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“Non è folle spendere quella cifra per Comuzzo. Chi scelgo tra Dovbyk e Lukaku”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimo Rastelli, ex allenatore del Cagliari ed ex calciatore, fra le tante, di Napoli e Como. Di seguito, un estratto dell’intervista.

 

Parliamo di Comuzzo, un giocatore dal grande potenziale, ma si parla di una cifra tra i 30 e i 40 milioni. Li vale?

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“È un giocatore molto interessante, un giovane che si è messo all’attenzione degli operatori del calcio. Ha delle caratteristiche notevoli, soprattutto per come si sta difendendo negli ultimi tempi. È un giocatore di ottima sensibilità, sa giocare a calcio e ha personalità, accetta l’uno contro uno senza problemi. Purtroppo, le cifre del mercato ormai sono queste da anni. I talenti non sono all’ordine del giorno e, quando ce n’è uno che spicca, è chiaro che per acquisirlo bisogna investire qualcosa in più. Tuttavia, credo che alla lunga sia un investimento che paghi. Se il Napoli è arrivato a puntare su di lui e dovesse portarlo alla corte di Conte, sarebbe un ottimo acquisto. Quaranta milioni non sono una cifra folle, ma il giusto prezzo per Pietro Comuzzo. È un giovane con grandi margini di miglioramento. Certo, ci sono sempre delle incognite legate all’età, ma ha già dimostrato le sue qualità. Lavorando sotto Antonio Conte, potrebbe crescere ulteriormente e completarsi ancora di più. Per questo, è un investimento che si potrebbe fare.”  

 

Secondo lei, come imposterà la partita contro il Napoli, Ranieri?  

“I calciatori della Roma sono ormai abituati a giocare ogni tre giorni, ma con il passare delle settimane un po’ di fatica nelle gambe e nella testa si accumula. Il Napoli ha avuto tutta la settimana per preparare nei dettagli la partita e cercherà di sfruttare questo vantaggio. Ranieri è molto attento a imbrigliare gli avversari attraverso la tattica, quindi la Roma sarà molto ben posizionata dietro la linea della palla, cercando di lasciare meno spazio possibile e ripartire in contropiede. Ha giocatori di gamba e qualità, molto veloci, e cercherà di sfruttare questo aspetto. Dall’altra parte, il Napoli è in grande condizione fisica e mentale, cerca sempre di fare la partita e di gestirla. Dall’inizio dell’anno nuovo, sta facendo la differenza proprio grazie all’intensità e alla capacità di lettura dei momenti della gara, che stanno portando risultati importanti.”

 

Si parla molto di un possibile erede di Kvaratskhelia, ma a Napoli c’è già un giocatore che sta facendo bene: Neres. Quali sono le principali differenze tra lui e Kvaratskhelia? 

“Farei prima una premessa: con l’uscita di Kvaratskhelia, il Napoli deve trovare un’alternativa, che sia nel mercato o all’interno della rosa. Si parla di calciatori adattati se dovessero mancare Politano o Neres, ma l’organico potrebbe risentirne. Neres ha qualità indiscutibili: è velocissimo, bravissimo a saltare l’uomo e a creare superiorità. Naturalmente, giocando a sinistra ed essendo mancino, ha meno opzioni per rientrare sul destro rispetto a Kvaratskhelia, che poteva sia rientrare per calciare in porta sia andare sul fondo per il cross. Tuttavia, Neres è talmente rapido che, se non viene raddoppiato in tempo, riesce sempre a trovare il modo per essere pericoloso.”  

 

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Quindi, lei è tra quelli che appoggiano la tesi della rosa corta per il Napoli?  

“Per quello che si è visto finora, Antonio Conte si è sempre affidato ad un determinato numero di esterni. La perdita di Kvaratskhelia è pesante, perché parliamo di un giocatore che ha fatto la differenza. In questi casi, la società e l’allenatore devono valutare le opzioni. Il mercato di gennaio è sempre complicato: trovare giocatori che alzino il livello è difficile e quelli disponibili hanno prezzi molto alti. Se il Napoli vuole lottare fino alla fine per lo scudetto, potrebbe fare un sacrificio e investire su un giocatore forte. Sono decisioni che verranno prese tra allenatore, direttore sportivo e presidente.”  

 

Chi la sta convincendo di più tra Dovbyk e Lukaku? 

“Entrambi stanno dando un grande contributo alle loro squadre. Si è parlato tanto di Lukaku, in particolare del Lukaku degli anni all’Inter. Ma sbagliamo a pensare a quel Lukaku, perché gli anni passano per tutti. Oggi, lui fa quello che è in grado di fare. Antonio Conte lo ha capito e lo sta utilizzando al meglio, senza chiedergli di attaccare la profondità per 50-60 metri come qualche anno fa. Lukaku è migliorato molto negli ultimi mesi, tiene palla spesso, gioca di prima e sa già cosa fare prima di ricevere il pallone. Sta diventando determinante negli assist e nelle sponde, permettendo ai compagni di attaccare la profondità. Quando gli arrivano palloni invitanti in area, come contro la Juventus, segna. È nel pieno del progetto e sta fornendo prestazioni molto positive. L’allenatore lo sta sfruttando al meglio, consapevole di ciò che può dare in questo momento della sua carriera.”   





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