Categorie: Eventi / Argomenti: Cinema – David Lynch
Dal 1° al 28 febbraio, il Cinema Modernissimo di Bologna rende tributo a David Lynch con la retrospettiva dei suoi film e una mostra fotografica. La Cineteca di Bologna sta inoltre distribuendo in diverse sale italiane quattro delle opere più rappresentative del regista.
Dal 1° al 28 febbraio, il Cinema Modernissimo di Bologna rende tributo a David Lynch, a pochi giorni dalla sua scomparsa, con la retrospettiva dei suoi film, a cura della Cineteca di Bologna. Nel foyer del Modernissimo verranno esposte per l’occasione dieci fotografie scattate dal celebre regista americano, provenienti dalla Collezione di Fondazione MAST. Parallelamente, la Cineteca di Bologna sta inoltre distribuendo in diverse sale italiane quattro delle opere più rappresentative di Lynch: The Elephant Man, Strade perdute, Una storia vera e Mulholland Drive, tutte in programmazione anche al Cinema Modernissimo, insieme a molti altri capolavori del regista. Tra questi, il suo lungometraggio d’esordio Eraserhead, Velluto blu, Cuore selvaggio, Fuoco cammina con me, Inland Empire e una selezione dei suoi cortometraggi.
“La morte di David Lynch segna questo inizio di 2025”, dichiara il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli. “Ci ha fatto scoprire uno sguardo nuovo sugli USA, ha inventato un nuovo modo di intendere la relazione tra musica e immagini, ha ideato personaggi e situazioni che non dimenticheremo mai e, soprattutto, in un’epoca in cui tutto deve essere spiegato, ci ha mostrato il fascino del misterioso e dell’insondabile, anche all’interno di un film hollywoodiano. Per questa indomabile resistenza al sistema, gli saremo sempre grati, sicuri che la sua opera supererà ogni moda e ogni tempo”.
Giovedì 6 febbraio, alle 17.30, il critico cinematografico Roy Menarini terrà una lezione dal titolo Vedere il buio. Il cinema di David Lynch, offrendo un’analisi approfondita della poetica lynchiana. “In pochi si sono chiesti perché, vedendo un film di David Lynch, ci si sente a casa”, scrive Menarini. “Anche di fronte ai mondi più oscuri, alle minacce più irrazionali, alla violenza più raccapricciante, l’universo ribattezzato come Lynchtown è diventato per noi famigliare. Amiamo abitarci, tornarci, metterci alla prova ogni volta. E non è un caso che la notizia improvvisa della morte del regista americano abbia suscitato una delle più sincere e unanimi ondate di affetto che si ricordino per un artista: evidentemente quel piacere di fronte ai suoi racconti distorti e geniali è sempre stato dettato dall’integrità artistica e dalla trasparenza creativa. Lynch, in pratica, ci ha sempre detto la verità, si è confessato con un candore unico, si è spogliato delle sue visioni e le ha condivise senza filtri, da uomo generosissimo quale era e testardamente dedito al suo cinema e alle sue immagini. Rivedere tutti insieme i suoi film significa ora riguardare in prospettiva tutta la nostra Lynchtown personale, perdendoci volontariamente in quel magnifico e impareggiabile labirinto visionario dove i confini tra un’opera e l’altra tendono a sfumare”.
Le fotografie di David Lynch nel foyer del Modernissimo
Le immagini esposte hanno fatto parte della mostra The Factory Photographs, curata da Petra Giloy-Hirtz in collaborazione con Fondazione MAST e The Photographers’ Gallery, tenutasi al MAST nel 2014.
Gli scatti, realizzati tra il 1986 e il 2000 nelle aree industriali di Berlino, Łódź e nel New Jersey, riflettono l’interesse di Lynch per le fabbriche e la sua ossessione per ciminiere, comignoli e macchinari, per l’oscurità e il mistero. Le immagini immortalano ambienti un tempo cardine del progresso industriale, ora trasformati in scenari evocativi, impregnati dell’aura enigmatica tipica della sua visione artistica. L’atmosfera delle sue fotografie è carica di suggestione: il nero intenso delle linee nette e grafiche si contrappone alle sfumature di grigio scuro, ricordando disegni a carboncino. È come se le polveri sottili, la fuliggine e i vapori di quei luoghi fossero rimasti impressi sulla carta, dando vita a immagini di forte impatto.
L’inconfondibile stile di Lynch emerge nei soggetti scelti, nelle tonalità e nelle ambientazioni oniriche, evocando la visionarietà labirintica ed enigmatica dei suoi film
L’ingresso all’esposizione è gratuito.
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