È arrivata la sentenza della Corte di Strasburgo che condanna l’Italia riguardo la Terra dei fuochi, non si sono fatte attendere le reazioni di Legambiente e del deputato Costa.
«Una sentenza che richiama alla responsabilità un’intera classe politica che per anni ha sottovalutato, nascosto quello che accadeva in quel territorio. La Terra dei fuochi è una terra martoriata nella sua essenza più profonda ed ignorata per decenni da una classe politica trasversale che non è riuscita ad adottare soluzioni serie e concrete».
Terra dei fuochi, la Corte di Strasburgo condanna l’Italia: «Non protegge abitanti»
Così, in una nota congiunta, Stefano Ciafani e Mariateresa Imparato rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente commentano la sentenza della Corte europea dei diritti umani sulla Terra dei fuochi.
«Dal 2003, anno in cui come Legambiente abbiamo coniato il termine nel nostro rapporto Ecomafia, raccogliendo le denunce che arrivavano dai nostri circoli presenti sul territorio, si sono succeduti 12 governi nazionali e 5 a livello regionale senza trovare un ‘vaccino’ efficace contro il virus Terra dei Fuochi – spiegano – Chiediamo che in quei territori venga da subito attuata la sentenza, che impone una strategia globale, l’istituzione di un monitoraggio indipendente e una piattaforma di informazione pubblica. Deve essere fatta davvero ecogiustizia, a partire da una accelerazione seria, efficiente ed efficace della bonifica e con la chiusura del ciclo dei rifiuti». «Lo dobbiamo ai tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza.
Per fermare il fuoco e i veleni dell’ecomafia è necessario dare risposte efficaci, troppo a lunghe rimandate, che richiedono uno sforzo congiunto di tutti», concludono.
Le parole di Costa
«La condanna della Cedu? La prima parola che mi viene in testa e finalmente!“. Lo dice a Gea il deputato M5S e vicepresidente della Camera, Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente nei governi Conte 1 e Conte 2 oltre che titolare delle indagini sulla Terra dei fuochi quando era generale dei Carabinieri, grazie alle quali fu portato alla luce lo scandalo dei rifiuti in un’ampia lingua di terra nel cuore della Campania, commentando la condanna all’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha riconosciuto valido il ricorso di 41 cittadini e cinque associazioni.
«Dico finalmente nel senso che la Corte riconosce che c’e un grave attentato alla vita delle persone sul territorio della Terra dei fuochi che, lo ricordo, comprende la parte del centro nord della provincia di Napoli e la parte di centro-sud della provincia di Caserta – aggiunge -. Stiamo parlando di un’area che riguarda circa 1-1,5 milioni di persone». E non solo, perche riconosce che c’e anche «un grave attentato alla salute dell’ambiente e dei cittadini, dimostrato con l’insorgere di un numero piu alto di malattie oncologiche di vario genere, di malattie di natura asmatica e altre ancora che pur non essendo aggressive come un tumore pongono comunque in condizione di non serenita. Questo e il tema che la Cedu riconosce e che le mie indagini, negli anni Duemila, avevano dimostrato che era tutto vero», dai roghi tossici alle discariche abusive interrate.
Carfagna: da sentenza Cedu stimolo e speranza, rilanciare progetti Cis
“Dopo dieci anni di approfondimenti e indagini la Cedu conferma il danno subito dai cittadini della Terra dei Fuochi a causa degli sversamenti illegali di sostanze tossiche gestite dalle mafie. È una sentenza che rende giustizia a tutti coloro che per anni si sono battuti per denunciare lo scempio, spesso non creduti, delegittimati e minacciati: forze dell’ordine, cittadini, sindaci, associazioni, sacerdoti illuminati come Don Patriciello”. Così Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati-Centro popolare, che aggiunge: “Da ministro del Sud ho avuto un rapporto speciale con tutti loro, che portò alla firma del Cis Terra dei Fuochi: 200 milioni di euro a finanziamento di interventi sociali e di progetti di sviluppo economico e di rigenerazione ambientale e urbana, tra i quali l’avvio della bonifica dei Regi Lagni. Spero – conclude Carfagna – che quelle opere abbiano nuovo impulso da questa sentenza, che rappresenta uno stimolo e una speranza per i cittadini dell’area”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link