Ravello ricorda Franco Lucibello: un sogno di comunità e solidarietà che continua a vivere dopo trent’anni

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di EMILIANO AMATO

Ravello non dimentica. A trent’anni dalla morte, la città della musica ricorda uno dei suoi figli migliori, più amati e preziosi: Franco Lucibello. La sua prematura dipartita, avvenuta il 31 gennaio 1995, fu un colpo doloroso per tutta la comunità. In una serata invernale particolarmente fredda, la notizia della sua scomparsa si diffuse rapidamente in paese. Un momento buio, che segnò la fine di una figura carismatica, ma anche l’inizio di un ricordo che, a distanza di tre decenni, resta vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto.

Franco Lucibello, maestro unico alle scuole elementari di Via Roma e straordinario animatore sociale, ha avuto un impatto profondo sulla generazione di giovani ravellesi nei primi anni Novanta. La sua dedizione all’insegnamento, unita alla sua passione per il sociale, lo aveva reso una figura fondamentale nella comunità, tanto che oggi, a distanza di trent’anni dalla sua morte, si celebra il suo impegno.

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Il suo percorso come animatore nella parrocchia del Lacco, dove insieme a molti giovani dell’epoca riuscì a dar vita a un centro di aggregazione che diventò un punto di riferimento per tanti ragazzi del paese. Il Circolo Anspi di Ravello, che prese vita sotto la sua spinta, è stato il simbolo del suo spirito comunitario. In quegli anni, la ridente borgata della città della musica vide nascere tante iniziative sociali e ricreative al campetto appena realizzato, alle attività ludiche nel sottotetto della chiesetta parrocchiale capaci di coinvolgere i ragazzi ravellesi. Ping pong, calcio balilla, gite e serate ricreative segnarono un’epoca che portò alla creazione di una rete sociale forte e vivace.

Ma Franco Lucibello non è stato solo un grande animatore. La sua passione per il teatro e la sua capacità di coinvolgere i giovani nella cultura lo portarono a essere una figura centrale anche nel gruppo teatrale “La Ribalta”. La sua presenza e il suo carisma sulla scena sono indimenticabili, ma ciò che lo rendeva davvero speciale era la sua capacità di trasmettere valori e passione per l’impegno civile, non solo nell’ambito culturale, ma anche nella vita quotidiana.

La sua carriera scolastica è iniziata come insegnante di sostegno, per poi proseguire come docente di matematica. A scuola, Franco Lucibello ha sempre cercato di essere più di un semplice insegnante, cercando di formare i suoi giovani concittadini non solo nella trasmissione del sapere, ma anche come cittadini consapevoli e responsabili. La sua capacità di creare legami profondi con i suoi alunni ha favorito una generazione che ancora oggi porta avanti i suoi insegnamenti nel sociale.

Quando una persona si distingue per impegno sociale e culturale, non solo lascia tracce nel proprio tempo, ma getta semi di cambiamento che possono germogliare anche nei periodi di silenzio o difficoltà. Il ricordo diventa allora un atto di resistenza contro l’oblio e un incentivo a non lasciare che le loro battaglie si spengano. Nei luoghi che li ha visti protagonisti, ricordare le loro storie, raccontare i loro sogni, diventa un dovere collettivo: un segno di gratitudine verso chi ha speso la propria vita per il bene comune e un monito a non abbassare mai la guardia nei confronti dei valori che hanno incarnato. Così, la memoria di chi è andato via prematuramente non svanisce, ma trova terreno fertile per rinnovarsi e ispirare nuove generazioni.

Oggi a Ravello, dopo trent’anni, il ricordo di Franco Lucibello non è mai svanito.

La cerimonia di commemorazione che il Comune di Ravello ha inteso organizzare proprio questa mattina (alle 10,30 al Lacco), è un segno tangibile di quanto il suo esempio sia ancora vivo. Nell’occasione sarà inaugurata una nuova area giochi a lui dedicata, con la riapposizione della targa intitolata al campetto recentemente ristrutturato.

Sarà il sindaco Paolo Vuilleumier da aprire la cerimonia a cui parteciperanno la famiglia Lucibello, la moglie, i figli, le sorelle, le cugine, istituzioni locali, ex studenti e giovani, che oggi avranno l’opportunità di conoscere la figura di Franco e l’impegno che ha profuso per il bene della comunità.

Un impegno che, sebbene la sua vita sia stata tragicamente spezzata troppo presto, ha avuto un impatto duraturo ed è quindi destinato a influenzare positivamente la città di Ravello. Ci saranno la moglie Speranza e i figli Francesca e Marco che rimasero orfani del loro papà quando erano appena bambini. Ma nonostante il vuoto che ha lasciato quella prematura perdita, sono riusciti a costruirsi una vita solida, ricca di soddisfazioni e successi.

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Entrambi, oggi, sono adulti realizzati e apprezzati nel loro ambito, ma non solo per il talento: sono anche giovani costumati, discreti e rispettosi. Hanno saputo crescere mantenendo la propria integrità, coltivando valori importanti come il rispetto per gli altri, l’impegno e l’amore per ciò che fanno. La figura del loro papà, pur se fisicamente assente, ha sempre rappresentato per loro un faro, un modello di vita.

In fondo, come scrisse Ugo Foscolo, “Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta”. Franco Lucibello vive ancora nel cuore della sua Ravello, e sarà sempre ricordato come l’uomo che ha saputo trasformare un sogno in realtà, un sogno di comunità, cultura e solidarietà.



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