di Mara Gergolet
Il candidato cancelliere in Germania ha sbagliato i calcoli. Sondaggi incerti: ma il sentimento anti-migranti può aiutarlo
Dalla nostra corrispondente
BERLINO – E adesso, Friedrich Merz? È il titolo di un grande giornale berlinese, il
Tagesspiegel, ma anche il riassunto di una settimana memorabile della politica tedesca. Dove emergono due punti fermi. Senza dubbio, il candidato cancelliere dei cristiano-democratici (Cdu), esce ridimensionato dopo la sua decisione di mettere ai voti una legge anti-immigrazione, puntando sui «sì» dell’estrema destra AfD. Il fatto che una decisione così di «rottura» sia stata bocciata, anche per la resistenza nel suo partito, dimostra che ha sbagliato i conti e la strategia, e intacca la sua autorevolezza. Tanto più per una figura che dovrebbe guidare non solo la Germania, ma essere un riferimento per tutta la Ue. L’altro punto però è la domanda: quanto questo peserà sui sondaggi? O meglio, le macerie che si lascia dietro Merz avranno un effetto sugli elettori, o invece l’aver colto un certo spirito del tempo e puntato sull’effetto anti-immigrazione lo lascerà passare indenne attraverso questa débâcle parlamentare?
Merz ha reagito con calma, anche se è noto per le reazioni impulsive. Ha detto, uscendo dal Bundestag, che è stata una settimana «piena di emozioni», dalla quale Cdu/Csu escono «rafforzate». Sull’immigrazione, ha sostenuto, le persone ora sanno cosa pensano i partiti: «E noi perlomeno ci abbiamo provato».
Preoccupazione nel partito
Le cronache e i retroscena dei giornali però parlano di preoccupazione nella Cdu. Alcuni alti esponenti, scrive il Tagesspiegel, temevano un «Super-GAU», un mega-disastro. Toccare i sentimenti sull’estrema destra, aggirare il muro tagliafuoco su singoli temi — pur dichiarando impossibile l’alleanza — è comunque per milioni di tedeschi inaccettabile. E molti nella Cdu si sono stupiti di come Merz abbia così poco considerato le conseguenze.
Il partito però tiene. Merz ha detto di essersi sentito «ben supportato e a suo agio». I dodici deputati che si sono rifiutati di votare la legge, non presentandosi in aula, appartengono all’ala sinistra, merkeliana. Hanno però evitato lo sgarbo di votargli contro. Restiamo compatti, la parola d’ordine.
In realtà, un dubbio alleggia. Se Merz andrà male, se calerà ancora nei sondaggi, arriverà una mossa da Monaco di Baviera? O detto altrimenti, si può proprio stare tranquilli che Markus Söder, il grande capo della Csu, non coltivi ancora qualche ambizione, se le cose dovessero precipitare? La Bild, che resta un metronomo della politica, ieri ha intervistato proprio Söder. Lui promette piena lealtà alla Cdu: «Friedrich Merz ha preso una decisione cruciale sulla questione migratoria. La Csu lo sostiene, nessun deputato della Csu era assente nel Bundestag». Ha assicurato: «I nostri partiti, e io personalmente, garantiamo: non ci sarà mai alcuna collaborazione con l’AfD. L’AfD è il nemico della nostra democrazia, un avversario del sistema. In gran parte, l’AfD è di estrema destra, ostile alla Costituzione e danneggia gravemente il nostro Paese con i suoi piani assurdi». Tutti ricordano, nel campo cristiano-democratico, quanto sono costati cari 4 anni fa i litigi tra la Cdu e i bavaresi: la guida del Paese.
Il Congresso di domani
Lo scenario, molto teorico, per ora è questo. Dovesse precipitare Merz, o rompersi i suoi rapporti con la Spd o i Verdi, forse a formare il governo potrebbe essere un altro, per esempio proprio Söder o il 50enne Hendrik Wüst. Merz scaccia queste ipotesi come follie, i rapporti con la Spd e i Verdi, ha detto venerdì, sono «corretti». «Sono certo che, dopo le elezioni potremo avere colloqui costruttivi». Domani ci sarà il Congresso della Cdu a Berlino: per ora, la compattezza attorno a Merz è assicurata.
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