In attesa di Kingdom Come Deliverance 2: la storia finora

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Mancano solo pochi giorni all’uscita di Kingdom Come: Deliverance II, l’atteso gioco di ruolo medievale e sequel del titolo uscito nel 2018 che, per la prima volta, ci ha portato a esplorare la Boemia medievale nei panni di Henry di Skalitz, giovane fabbro diventato poi soldato e avventuriero. Il secondo capitolo farà il suo debutto il prossimo 4 febbraio su PC, PS5 e Xbox e si prospetta un gioco di ruolo molto affascinante; se vi interessa sapere qualcosa di più sul nuovo lavoro di Warhorse Studios, vi rimando alla nostra anteprima.

Dal momento che KCD2 riparte esattamente da dove era terminato il predecessore e che sono passati ben sette anni dalla sua uscita, abbiamo pensato fosse una buona idea fare un breve riassunto della storia del primo capitolo così da rinfrescare la memoria a chi si prepara a rituffarsi nuovamente nei paesaggi della Boemia medievale, o per fornire a chi dovesse scegliere di partire direttamente dal sequel un’idea più chiara del contesto in cui muovere i propri passi.

Va da sé, ovviamente, che in un simile articolo ci saranno spoiler sull’intera trama di Kingdom Come: Deliverance, quindi proseguite nella lettura solo se la cosa non vi crea problemi. Fatta questa doverosa premessa, iniziamo col riepilogo.

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Da umili inizi nel villaggio di Skalitz…

Kingdom Come: Deliverance ci porta nella Boemia agli inizi del XV secolo: l’imperatore Carlo IV è morto e il suo successore, il figlio Venceslao, non è esattamente il più abile e carismatico dei sovrani, al punto che molti nobili del regno hanno scelto di ribellarsi contro di lui e appoggiare Sigismondo, re d’Ungheria e Croazia oltre che fratello dello stesso Venceslao, dando quindi il via a una guerra civile. Venceslao viene rapito e tenuto prigioniero a Vienna, mentre Sigismondo approfitta del caos per invadere la Boemia con le sue armate col pretesto di riportare l’ordine nella zona.

La nostra storia inizia nel tranquillo villaggio minerario di Skalitz, dedito all’estrazione dell’argento… ma le cose prenderanno presto una piega molto movimentata.

È in questo contesto che inizia quindi la nostra avventura e in cui si muove Henry, un giovane ragazzo che abita nel villaggio di Skalitz e lavora nella forgia del padre per apprendere il mestiere e diventare a sua volta un fabbro. Lui e il padre stanno ultimando un lavoro speciale, una spada preziosa da consegnare a ser Radzig Kobyla, nobile signore di Skalitz che è rimasto fedele al re Venceslao.

Ma il destino ha in serbo per Henry qualcosa di diverso da una semplice e pacifica vita da fabbro e, poco dopo aver terminato l’arma, le cose prendono una piega inaspettata: il generale Markvart von Aulitz dell’esercito di Sigismondo si presenta nell’area insieme ai suoi mercenari cumani, attaccando e dando alle fiamme il villaggio. Il giovane ragazzo fa la sua prima esperienza con la brutalità della guerriera e i suoi genitori vengono uccisi nell’attacco per mano proprio del comandante von Aulitz, ma Henry riesce a scappare su un cavallo e trarsi in salvo, prima di raggiungere stremato il vicino castello di Talmberg, proprietà di ser Divish, un anziano nobile della zona.

Dopo essere stato soccorso e portato all’interno delle mura, Henry avvisa i locali di quanto accaduto a Skalitz. La notte successiva transitano dal forte ser Radzig e alcuni suoi uomini che sono riusciti a sopravvivere all’attacco, ma nonostante l’offerta di ospitalità di ser Divish scelgono di proseguire verso la cittadina di Rattay per non mettere ulteriormente a rischio la sicurezza del castello e dei suoi abitanti. Henry, che nel frattempo ha ripreso le forze, ha un breve dialogo con Radzig ed esprime la sua volontà di tornare al villaggio per dare una degna sepoltura ai suoi genitori ma il nobile gli proibisce espressamente di abbandonare il castello e raccomanda a Divish di tenere sott’osservazione il giovane così che non possa compiere alcun gesto avventato.

Dopo aver visto il suo villaggio messo a ferro e fuoco dai soldati di Sigismondo, Henry riesce a salvarsi ma desidera vendetta contro gli uomini che hanno causato la morte dei suoi genitori.

