Confronto a Enna, Petrigni: “La buona informazione contribuisce alla crescita della società”

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 Un confronto sulla libertà di stampa schietto e senza “difese d’ufficio” quello che ha caratterizzato, nell’auditorium Falcone-Borsellino del Tribunale di Enna, il corso di formazione promosso da Assostampa Sicilia in collaborazione il Consiglio dell’ordine degli avvocati e la Camera penale “Francesco Tavella” di Enna con un invito a fare rete, nel rispetto dei ruoli tra avvocati, giornalisti e magistratura, per consentire, nonostante la riduzione dello spazio di movimento dei cronisti dettate dalle “leggi bavaglio” una buona informazione sui territori che consenta una graduale crescita della società.

Il corso dedicato a “Cronaca giudiziaria, deontologia professionale e rapporti tra organi di informazione, avvocati e procure della Repubblica” valido per la formazione continua dei giornalisti e degli avvocati, che fa parte degli incontri avviati dal sindacato unitario dei giornalisti con il sostegno del Gruppo cronisti siciliani per sensibilizzare sul restringimento degli spazi della libertà di stampa e dei rischi per la democrazia,  ha visto al tavolo dei relatori il procuratore di Enna Ennio Petrigni, il presidente del Coa Giuseppe Milano, il presidente della Camera penale di Enna Sinuhe Curcuraci, il vicesegretario regionale vicario di Assostampa Sicilia Roberto Leone e la presidente del consiglio regionale di Assostampa Sicilia Tiziana Tavella. 

Nel corso dell’incontro, il presidente del Coa, avvocato Giuseppe Milano ha richiamato  i principi deontologici che caratterizzano il rapporto avvocatura – organi di informazione ed il perimetro entro cui devono svolgersi a tutela delle parti rappresentate. 

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La presidente del Consiglio regionale di Assostampa Sicilia Tiziana Tavella ha ricostruito la progressiva introduzione di bavagli all’informazione giudiziaria dai limiti imposti dalla legge Cartabia, ai recenti divieti di pubblicazione delle ordinanze sino ad udienza preliminare ed ai chiarimenti arrivati dalla Commissione giustizia Ue sulla norma 2016/343 che non dispongono limiti alla pubblicazione degli atti, purché venga rispettato il principio di presunzione di non consapevolezza, puntando l’accento sulle distorsioni  e paradossi che il rafforzamento della presunzione di innocenza genera nel quotidiano esercizio del diritto/dovere di informazione e nei rapporti con le fonti. 

Roberto Leone, vicesegretario vicario di Assostampa Sicilia ha rimarcato come l’attuale impianto normativo indebolisca la libertà di stampa ed il ruolo dei giornalisti, ribadendo che l’informazione per essere realmente libera ha necessità di compensi dignitosi che possono essere garantiti soltanto dai contratti veri e mai al ribasso che mettono a rischio la dignità del lavoro e l’indipendenza della categoria che inizia proprio da quella economica.

Uno sprone  forte a guardare alla realtà dei fatti ed a non nascondersi sulle responsabilità di un certo modo di fare informazione come di alcuni approcci dell’avvocatura  nella gestione fuori dalle aule giudiziarie di casi particolare interesse pubblico, è arrivato dal presidente della Camera penale , l’avvocato Sinuhe Curcuraci. Proprio dal riconoscimento degli errori, per Curcuraci, che ha ribadito da cittadino e da avvocato perché è importante il ruolo della cronaca giudiziaria nella presa di coscienza della realtà per la società, si deve partire  se  si vuole ricoprire i reali ruoli a favore della comunità.

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al procuratore di Enna, Ennio Petrigni che dopo una disamina su quella che è la attuale regolamentazione dei rapporti tra procure e organi di informazioni,  da cui emergono più criticità sulla effettiva applicabilità e funzionalità, ha ribadito come una buona informazione consenta effettivamente uno sviluppo sano della società e come il ruolo del giornalista sia reale interfaccia per far comprendere all’esterno ciò che accade nelle aule di giustizia. 

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