Il Cile approva una storica riforma del sistema pensionistico — Il Globo

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Era stata una delle richieste più rilevanti nelle proteste di ottobre 2019. Soppianta la legge che risale alla dittatura di Pinochet e lasciava a carico del lavoratore tutti i contributi.

SANTIAGO DEL CILE – Il Congresso del Cile ha approvato una riforma strutturale al sistema pensionistico proposta dal governo di Gabriel Boric, che istituisce il Sistema misto di pensioni e un’assicurazione sociale.

Secondo il governo cileno, il nuovo ordinamento beneficerà circa 2,8 milioni di pensionati, che vedranno aumentare le loro pensioni tra il 14% e il 35%. 

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L’assicurazione sociale “compenserà in modo giusto i pensionati attuali e futuri per ogni anno di contributi, e correggerà un’ingiustizia storica nei confronti delle donne – ha spiegato il governo cileno in un comunicato –. Quasi un milione di donne riceveranno una compensazione giusta per il divario nelle loro pensioni e a più di un milione di persone, che si sono impegnate a versare contribuiti, saranno riconosciuti i loro anni di lavoro”. 

Verrà inoltre modificata la Pensione garantita universale (Pgu), un beneficio non contributivo, che aumenterà gradualmente da 214.000 pesos (216 dollari) a 250.000 pesos (250 dollari). 

La riforma aumenta dal 10% al 17% i contributi a carico del datore di lavoro, ma non elimina totalmente le Amministratrici dei fondi pensionistici (Afp), le aziende private che gestiscono le pensioni, come aveva inizialmente proposto il governo. 

Il progetto è stato approvato con cento voti favorevoli nella sua terza lettura nella Camera legislativa, con il supporto sia della maggioranza che della Democrazia Cristiana e una parte della coalizione di destra, Chile Vamos. Boric ha celebrato ieri sera l’approvazione in diretta nazionale, sottolineando che la riforma rappresenta “un grande successo per il Cile, un imperativo etico e un atto di giustizia, di profondo affetto e rispetto per la nostra gente”. 

Ha anche sottolineato che la riforma approvata dal Congresso Nazionale rappresenta “il progresso più importante in materia pensionistica degli ultimi decenni, che si costruisce su altri progressi fatti dai governi precedenti, come quelli della presidente (Michelle) Bachelet e del presidente (Sebastián) Piñera”. 

Gabriel Boric in conferenza stampa.

Il presidente ha nuovamente parlato del nuovo sistema questa mattina, dopo aver partecipato a una colazione con un gruppo di persone, anziane per discutere della riforma. Ha rilasciato una dichiarazione alla stampa in cui ha evidenziato che è stata la volontà trasversale di arrivare a un accordo a permettere che fosse approvata la nuova legge: “Voglio sottolineare la disposizione al dialogo, l’impegno di tutti coloro che hanno reso possibile questa riforma. Non sarebbe stata realizzata se ciascuno fosse rimasto nella propria posizione originale”. 

La proposta era stata annunciata da Boric il 2 novembre 2022 e presentata formalmente alla Camera dei Deputati il 7 novembre dello stesso anno. Modifica il sistema pensionistico istituito nel 1981 dalla dittatura di Augusto Pinochet, conosciuto come il Sistema delle Afp. Sotto quel sistema, totalmente privato, il lavoratore era l’unico responsabile del finanziamento della sua pensione, senza il contributo del datore di lavoro, che fosse privato o statale.

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Con la riforma approvata dal Congresso, le aziende dovranno contribuire con l’8,5%, mentre i lavoratori continueranno a coprire il 10% degli accantonamenti. 

“È stato fatto un passo importantissimo. È una riforma che cambia ciò che la dittatura ha fatto a questo Paese. Siamo passati da una logica puramente individualista a complementarla con un’assicurazione sociale e ci avviciniamo a principi tanto ragionevoli e necessari come la solidarietà”, ha dichiarato in conferenza stampa dopo l’approvazione la ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale, Jeannette Jara. 

 L’approvazione della legge sulle pensioni rappresenta una grande vittoria politica per Boric, poiché il progetto era una delle principali promesse elettorali e ha avuto successo nonostante l’Esecutivo non possieda una maggioranza propria in Congresso. 

 La ristrutturazione del sistema è stata inoltre una delle richieste più rilevanti nelle proteste dell’ottobre 2019, che hanno causato più di 30 morti e migliaia di feriti. 



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