Il mattino dopo Markvart von Aulitz e le sue forze arrivano effettivamente nei pressi del castello e chiedono a Divish da che parte sta nella guerra civile e se Radzig non si sia nascosto lì, ma l’anziano signore riesce a convincere il generale ad andarsene senza ulteriori conflitti. Henry si sente in colpa per essere scappato da Skalitz abbandonando i suoi genitori e progetta di tornare sul posto, quindi riesce a eludere le guardie e tornare a casa, trovandosi di fronte a un villaggio completamente devastato.

Mentre si prepara a seppellire i genitori, il giovane viene attaccato da un piccolo gruppo di banditi, che gli ruba la spada forgiata dal padre per ser Radzig e lo riduce in fin di vita, ma prima che possano dargli il colpo di grazia vengono i furfanti vengono distratti dall’arrivo di Theresa, figlia del mugnaio di Skalitz, e soprattutto da quello delle guardie di Talmberg guidate dal capitano ser Robard, che mettono in fuga i malviventi salvando la vita a Henry.

Nuove alleanze e vecchi rancori

Henry viene poi portato da Theresa a Rattay, dove viene ospitato dallo zio di lei, il mugnaio del posto. Una volta ripresosi e dopo aver promesso al mugnaio di ripagarlo per le cure fornite, il ragazzo scopre che ser Radzig si trova proprio nella cittadina come ospite d’onore del signore locale Hanush, e pur con qualche sforzo riesce a raggiungere Radzig, a domandargli scusa per aver perso la spada e offrirgli i suoi servigi. Questi accetta dunque di prendere Henry al suo servizio e lo manda a ricevere un addestramento marziale dal capitano Bernard, per poi affidargli il compito di pattugliare le strade della città.

Il giovane Henry si addestra nell’uso della spada: la strada per diventare un maestro spadaccino è però ancora lunga.

Proprio durante la pattuglia, Henry si scontra con Hans Capon, il giovane e viziato nipote di ser Hanush con cui aveva già avuto uno scambio dialettico non troppo amichevole in precedenza; i due vengono alle mani ma sono interrotti dall’arrivo di altre guardie e portati di fronte allo zio di Hans, che si arrabbia con entrambi ma in particolare è spazientito dai continui eccessi del suo giovane erede, ancora incapace di assumersi le sue responsabilità, di comportarsi come si addice a un gentiluomo o di ispirare rispetto e lealtà negli altri. Hanush comunica quindi ad Hans che alla sua prossima battuta di caccia porterà Henry con sé come suo paggio.

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I due vanno a caccia di lepri assieme, e la relazione che era iniziata in modo tanto burrascoso si risana quando Hans si imbatte in una piccola squadra di cumani che lo prendono prigioniero, venendo poi salvato proprio da Henry; avendo vissuto questa breve e pericolosa avventura insieme, i ragazzi iniziano a nutrire maggiore fiducia reciproca, e Hans capisce che aveva giudicato male il figlio del fabbro.

Henry riprende il suo regolare servizio e viene mandato a indagare sulle attività di alcuni banditi che hanno attaccato delle stalle di proprietà di un signorotto locale rimasto fedele a re Venceslao; durante le sue indagini fa la conoscenza di personaggi peculiari come padre Godwin, un prete che vive apertamente con la sua concubina e ama passare le serate a ubriacarsi in taverna, ma che è in grado di aiutarlo e indirizzarlo sulla pista giusta.

Dopo aver rintracciato i banditi nel loro rifugio è tempo di passare all’offensiva e ingaggiare battaglia.

Dopo una serie di disavventure, Henry scopre che non si tratta di comuni briganti in cerca di bottino, bensì menbri di una banda molto numerosa e ben organizzata che ha il proprio luogo di ritrovo in un insediamento ben sorvegliato. Inoltre sono guidati da Runt, l’uomo che ha attaccato e quasi ucciso Henry fra le rovine di Skalitz. Il ragazzo riferisce quanto scoperto a Radzig e poi partecipa all’attacco contro i banditi, finendo anche per confrontarsi col loro capo e a ucciderlo dopo averlo sconfitto in un duello, ma non trova comunque la spada che gli era stata rubata.

Da un monastero all’assedio di un castello

Dopo la battaglia, Henry continua a investigare sulle attività di altri gruppi di banditi locali scoprendo un gruppo nei pressi di Sasau che sta pagando dei mercenari con delle monete false, e decide quindi di approfondire la cosa; la pista lo porta persino a infiltrarsi nel monastero di Sasau fingendosi un monaco novizio. Nell’abbazia si nasconde infatti qualcuno che conosce diversi particolari sulla faccenda, e dopo aver passato qualche giorno fra i frati Henry riesce a smascherare l’intruso e farsi dire chi si cela dietro la contraffazione e come trovarli.

