Andrea Prospero, la doppia vita e le indagini: caccia ai conti nascosti

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PERUGIA – Non ci sono segni di violenza né lesioni sul corpo di Andrea Prospero, il 19enne di Lanciano trovato morto mercoledì in un monolocale in centro dopo giorni di ricerche. L’autopsia svolta sul corpo dello studente non ha evidenziato nessuna lesione quindi nessun elemento che possa far ipotizzare un quadro diverso dal gesto volontario.

È infatti stato confermato come abbia ingerito i farmaci, i cui blister vuoti sono stati trovati accanto al suo cadavere, adagiato sul letto di un appartamento affittato l’8 gennaio in via del Prospetto. Adesso sarà necessario aspettare i risultati delle analisi tossicologiche per capire se siano stati i farmaci assunti a causarne la morte. Ma l’altro elemento emerso dall’esame autoptico svolto dal medico legale Sergio Scalise Pantuso è che la morte sia avvenuta proprio venerdì 24, lo stesso giorno in cui è uscito dall’ostello di via Bontempi facendo perdere le sue tracce. È stato cercato ovunque, soprattutto nella zona di Monteluce dove risultava che il suo telefono avesse agganciato la cella di zona e invece il suo cadavere era a soli 150 metri dalla sua stanza nello studentato, in una casa di cui nessuno (pare) conoscesse l’esistenza. In cui, sia stata un’intossicazione dovuta a un’assunzione massiccia di cui non ha calcolato gli effetti o proprio una scelta lucida di farla finita, ha trovato la morte mentre la sorella gemella Anna allertava le forze dell’ordine, dopo che lui stranamente e senza spiegazioni non si era presentato al loro appuntamento a pranzo. Secondo il risultato dell’autopsia infatti lo stato del corpo è compatibile con una morte avvenuta quel venerdì: ipotesi in effetti confermata anche dagli ospiti dei piani superiori del B&B che già da lunedì avevano sentito un forte odore nella palazzina, ma imputandolo a problemi di fogna e vicini lavori sulle tubature. E mentre la procura ha concesso il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia, che ora potrà dirgli addio nella loro Lanciano già domani, proseguono comunque gli accertamenti per ricostruire non solo le ultime ore ma gli ultimi giorni di vita di Andrea. Le indagini affidate alla squadra mobile e coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini adesso infatti si concentrano sulla radiografia di quella che fonti investigative definiscono la «seconda vita» dello studente di Informatica. C’è da capire perché avesse una seconda casa, affittata dall’8 al 20 gennaio e per cui era stata chiesta una proroga fino al 31. Investigare su come l’avesse pagata, considerando la certezza che oltre alla poste pay avesse una carta prepagata ricaricabile. Con tanto di indagini all’estero – dove ha sede la piattaforma di prenotazione online – per capire come (e chi eventualmente) abbia pagato circa mille euro di affitto in quella struttura. Con una caccia, seppur con meno fretta, agli eventuali conti nascosti del giovane. Una vera e propria «anagrafe dei conti» per capire quanti fossero intestati a suo nome. Con chi dice di averlo visto con migliaia di euro prima di sparire. E mentre, se fosse confermato, rischia una denuncia la società che non avrebbe immesso il nominativo di Andrea nell’elenco dei soggiornanti, la procura ha delegato la polizia postale ad analizzare il computer e i tanti telefoni che Andrea aveva con sé, solo uno conosciuto alla famiglia. A cosa gli servivano? Per questo ora andranno “aperti”, superando le password per studiare le sue telefonate, i contatti, l’iscrizione a eventuali social, le sue frequentazioni online e le sue attività passate sotto silenzio ad amici e famiglia. Una necessità dovuta non tanto alla volontà di scavare nella vita di un ragazzo che ha fatto in modo di andar via a soli 19 anni, quanto per capire se fosse finito in qualche guaio o gioco più grosso di lui, ravvisando quindi eventuali responsabilità di terzi. Al momento non ci sono elementi a confermarlo, ma è chiaro che se fosse stato minacciato o ricattato per qualsiasi motivo si potrebbe ipotizzare il reato di induzione al suicidio. Il fascicolo per la sua morte, infatti, è ancora per omicidio (scelta tecnica dovuta alla necessità di svolgere accertamenti), ma chi indaga non ha alcun dubbio sul fatto che sia l’unica ipotesi non più perseguibile. 

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