i tagli BCE di gennaio 2025

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  • La BCE ha disposto un nuovo taglio dei tassi di interesse, continuando una discesa iniziata con l’allentamento dell’inflazione generale in Europa.
  • Il tasso sui depositi passa dal 3% al 2,75%, con la quinta diminuzione consecutiva, che denota un andamento positivo nell’economia generale, anche se ci sono ancora delle criticità.
  • Il costo del denaro viene ridotto di 25 punti base dalla BCE e questo porta a novità positive per tutti coloro che devono aprire un mutuo o un prestito con una banca.

Arrivano buone notizie per tutti coloro che si apprestano ad aprire un mutuo, perché i tassi di interesse sono nuovamente in discesa, per la quinta fase consecutiva. La BCE in un recente comunicato stampa1 ha dichiarato un abbassamento di 25 punti base del costo del denaro, favorevole alla ripresa economica nel continente.

Da qui deriva un abbassamento dal 3% al 2,75% del tasso sui depositi e questo rende meno dispendioso sostenere un prestito o un mutuo per le imprese e per le famiglie. Queste scelte sono prese nell’ottica di una discesa progressiva dell’inflazione, che al contrario aveva raggiunto picchi record negli scorsi anni, soprattutto a seguito della pandemia.

Si prospetta una discesa fino al 2% nel 2025, ma la BCE ricorda che l’economia è ancora debole e che la spesa dei cittadini continua ad essere cauta. Vediamo in questo articolo quali saranno le conseguenze di queste decisioni da parte della Banca Centrale Europea per i cittadini italiani ed europei e per le imprese.

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La BCE taglia i tassi di interesse: tutti i dati

La Banca Centrale Europea ha deciso per un nuovo taglio che nel suo complesso riguarda 25 punti base. Nel dettaglio, i tassi cambiano a gennaio 2025 in questo modo:

  • tasso di interesse sui depositi: scende dal 3% al 2,75%;
  • tasso di rifinanziamento: scende dal 3,15% al 2,90%;
  • tasso sui prestiti marginali: passa dal 3,40% al 3,15%.

Questo taglio è il quinto di seguito stabilito dalla BCE, in linea con l’andamento in discesa dell’inflazione. Negli scorsi anni aveva toccato picchi considerevoli, causando al tempo stesso crisi economica e innalzamento generale dei prezzi. Ricordiamo che in questa fase a pesare sui conti dei cittadini europei e italiani erano soprattutto gli interessi su prestiti e mutui, talvolta saliti alle stelle.

Questi numeri, come vedremo tra poco, impattano sulla capacità di imprese e privati di sostenere le rate di un prestito o di un mutuo e quindi direttamente sui conti dei cittadini.

Andamento inflazione gennaio 2025

Tassi interesse BCE

L’inflazione continua la sua lenta discesa, anche se rimane ancora piuttosto alta. Attualmente la BCE ritiene che possa scendere nel corso del 2025 al 2%, migliorando sensibilmente la situazione economica generale.

Ricordiamo che negli scorsi anni tale percentuale ha raggiunto picchi mai visti in precedenza, causando non pochi problemi sui risparmi dei cittadini. In Italia in particolare nel 2022 l’inflazione aveva raggiunto il +11,9%, causando un effetto a catena sui risparmi di famiglie e imprese e facendo impennare i prezzi di materie prime, prodotti finiti e servizi.

Al momento la BCE segnala come il processo disinflazionistico sia avviato da tempo, in linea con le previsioni europee. Christine Lagarde, Presidente della BCE, nel suo comunicato stampa2 ha brevemente presentato la situazione in cui si trova l’Europa agli inizi del 2025:

“Il processo disinflazionistico è ben avviato. L’inflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni dei nostri esperti e dovrebbe tornare al nostro obiettivo di medio termine del 2% nel corso dell’anno. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che si attesterà stabilmente intorno al nostro obiettivo.”

Prosegue con una descrizione dello scenario economico attuale, in cui l’inflazione interna è comunque alta, soprattutto perché i prezzi e gli stipendi stanno cambiando con tempi in ritardo rispetto al momento dell’incremento dell’inflazione.

Conseguenze dei tagli della BCE su prestiti e mutui

Andando a vedere nella pratica come impattano le novità su famiglie e imprese, va considerato che i tagli ai tassi di interesse rendono più favorevole la sostenibilità di prestiti e mutui, facilitandone il pagamento. In particolare il taglio dei tassi favorisce un aumento dei prestiti e dei mutui richiesti dai cittadini, in controtendenza rispetto a quanto registrato negli ultimi anni.

Contabilità

Buste paga

 

A rappresentare con precisione questo scenario è la Federazione Autonoma Bancari Italiani3 (FABI), che evidenzia come negli ultimi sei mesi i mutui abbiano registrato un aumento per 4,4 miliardi di euro, soprattutto per la casa.

Andando a vedere invece come le novità influiscono sui prestiti richiesti dalle imprese, si riscontrano ancora dati piuttosto negativi. L’unico aumento riguarda i prestiti a medio termine (+1,5%, ovvero 2,3 miliardi in più), mentre si assiste ad un grosso taglio (-4,9%, per 15,4 miliardi) per i finanziamenti a lungo periodo.

Mentre da un lato i tagli dei tassi di interesse danno slancio agli acquisti di abitazioni private, rimane ferma la situazione sui prestiti alle imprese, per cui si assiste ad una decrescita, come indicato nel grafico da FABI.

Per le imprese quindi la ripresa, almeno in termini di prestiti e investimenti, sembra essere ancora lontana: pesano soprattutto i rincari dei prezzi delle materie prime, le spese per la produzione e la mancanza di liquidità.

Le attività hanno quindi pagato più di tutti il prezzo dell’inflazione e della crisi economica degli ultimi anni e questo può risultare piuttosto contrastante soprattutto in vista della necessità di attuare un processo di transazione digitale e in ottica green.



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