Al via la scuola politica di Totò Cuffaro: per l’ex presidente platea bipartisan. Dal dem Cracolici all’M5s di Paola

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Ad aprire le danze sarà Totò Cuffaro venerdì con la prima lezione della scuola politica organizzata a Ribera (Agrigento) dalla Democrazia cristiana, il partito rifondato dall’ex presidente della Regione dopo aver scontato una pena a 7 anni per favoreggiamento alla mafia. A seguire, subito dopo di lui, ci sarà niente meno che il presidente dell’Antimafia regionale, il dem Antonello Cracolici. Ma a prendere parte alla scuola politica di Cuffaro saranno anche l’ex iena Ismaele La Vardera e il portavoce del M5s nell’isola, Nuccio di Paola, con quest’ultimo che terrà la sua lezione di Politica in un giorno simbolo: il 23 maggio. Dietro a questa scelta, secondo il pentastellato, ci sarebbe una precisa volontà di andare nel cuore del “cuffarismo” per parlare “male del cuffarismo”. Una scelta a dir poco machiavellica, ma condivisa anche da La Vardera: i due hanno anche firmato un comunicato congiunto per spiegare la loro presenza. “Abbiamo accettato – hanno spiegato – a patto di dire tutto ciò che vorremo senza filtri e senza limiti. Diremo cosa pensiamo della politica fallimentare cuffariana, diremo che la nostra visione politica sta agli antipodi del cuffarismo. L’occasione di potere dire queste cose in ‘casa’ di chi ci ospita era troppo ghiotta per rifiutarla. Ovviamente lo faremo con garbo”.

La scuola politica è stata inaugurata da Cuffaro già da qualche anno. Organizzata da Carmelo Pace, deputato regionale della Dc di Ribera, e uno degli uomini più vicini all’ex presidente, la scuola 2025 avrà 18 appuntamenti cadenzati nell’arco di 12 mesi. Dopo la lezione di Cuffaro, il 21 febbraio sarà dunque la volta di Cracolici, mentre il 21 marzo a prendere il palco sarà Gianfranco Micciché, poi anche il presidente dell’Assemblea regionale, il meloniano Gaetano Galvagno, e il dem Michele Catanzaro. Poi, come detto, il 23 maggio sarà la volta di Di Paola. E poi ancora il leghista Luca Sammartino, Ismaele La Vardera, ora nel gruppo misto, l’assessore forzista Edy Tamajo, l’ex presidente dell’Ars, Totò Cascio, la meloniana Giusy Savarino. Un’infornata bipartisan di esponenti politici che terrà il microfono per 18 interventi: “Praticamente una via crucis che suggellerà il processo di beatificazione dell’ex detenuto”, scherza qualcuno nelle retrovie di Palazzo dei Normanni. Ma il dubbio di un percorso di riabilitazione totale dell’immagine dell’ex presidente della regione non è forse legittimo? “Cuffaro è già al governo della Regione mentre parliamo e il suo consenso sembra crescere. Quindi la strategia adottata finora non ci sembra abbia portato i risultati sperati. Serve agire in modo diverso per scardinare un sistema, ribadire senza paura quanto male ha fatto e fa il Cuffarismo alla Sicilia lì dove il suo consenso è più florido sia la mossa giusta”. Motivazione che non pare possa dispiacere a Cuffaro. Che, dopo aver lasciato Rebibbia giurando che non sarebbe tornato in politica, da tempo sognava la ‘benedizione’ bipartisan.

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