al suo interno non solo uffici, ma anche spazi culturali offerti alla città

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Il cantiere (durato da aprile a dicembre 2024) è stato documentato dall’inizio alla fine con una foto al giorno. Così oggi, a raccontare la trasformazione di uno degli immobili storici della città – pieno non solo di vincoli della Soprintendenza ma anche delle memorie di generazioni di modenesi – c’è un libro fotografico con la copertina rossa che si chiama ‘Casa Ciao’: dal 18 gennaio 2025 l’ex cinema Cavour, nell’omonima via, è diventato infatti la ‘casa’ dell’agenzia Ciao Comunicazione. Nell’epoca della smaterializzazione totale del lavoro il suo amministratore Matteo Seghedoni, modenese di appena 26 anni che non subisce il fascino dell’espatrio, ha deciso di comprarlo all’Arcidiocesi e trasformarlo in un open space che funge da ufficio dal lunedì al venerdì, mentre nel weekend diventa uno spazio aperto a mostre ed eventi culturali, in un’ottica di restituzione alla città. 

Spazio aperto alla città, in realtà, lo è da quando è iniziato il cantiere: “Durante i lavori tante persone si fermavano, entravano e ci raccontavano le loro storie legate a questo luogo – racconta Seghedoni -. Anche adesso chi passa e vede l’insegna (del cinema Cavour n.d.r.) ci chiede se il cinema ha riaperto. Noi facciamo entrare tutti quelli che ce lo chiedono, mostriamo loro gli spazi che abbiamo ristrutturato e spieghiamo chi siamo e cosa facciamo qui. Questo è un luogo denso di ricordi, un patrimonio collettivo. Condividerlo con la città mi sembra il modo migliore per rispettare la sua storicità”. 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il lavoro di recupero è stato tutt’altro che banale (si tratta di un edificio storico di 400 metri quadri in pieno centro storico) e le difficoltà le più svariate, dal portare la fibra al recuperare il recuperabile al fare i conti con un’altra ristrutturazione che era iniziata ma non è mai finita: quella che avrebbe dovuto trasformare l’ex cinema Cavour in una mensa per poveri. Così ora al suo interno ci sono ben due cucine: “Ma ci fanno comodo perché una la usiamo per prepararci i pranzi, l’altra è perfetta per essere utilizzata in occasione degli eventi”, spiega Seghedoni. 

Ma, soprattutto, c’è la magia del cinema e del teatro che fu. Materializzata in un brivido lungo la schiena di Seghedoni la prima volta che ha varcato la soglia dell’edificio e che gli ha fatto decidere di imbarcarsi in quest’avventura. Dall’antico proiettore conservato nella sala proiezione agli affreschi che abbracciano solo parte del soffitto, perché l’altra ospitava il palcoscenico. La balconata, oggi archivio, che ospitava le sedute più ambite – “qui mio nonno ha dato il suo primo bacio” -, la biglietteria, la scala che portava al bar dove si distribuivano i pop-corn. Uno spazio esterno “che diventerà il giardino d’inverno”, un lungo corridoio sul quale sono esposte le foto del restauro “ma che un domani potrebbe ospitare una mostra”. 

A guidare l’impresa un amore per Modena che Seghedoni definisce “viscerale”. Che traspare dal logo di ‘Casa Ciao’ disegnato da Giuliano Della Casa, nella scelta stessa di recuperare questo pezzo di storia della città, nell’elenco dei clienti di Ciao Comunicazione distribuiti nei settori chiave del territorio: automotive, cucine stellate, moda. Con un’attenzione particolare alle tante piccole e medie imprese che raccontano l’anima di Modena. 

Un amore declinato anche nella volontà di ‘Casa Ciao’ di essere un luogo aperto alla città e ai suoi stimoli: “Sono disposto a organizzarmi con chiunque abbia un’idea compatibile con questo spazio e sia aperto al dialogo. Ospiteremo mostre (le prime in primavera), eventi in occasione del FestivalFilosofia, abbiamo un rapporto diretto e proficuo con l’Istituto Venturi di Modena fatto di partnership per esposizioni, ma non solo. Vogliamo costruire un rapporto genuino con la città, basato sulla restituzione e il senso di responsabilità nei confronti dei muri che abbiamo occupato”, conclude Seghedoni. 

La storia dell’ex cinema Cavour 

Lo stabile, di oltre tre secoli fa, è nato come un teatro in continuità con la chiesa Santa Maria degli Angeli, detta del Paradisino. E’ diventato un cinema dopo essere stato una sartoria di abiti militari, durante e dopo la Prima Guerra Mondiale. Abbandonato per anni – le ultime proiezioni risalgono ai primi anni 2000 -, è stato anche luogo di occupazione, manifestazioni e discussioni sociali e politiche. 

Era il 3 dicembre del 2017 quando un corteo antagonista promosso dal collettivo Guernica sfociò nell’occupazione dell’ex cinema. Gli attivisti presero possesso dei locali e della sala con l’obiettivo di “restituire uno spazio sociale” alla città. L’occupazione si concluse dopo quattro mesi.

Le rivendicazioni circa il riutilizzo di uno spazio in disuso aprirono un dibattito acceso con la Diocesi di Modena: attraverso la Fondazione Auxilium prese corpo l’idea di una mensa per i poveri all’interno di quei locali e venne anche iniziata l’opera di restauro degli interni. Tuttavia, complice la pandemia e la scarsità di risorse economiche, la stessa Fondazione diocesana ha accantonato il progetto e nel 2023 l’immobile è stato venduto all’agenzia Ciao Comunicazione per diventare ‘Casa Ciao’.

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