I gruppi bancari italiani si stanno adeguando alle nuove regole europee per l’erogazione di mutui green, cioè mutui erogati a tassi di interesse agevolati per le cosiddette “case green”.
Cambiano le regole per i mutui green, cioè i mutui agevolati destinati all’acquisto, alla costruzione o alla ristrutturazione di case ad alta efficienza energetica, con l’obiettivo di promuovere edifici a basso impatto ambientale e ridurre le emissioni di CO2.
A partire dalla fine del 2024, Intesa Sanpaolo – il più grande gruppo bancario del Paese – ha modificato i criteri di erogazione di mutui green adeguandosi alla tassonomia europea.
Un passaggio importante verso la ridefinizione di ciò che oggi può essere considerata una casa green per il cui acquisto, dunque, è possibile richiedere un mutuo a tassi agevolati.
Fino a poco tempo fa, per ottenere un mutuo green era sufficiente che l’immobile fosse certificato in classe A o B, oppure che una ristrutturazione migliorasse almeno di una classe la prestazione energetica.
Oggi, invece, si tiene conto di più fattori, adattando il concetto di “casa green” al contesto climatico e alle caratteristiche costruttive dell’edificio. Questo approccio, oltre a garantire una valutazione più equa ed efficace dell’efficienza energetica, consente di ampliare il numero di immobili che possono beneficiare di condizioni agevolate.
Insomma, un edificio in classe C a Palermo non sarà equiparato a un edificio della stessa classe energetica a Bolzano, dove è ovviamente necessario uno sforzo maggiore per il riscaldamento interno.
Un passaggio importante per dare impulso alla transizione ecologica anche nel contesto edilizio.
Come funzionano i mutui green
Il principale vantaggio per chi accede a un mutuo green è rappresentato dai tassi di interesse ridotti rispetto ai finanziamenti tradizionali. Uno sconto che può arrivare anche a 35 centesimi di punto rispetto ai mutui standard.
Per le banche, invece, i mutui green offrono una garanzia ipotecaria più solida: immobili più efficienti dal punto di vista energetico hanno infatti maggior valore nel tempo e sono meno esposti a svalutazioni legate all’obsolescenza energetica.
Con l’aumento dell’attenzione verso l’efficienza energetica e la sostenibilità, i mutui green sono destinati a giocare un ruolo sempre più centrale nel mercato immobiliare. L’adeguamento ai nuovi criteri europei rappresenta un passo importante per garantire un sistema di finanziamento più equo ed efficace, incentivando investimenti in ristrutturazioni e acquisti di immobili ad alte prestazioni energetiche.
Il settore dei mutui, dunque, non si limita più a essere un supporto finanziario per l’acquisto della casa, ma diventa un motore di cambiamento per un’edilizia più sostenibile e per una maggiore attenzione all’impatto ambientale delle abitazioni.
Transizione green nel settore edilizio
L’Unione Europea ha posto la transizione energetica degli edifici al centro della sua strategia climatica.
L’obiettivo di questa decisione deriva da una consapevolezza: il settore edilizio rappresenta circa il 40% del consumo energetico totale e oltre un terzo delle emissioni di gas serra del Vecchio continente.
Se da una parte ci sono le esigenze legate alla crisi climatica, dall’altra ci sono quelle legate alla crisi energetica. L’Europa, infatti, deve necessariamente – e in breve tempo – diminuire la dipendenza dai combustibili fossili, soprattutto dopo l’instabilità causata dalla guerra in Ucraina.
Per questo, Bruxelles sta accelerando sulle normative, con l’aggiornamento della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) e il piano “Renovation Wave”, che punta a ristrutturare milioni di edifici entro il 2030.
L’obiettivo dell’Unione europea è duplice: da una parte abbattere le emissioni, dall’altra tagliare i costi in bolletta per famiglie e imprese, favorendo l’uso di fonti rinnovabili, l’isolamento termico e tecnologie efficienti. Tuttavia, la transizione non è priva di ostacoli. I costi iniziali delle ristrutturazioni e la necessità di incentivi adeguati stanno alimentando il dibattito tra governi, imprese e cittadini.
Ma per l’UE, rallentare significherebbe compromettere il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, obiettivo cardine del Green Deal europeo.
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