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Si definiscono «un manipolo di coraggiosi» e hanno intenzione di tentare «ogni strada» per arginare «le conseguenze» che un progetto del genere avrebbe (avrà?) sulla «qualità della vita» dei residenti.
Le prime parole del costituendo comitato “No torri di Boeri a Monza” (il nome non è ancora definitivo) «non contengono polemiche dal punto di vista politico: di questo progetto si parla da più giunte e chi era prima all’opposizione oggi è in maggioranza, e viceversa. Ne parliamo come cittadini attivi e come ambientalisti, preoccupati per l’indubbio aumento del traffico e, di conseguenza, di inquinamento, che la realizzazione del Piano integrato di intervento di viale Ugo Foscolo porterà in quartiere, e non solo».
A parlare è Elisabetta Bardone, tra le promotrici del nuovo organismo di partecipazione che in questi giorni sta tessendo una fitta trama di contatti con altri comitati e associazioni ambientaliste della città (in primis Sai cosa vorremmo in comune) e con tutti i cittadini attivi pronti a rimboccarsi le maniche per la causa. «Ora, nulla da dire contro il progetto in sé: l’architetto Stefano Boeri è un artista e sicuramente si prevede l’utilizzo di tecniche e di materiali innovativi. Il punto è un altro: quel progetto, così come è stato concepito, in quella zona non c’entra nulla. Cadrà in viale Foscolo come un meteorite. Lo diciamo da tempo: i primi incontri tra residenti preoccupati risalgono al 2020, e da allora non abbiamo cambiato idea».
Nasce il comitato No torri di Boeri di Monza: i motivi
Si punta il dito contro le altezze che, con i 42 metri nei punti più alti, restano comunque «eccessive», nonostante la sforbiciata e il riassetto complessivo subito dall’attuale progetto rispetto a quello presentato nel 2019 (quando le torri raggiungevano i 50 metri). Ora i due edifici residenziali, dotati di “ampie terrazze” degradanti e “integrati in un sistema di spazi verdi e giardini”, raggiungeranno rispettivamente al massimo gli undici e gli otto piani. «Anche così, comunque, non vedremo più la luce del sole: tutte le costruzioni dei dintorni sono alte al massimo un paio di piani. Ci troveremo al buio, costretti a respirare ancora più smog. Quanto a traffico la zona sfiora già quotidianamente il collasso, con viale Foscolo, via Buonarroti e via Mentana sempre paralizzate. Cosa succederà quando faranno capolino in quartiere anche i nuovi residenti? Anche perché – puntualizza Bardone – ricordiamo che, oltre agli edifici residenziali che sono spuntati qua e là negli ultimi anni, arriveranno presto nuovi appartamenti anche all’ex carcere vecchio» poco distante.
Il progetto non convince i cittadini attivi anche per altri motivi: «La plurifunzionalità dell’intervento non può essere garantita solo dall’insediamento di un paio di attività commerciali. Restano da sciogliere alcuni nodi riguardo la riqualificazione dell’ex teatrino di Cederna e altri sui duemila metri quadri migrati dal complesso della ex Buon Pastore. Speriamo – conclude Bardone, anticipando una prossima raccolta firme – di avviare presto un dialogo sia con l’amministrazione comunale, sia con la proprietà: è arrivato il momento di cambiare paradigma, di compiere scelte coraggiose. Abbiamo bisogno di un’urbanistica che migliori davvero la qualità delle nostre vite. Perché, così, rischiamo solo di rimetterci».
Comitato No torri di Boeri di Monza: la risposta dell’assessore
Mette subito i puntini sulle i l’assessore Marco Lamperti. «Ricordo che il piano è del 2015: questa è solo una variante architettonica proposta dall’operatore. I volumi del progetto sono quelli previsti dalla convenzione del Pii di dieci anni fa e vigente. La proposta di allora prevedeva la costruzione di quattro fabbricati con spazi verdi solo marginali. Dal punto di vista ambientale l’intervento sarà migliorativo: adesso tutta quell’area non è che una colata di cemento, con un’impermeabilizzazione del suolo quasi totale. Su quel suolo, poi, si trovavano 41mila metri cubi di uffici e di capannoni, 5mila in più rispetto a quelli previsti dal nuovo piano. La realizzazione del Pii prevede bonifiche a un terreno che in gran parte tornerà permeabile. Tutti gli enti, compresa Arpa, hanno escluso servisse una Vas proprio perché l’impatto previsto è appunto migliorativo». Precisazioni sul temuto incremento di traffico e di smog: «Analisi e studi realizzati provano che l’aumento di traffico sarà trascurabile. Le aree verdi miglioreranno la qualità ambientale e offriranno anche una nuova spinta alla socializzazione». E poi: «Se il comitato e tutti i cittadini interessati vorranno suggerire miglioramenti con le osservazioni, ne parleremo insieme».
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