Caserta, la confessione sui social di Raffaele Giovine, ambientalista della prima ora: «Il mio cancro è causato da fattori ambientali. Avevamo ragione quando manifestavamo nelle piazze per l’interramento dei rifiuti tossici»
«Sono un malato oncologico. Il mio tumore è causato da fattori ambientali». A mezzogiorno di venerdì 31 gennaio Raffaele Giovine, consigliere comunale di opposizione a Caserta, candidato sindaco alle ultime amministrative contro il candidato del Pd e con l’appoggio di liste civiche e movimenti, rompe ogni riserbo e pubblica sui suoi social un post in cui appare su un lettino d’ospedale, presumibilmente durante una seduta di chemioterapia, con il volto parzialmente coperto da una mascherina di quelle che si utilizzano negli ambienti asettici.
«Avevamo ragione ma non ce ne facciamo nulla: qui si muore»
«Fattori ambientali», gli hanno riferito i medici. Giovine, 30 anni, ingegnere ambientale laureato alla Federico II di Napoli, tira le somme: «Significa di fatto che la mia colpa è vivere in questa terra» pur mantenendo, è lui stesso a ricordarlo, «uno stile di vita sano: non fumo, sono vegetariano, faccio sport». La diagnosi del male risale allo scorso dicembre ma Raffaele Giovine sceglie queste ore per renderla pubblica. «La Corte Europea condanna l’Italia per non aver fatto abbastanza per tutelare la popolazione della Terra dei Fuochi dall’inquinamento», spiega egli stesso. «Avevamo ragione un decennio fa quando manifestavamo nelle piazze dopo le dichiarazioni di Sandokan (il pentito Carmine Schiavone, cugino di Francesco, ndr) che confessava di aver interrato rifiuti tossici – argomenta ricordando l’impegno da ambientalista in prima fila -. Avevamo ragione, ci dice l’Europa, ma non ce ne facciamo nulla quando un amico muore o quando dobbiamo affrontare una sfida di questa portata».
«In questa regione è vietato ammalarsi»
La Terra dei fuochi. Caserta città non è ricompresa nel territorio che è stato individuato e catalogato come a rischio. Ma Caserta Sud, il lembo più vicino di quest’area marchiata da un’etichetta che significa terra di dolore e lutti, è solo a 6/7 chilometri in linea d’aria. E nel capoluogo ci si ammala e si muore di cancro né più e né meno come in tutte le altre aree tra Napoli Nord e Caserta Sud, passando per l’Agro Aversano, feudo d’origine del clan dei casalesi. A proposito dei «protocolli rigidissimi» cui da qualche tempo l’ambientalista è costretto a misurarsi, Giovine accusa: «Una chemio ogni due settimane, analisi del sangue settimanali o la radioterapia tutti i giorni, con le dita incrociate ogni volta che si entra in quel tubo che ti darà il responso di una PET. Non ce ne facciamo nulla quando viviamo in una regione in cui la possibilità di ottenere le esenzioni sanitarie finiscono il quindici del mese». E qui ammette: «È in queste circostanze che ti rendi conto del privilegio di poterti permettere di essere malato». Ovvero, di poter accedere a cure a pagamento.
«Va potenziata la sanità di prossimità»
«Ho sempre fatto nel mio impegno politico la questione ambientale il centro della mia azione. Ultimamente sono stato denunciato per aver piantato alberi», ricorda oggi riguardo un episodio che risale alla scorsa estate. «Non basta nulla. Bisogna riscrivere le regole della nostra terra. Chi ha inquinato deve pagare. Bisogna bonificare la nostra terra», osserva. E ancora: «Bisogna potenziare la sanità di prossimità: non ci possiamo mettere mesi per scoprire di essere malati». Raffaele Giovine conclude la sua accusa con una nota di speranza: «Non esiste una terra maledetta, non esiste un futuro già scritto. Sta a noi fare almeno un pizzico in più», è il suo auspicio.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link