Estorsioni, truffe e riciclaggio di denaro sporco: in appello 10 condanne a 71 anni di carcere per il processo Grande Carro

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FOGGIA – Un’assoluzione e 10 condanne a complessivi 71 anni, 11 mesi e 20 giorni nel processo d’appello “Grande carro” a 11 persone accusate a vario titolo di mafia quali presunti appartenenti a un gruppo vicino al clan Sinesi/Francavilla della “Società”; estorsioni seguite da incendi e danneggiamenti per intimidire le vittime; possesso illegale di armi; truffe e relativi falsi per conseguire indebitamente contributi comunitari; trasferimento fraudolento di beni; illecita concorrenza. Poco dopo le 18 i giudici della terza sezione della corte d’appello di Bari al termine del processo iniziato nel giugno 2023, hanno inflitto pene da 22 mesi a 12 anni.

Il pg Pasquale De Luca nell’udienza del 12 settembre scorso chiese 11 condanne a complessivi 78 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione, con sconti di pena per 10 degli 11 imputati rispetto alla sentenza di primo grado del gup di Bari del 22 luglio 2022 quando ci furono 1 assoluzione e 11 condanne a 94 anni. I difensori sollecitavano assoluzioni e/o riduzioni di pena. Per altri 28 coimputati da gennaio 2022 è in corso il processo di primo grado in Tribunale a Foggia con rito ordinario. Inflitti 7 anni e 8 mesi (in continuazione con i 18 anni comminati negli anni Novanta per mafia e droga nel maxi-processo “day before” alla “Società foggiana”) a Franco Delli Carri, cinquantaduenne, nipote del boss Roberto Sinesi (estraneo al processo).

Accusato di mafia, estorsioni, trasferimento fraudolento di beni, armi, truffa e falsi, in primo grado gli furono inflitti 16 anni; Franco Delli Carri è ritenuto al vertice dell’associazione insieme al fratello maggiore Donato: quest’ultimo, killer del costruttore Giovanni Panunzio ucciso dal racket nel ’92, è uno dei 28 coimputati del processo in corso a Foggia.

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Nessuno sconto di pena invece per 2 ergastolani. Confermati i 6 anni e 8 mesi del verdetto di primo grado per Franco Russo, quarantottenne, colpevole di mafia: anche lui è nipote di Sinesi, da 12 anni sconta il carcere a vita per un omicidio commesso a Foggia il 19 aprile 2003 nella guerra che si combatté in quel periodo tra i clan Sinesi/Francavilla e i Trisciuoglio/Prencipe contrassegnata da 14 morti e 4 agguati falliti in 15 mesi. Confermati gli 11 anni inflitti a Cristoforo Aghilar, di Orta Nova, accusato di mafia, estorsioni, incendi, danneggiamento e possesso di armi; nei giorni scorsi la Cassazione ha reso definitivo l’ergastolo per aver ucciso a coltellate a Orta Nova nell’ottobre 2019 la vicina di casa Filomena Bruno.

Quanto a Luciano Cupo ritenuto uno degli uomini fidati di Sinesi, è stato assolto dall’accusa di mafia e condannato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni per estorsione: dopo oltre 4 anni è tornato libero con revoca dei domiciliari; nel suo passato condanne nei processi al racket delle mozzarelle e a quello dei parcheggi.

L’indagine “Grande carro” dei carabinieri del Ros portò a 48 arresti nel blitz del 27 ottobre 2020, coinvolgendo malavitosi e insospettabili imprenditori, funzionari pubblici e professionisti. La Dda chiese il rinvio a giudizio di 41 persone per 94 imputazioni. A fine settembre 2021 il processo si sdoppiò al termine dell’udienza preliminare: 29 rinvii a giudizio, con processo in corso a Foggia e imputati ridotti a 28 per lo stralcio di una posizione; rito abbreviato per altre 12 persone, con un’assoluzione e 11 condanne del gup di Bari. L’indagine partì a luglio 2013 quando fu catturato in Romania il latitante Franco Russo ricercato per l’omicidio commesso 10 anni prima a Foggia. Come scrisse la Dda in occasione del blitz, l’inchiesta “ha consentito di documentare l’esistenza e l’operatività di un’articolazione del clan Sinesi/Francavilla” (con al vertice i 2 fratelli Delli Carri) “attiva a Foggia, Orta Nova, Cerignola, Ascoli Satriano; e con interessi a Rimini, Irpinia, Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca”.

Anche la commissione parlamentare antimafia nella relazione stilata a gennaio 2023 fece riferimento all’inchiesta “Grande carro” per rimarcare l’ennesimo salto di qualità della “Società”, sempre più mafia degli affari. Secondo la Direzione distrettuale antimafia l’organizzazione da una parte ha continuato a perseguire uno degli obiettivi storici della criminalità organizzata foggiana, le estorsioni; dall’altra ha lucrato su contributi dell’Unione europea attraverso truffe per intascare fondi destinati a aziende agricole; ha riciclato il denaro sporco, anche acquistando beni immobili a Praga; ha gestito affari nei settori dell’edilizia, del movimento terra, della ristorazione, dei giochi e delle scommesse; s’è attivata per acquisire appalti pubblici; e ha condizionato competizioni elettorali, procurando voti e convogliando le preferenze su candidati vicini al clan.



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