Il ragazzo abbandona quindi la vita monastica e si infiltra nella banda, ma viene scoperto e preso prigioniero da Istvan Toth, un nobile ungherese che sta organizzando banditi e mercenari locali per scagliarli contro i nemici di re Sigismondo. Toth rivela di essere in possesso della spada forgiata per ser Radzig e comunica a Henry una scioccante verità: il padre biologico del ragazzo non è infatti il fabbro che l’ha cresciuto ma sarebbe invece il nobile ser Radzig.

Tra un viaggio e l’altro, c’è pure tempo di avventurarsi fra le mura di un monastero e sperimentare per qualche giorno la vita dei religiosi.

Henry è imprigionato nel campo degli uomini di Toth, che intendono usarlo per chiedere un riscatto, ma tra loro c’è un superstite di Skalitz che, avendo riconosciuto il ragazzo ed essendo stufo della vita fra i furfanti, lo libera e lo conduce fuori dal campo, aiutandolo a tornare a Rattay. Qui Radzig si ricongiunge con suo figlio e ammette la verità: da giovane aveva avuto una breve storia con la madre del ragazzo ma, essendo lei una popolana, il matrimonio era fuori questione; così il ragazzo era stato cresciuto dal fabbro Martin insieme alla madre.

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In ogni caso, saputo della posizione del campo nemico che ospita l’esercito di furfanti e mercenari al servizio di Toth e Sigismondo, i nobili Radzig, Hanush e Divish di Talmberg decidono di radunare le loro forze e sferrare un attacco decisivo contro i loro nemici, ma arrivati sul teatro dello scontro scoprono che il campo è protetto solo da una piccola guarnigione, mentre il grosso delle truppe ha già lasciato la zona. Poco dopo un messaggero li informa che Istvan Toth e i suoi uomini sono riusciti a infiltrarsi a Talmberg e a prendere il controllo del castello, catturando anche dama Stephanie, la moglie di ser Divish. Ser Radzig tenta quindi una sortita per liberare la donna e riprendere il controllo del forte, ma il suo piano fallisce e lui stesso diventa prigioniero.

Tempo di un’altra battaglia, questa volta per espugnare un castello e liberare gli alleati tenuti in ostaggio fra le mura.

Anche Henry e Hans Capon, ormai amici, tentano di infiltrarsi nella roccaforte e liberare gli ostaggi approfittando del calare della notte, ma pur riuscendo a raggiungere le mura e sconfiggere alcuni dei soldati, il loro piano fallisce e sono quindi costretti a una fuga precipitosa, riuscendo a mettersi in salvo dopo qualche peripezia.

A questo punto gli eserciti di Hanush e Divish si accingono a prendere d’assedio il castello, ma un assalto diretto costerebbe le vite di troppi uomini, così fanno costruire un trabucco e lo usano per ottenere un vantaggio riuscendo a sconfiggere i nemici: Toth ha ancora i due ostaggi con sé e li usa come leva per negoziare la resa, riuscendo poi a scappare illeso dopo aver liberato prima dama Stephanie, e infine Radzig.

I protagonisti hanno ottenuto la vittoria ed eliminato gran parte dei banditi e mercenari che scorrazzavano seminando il caos nella regione, ma si sono lasciati sfuggire il loro comandante. Si radunano così a Rattay, dove vengono raggiunti da Jobst di Moravia, un grande signore feudale nonché cugino dei sovrani Venceslao e Sigismondo. Questi è stufo del protrarsi del conflitto, e desidera porvi fine.

Henry e ser Hans ammirano il castello di Trosky in lontananza, e si preparano a completare la loro missione.

L’uomo propone di unire le forze e cercare di portare altri nobili dalla loro parte, infine tutti si accordano per un nuovo piano: tentare di convincere Otto von Bergow e altri membri della lega dei signori a cessare il loro supporto a Sigismondo a favore di Venceslao. Henry e Hans vengono incaricati di partire per una nuova missione: al comando di una piccola squadra armata dovranno recarsi al castello di Trosky per consegnare questo importante messaggio a von Bergow.

Così finisce l’avventura di Kingdom Come: Deliverance, con Henry e il suo amico pronti a partire per un nuovo viaggio. Per sapere come prosegue la storia non resta che attendere l’uscita di Kingdom Come: Deliverance II.

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