda Iemmi – circa duecento scuole, nel segmento 0-6 anni, hanno chiuso. Sono quelle che stanno soffrendo di più e il rischio di chiusura continuerà. C’è il problema demografico, c’è il problema dei titoli di studio, sono tante le problematiche aperte ma confidiamo nella buona interlocuzione che abbiamo con il ministro Valditara».

Dall’anno della legge sulla parità al 2023, le scuole paritarie hanno perso il 38,11% degli alunni, mentre dal 2010 al 2022 hanno chiuso 1.542 scuole paritarie cattoliche, per una perdita secca del 16,46%.

«Dobbiamo essere chiari – spiega suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche –: siamo grati, davvero, per la cifra stanziata, ma dobbiamo compiere un’operazione verità. Se un allievo costa 7mila euro, i 750 euro stanziati a studente possono migliorare la situazione? Se gli studenti iscritti alla scuola paritaria sono 770mila e quelli iscritti alla scuola statale sono 7 milioni, può il pluralismo educativo definirsi garantito? La risposta alle due domande è la stessa: no. – continua suor Anna Monia Alfieri –. I gestori delle scuole paritarie hanno ipotecato quello che c’era da ipotecare e venduto quello che poteva essere venduto, tutto per non aumentare le rette. Ora, a fronte dei 700 euro ricevuti e dei 7mila euro da spesare, rimangono due alternative: chiudere, privando i territori del Paese di presidi di libertà, o innalzare le rette, diventando scuole elitarie e contribuendo alla segregazione sociale».

Una prospettiva che le scuole paritarie, nate alcune anche più di un secolo fa proprio per garantire l’istruzione dei poveri, non vogliono nemmeno prendere in considerazione.

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