“La Terra dei fuochi è anche a Reggio Calabria”, le riflessioni di un “cittadino qualunque”

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È una riflessione puntuale e amara quella che Pasquale Andidero, che da anni denuncia il degrado che insiste nella zona collinare di Mosorrofa, fa sulla situazione tragica che vivono alcuni quartieri di Reggio Calabria, alla luce del pronunciamento della Corte Europea che ha condannato l’Italia per inadempienza sui rischi che vivono gli abitati della Terra dei fuochi.

“La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha decretato che lo Stato italiano ha violato il diritto alla vita degli abitanti della “Terra dei fuochi” per non essersi occupato del problema in modo tempestivo ed efficace.

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La Corte ha definito il rischio alla vita per gli abitanti della Terra dei fuochi come “sufficientemente serio, reale e accertabile” e qualificabile come “imminente”, e ha decretato che lo Stato italiano “fosse a conoscenza del problema da molti anni”.

Nonostante questo, lo Stato non ha affrontato “una situazione così grave con la diligenza e la tempestività necessarie”, anche nell’ambito della prevenzione e della comunicazione dei rischi alla popolazione. 

La terra dei fuochi – sostiene Andidero – è anche Reggio Calabria, Mosorrofa, Sala di Mosorrofa, Mortara, Arghillà, Rione Marconi e non solo da anni denunciano l’esistenza di enormi discariche che periodicamente prendono fuoco. Nel corso della presentazione del libro Portami al Mare di Domenico Latino a Mosorrofa in una sala gremita di persone presenti più che per la presentazione del libro per l’argomento che si trattava “discariche, roghi e incidenza di tumori” ancora una volta è venuta fuori la fatidica domanda se c’è relazionalità tra essi.

Presente tra i relatori il dr. Tripepi Giovanni, dirigente di ricerca Cnr che ha avviato lo studio epidemiologico promosso dalla garante regionale della salute prof.ssa Stanganelli Anna Maria appunto su rifiuti, roghi e danni alla salute. Il dr. Tripepi ha dichiarato che lo studio non ha ancora potuto, per motivi di privacy, indagare nello specifico l’incidenza nei vari quartieri mentre si sa, da consultazioni più ampie, che la città di Reggio Calabria nella sua totalità è nella media nazionale.

Lo stesso è stato però chiarissimo nell’asserire che “non dobbiamo chiederci se c’è correlazione tra discariche roghi e salute perché è accertato che tutti i roghi sono dannosi alla salute e che la combustione dei rifiuti e altamente pericolosa per cui la vera domanda è quando si manifesterà il danno su chi è stato esposto agli inquinanti liberati”.

Il ricercatore Tripepi stimava nel corso dei 15 anni il tempo di latenza dall’esposizione per la manifestazione dei danni alla salute. Nelle nostre discariche insistono materiali di ogni tipo, finanche l’amianto. I continui roghi liberano nell’aria diossina, fibre di amianto, e tante altre sostanze tossiche che noi, malcapitati, ingeriamo con la respirazione.  

A Mosorrofa, zona che conosco meglio, continua Andidero – e da più di un ventennio che si va avanti con accumulo di rifiuti e combustione degli stessi e spesso d’estate arriva fin dentro casa quell’odore insopportabile di bruciato, di plastiche combuste, che ci costringe a chiudere porte e finestre che allontanano l’odore ma non sicuramente il rischio di aver respirato sostanze nocive.

Negli ultimi 5 anni più volte abbiamo richiesto la bonifica e la messa sotto sorveglianza dei siti in questione, nulla si è mosso. A niente sono serviti i sopralluoghi degli amministratori comunali, dei carabinieri forestali, delle comunicazioni fatte a prefetti e procure, delle attenzioni dei media.

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I cittadini hanno paura e ora, dopo la relazione del dr. Tripepi ma ancor di più dopo la sentenza della Corte Europea, si chiedono perché chi può e deve intervenire non lo fa?

Si chiedono se possono denunciare chi di competenza deve occuparsi di questo problema e facendo orecchie da mercante lo accantona? Di fronte alle tante morti per tumore che si stanno verificando le autorità preposte si possono imputare di omicidio colposo? Non sappiamo se dal punto di vista legale questa imputazione può reggere ma sicuramente dal punto di vista morale è omicidio.

Quanto decretato dalla Corte Europea per l’Italia può essere applicato ai nostri amministratori che sapendo da tanto tempo di un rischio reale, serio e imminente continuano a posporre all’infinito un vero intervento per proteggere la vita dei cittadini?”.

 



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