Tragico suicidio a Chivasso, la trasmissione “Chi l’ha visto?” indaga sulla vicenda legata a una truffa in criptovalute

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È trascorsa quasi una settimana dal tragico ritrovamento di Alessandro Argentini, 54 anni, trovato senza vita nel letto della sua abitazione a Chivasso.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe ingerito un’alta quantità di farmaci, spegnendosi nell’appartamento che un tempo condivideva con la madre, scomparsa sette mesi fa.

Una fine che, all’apparenza, avrebbe potuto sembrare l’ennesimo caso di suicidio dettato dalla disperazione. Ma la sorella, Antonella, è convinta che dietro la sua morte si celi molto di più.

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Dopo il decesso, Antonella ha esaminato scrupolosamente lo smartphone di Alessandro e, risalendo alle conversazioni di WhatsApp fino all’autunno del 2024, ha scoperto un complicato intreccio di messaggi che dimostrerebbe come il fratello fosse rimasto coinvolto in una truffa legata alle criptovalute.

I sedicenti broker, contattati tramite numeri con prefisso britannico, lo avrebbero convinto a investire progressivamente tutto il suo patrimonio (circa 150mila euro) promettendo guadagni elevati e immediati. A quanto pare, diversi bonifici sarebbero stati indirizzati su conti intestati a terzi, fra cui una certa Ghizlane K. (a San Donato Milanese) e una presunta Luana P. (in una banca sul Lago di Como).

Il primo ad approfittare della fiducia di Alessandro sarebbe stato un “Lorenzo M.”, che, utilizzando la parola chiave «Francoforte» per dare un’apparente credibilità ai suoi movimenti, avrebbe continuato a chiedere denaro anche quando la vittima aveva iniziato a nutrire seri dubbi. A subentrare successivamente è stato un altro individuo, “Pascali”, il quale avrebbe tenuto viva la speranza di rientrare dell’investimento, esigendo continuamente ulteriori somme.

Il coinvolgimento di “Chi l’ha visto?”

La sorella, sconvolta dalla scoperta, ha deciso di rivolgersi non soltanto alla stampa ma anche alla nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, in onda su Rai 3, che già in passato si è occupata di casi simili. Proprio in una recente puntata del programma è stato ricordato il dramma di Katia Palagi, la donna lucchese che si sarebbe tolta la vita nel novembre 2024 a causa di un analogo raggiro legato alle criptovalute. I due episodi, uniti ai numerosi messaggi di segnalazione e richiesta d’aiuto arrivati in redazione, lasciano presagire un fenomeno più diffuso di quanto si pensi.

Le conseguenze per la famiglia e l’appello

Oltre al dolore per la perdita improvvisa, la famiglia Argentini si trova ora a dover fronteggiare il peso dei debiti accumulati dal 54enne. Antonella, affranta ma determinata a fare luce su quanto accaduto, ha avviato una raccolta fondi per coprire le spese funerarie e onorare la memoria del fratello.
«Chiunque desideri contribuire – spiega la donna – è invitato a non spendere soldi in fiori, ma a versare quello che può sul conto intestato a mio nome, per regalare ad Alessandro un addio dignitoso».
L’IBAN per le donazioni è: IT77V0503430370000000201273 (Banca BPM, intestato ad Antonella Argentini).

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Truffe in criptovalute: un pericolo in aumento in Italia

Le storie di Alessandro e Katia, purtroppo, non sono isolate. Numerosi italiani cadono ogni anno vittime di raggiri legati all’acquisto e alla gestione di Bitcoin o di altre valute virtuali. Spesso i truffatori agiscono da piattaforme apparentemente “certificate” o si presentano come broker esperti, convincendo le vittime a effettuare bonifici su conti terzi o a versare denaro su siti poco trasparenti.

Il meccanismo solitamente è il seguente: viene promesso un guadagno rapido e ingente, e si sollecitano continui depositi necessari, dicono, a “sbloccare” i fondi. Una volta ricevuti i versamenti, i sedicenti operatori scompaiono nel nulla o continuano a chiedere nuove somme, sostenendo che, solo pagando ulteriori commissioni, sarà possibile recuperare l’investimento iniziale.

Per proteggersi, è indispensabile:

  1. Verificare accuratamente la reputazione delle piattaforme di trading.
  2. Diffidare di broker che promettono risultati miracolosi in tempi brevi.
  3. Controllare le licenze: consultare l’albo ufficiale di Banca d’Italia o Consob.
  4. Non fornire mai dati personali o bancari a sconosciuti.
  5. Segnalare immediatamente alle autorità competenti qualunque anomalia.

Mentre la trasmissione “Chi l’ha visto?” continua a occuparsi del caso, resta viva la speranza di far luce su quanto è successo ad Alessandro e di evitare che altre persone finiscano intrappolate in truffe di questo genere. L’augurio di Antonella è che l’attenzione mediatica possa sensibilizzare i potenziali investitori sui rischi legati alle criptovalute e, al tempo stesso, offrire un aiuto concreto a chi si è già ritrovato in situazioni simili e non vede una via d’uscita.

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