Diritto e Giustizia tenta di sfruttare politicamente la vittoria di Trump, mentre Tusk incontra gli altri leader europei.
Il primo ministro polacco Donald Tusk è stato spesso critico nei confronti del presidente degli Stati Uniti, non nascondendo pubblicamente i suoi timori per la stabilità della NATO sotto la presidenza di Trump. Ottimi, invece, e ricchi di dimostrazioni di stima i rapporti tra Donald Trump e Diritto e Giustizia (PiS), partito al governo tra il 2015 e il 2023, in virtù principalmente delle simili idee conservatrici e sovraniste.
La vittoria di Trump
La mattina del 6 novembre buona parte dei membri del PiS hanno gioito in parlamento alla notizia dei risultati delle elezioni USA e ripreso le accuse che Tusk e il suo partito, Piattaforma Civica, si sentono rivolgere già da settimane. L’impressione infatti è che Diritto e Giustizia abbia deciso di avvalersi della vittoria di Trump per screditare il partito al governo facendo leva sui giudizi, talvolta aspri, che alcuni membri hanno espresso nei confronti del prossimo presidente americano.
L’argomento principale è che con Tusk e Piattaforma Civica al governo sarebbe impossibile mantenere buoni rapporti con gli Stati Uniti, storico alleato della Polonia. Sotto accusa sono specialmente un discorso pronunciato da Tusk lo scorso anno nel quale, un po’ avventatamente, non sospettando una rielezione, affermava che Trump avesse accordi con i servizi segreti russi; poi un caso che riguarda la moglie del ministro degli affari esteri Radosław Sikorski, la scrittrice vincitrice del premio Pulitzer Anne Applebaum, rea di aver spesso criticato duramente Trump, nonostante il ministro abbia giustamente rimarcato che le mogli non sono un’estensione dei mariti.
Prima delle elezioni, l’ex ministro della difesa Mariusz Błaszczak, in forza al PiS, aveva sostenuto che Donald Tusk avrebbe dovuto dimettersi in caso di vittoria dei repubblicani, un passo falso che Tusk ha saputo cogliere, sottolineando che a votare il governo polacco sono i cittadini della Polonia, non quelli americani. Molti membri di Diritto e Giustizia, compreso il leader Jarosław Kaczyński, hanno quindi preso le distanze dalle parole di Błaszczak. L’animosità dell’opposizione non desta troppa sorpresa. A maggio si svolgeranno le elezioni presidenziali, e il candidato di Diritto e Giustizia Karol Nawrocki sembra partire leggermente in svantaggio rispetto a Rafał Trzaskowski, già candidato per Piattaforma Civica nelle elezioni del 2020, perse per due soli punti percentuali contro il presidente uscente Andrzej Duda, che in primavera finirà i mandati a disposizione. Per entrambi i partiti è ovviamente fondamentale vincere queste elezioni, ma in particolar modo per Diritto e Giustizia che non vorrebbe veder consolidata la posizione di secondo partito del paese dopo le recenti sconfitte elettorali alle parlamentari e alle europee.
Possono sembrare controintuitive invece le critiche ai timori espressi da Tusk sul futuro della e l’entusiasmo per la vittoria di Trump da parte del PiS, se consideriamo che l’atlantismo, lo sdegno nei confronti della Russia e il sostegno all’Ucraina sono forse l’unico luogo d’incontro tra i due partiti rivali. La politica polacca è quasi unanimemente consapevole dei rischi che porterebbe al paese una pace ingiusta per l’Ucraina, così come sembra promettere Donald Trump agli elettori americani.
É possibile che il PiS voglia convincere gli elettori che sotto la loro presidenza la Polonia sarebbe un migliore alleato di Trump, sfruttando l’amicizia storica con il presidente eletto e il fatto che la Polonia soddisfi le sue richieste sulla spesa militare per provare a influenzare le politiche degli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.
D’altro canto, considerando il carattere istrionico di Trump, non è forse così sbagliata la prudenza, e Tusk probabilmente se ne rende conto. Il ruolo del primo ministro su questo fronte è delicato. Chiaramente è importante mantenere buoni i rapporti con l’alleato statunitense, e Tusk si è congratulato con Trump per l’elezione con un post su X, evitando i prolungati tentennamenti che ebbe Duda dopo l’elezione di Joe Biden. Non volendo però eccedere nell’entusiasmo Tusk ha però smentito il segretario di Stato agli esteri Bartoszewski quando questi ha annunciato una chiamata tra i due leader.
Sul lato pratico, Donald Tusk nei giorni dopo le elezioni si è mosso per discutere della sicurezza europea e rinverdire l’alleanza con altri leader europei: ha incontrato il presidente francese Macron e il segretario generale della NATO Mark Rutte a Varsavia e ha annunciato un futuro incontro con il premier inglese Keir Starmer. Ha partecipato successivamente a Stoccolma al Nordic-Baltic Eighth, forum di cooperazione regionale tra paesi scandinavi e baltici dove per la prima volta ha preso parte la Polonia, rafforzando la cooperazione economica e militare con questi paesi, che considera “i più importanti amici e alleati”. Rimangono freddi i rapporti con il cancelliere tedesco Scholz, che è stato pure rimproverato da Tusk in seguito alla chiamata con Putin.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link