Angela Merkel ha attaccato il capo del suo stesso partito (e candidato cancelliere della CDU) Friedrich Merz: è “sbagliato”, ha sentenziato l’ex cancelliera, collaborare con l’ultradestra di Alternative für Deutschland (AfD). Un comunicato di poche parole ma sufficiente a scatenare una tempesta che potrebbe anche essere decisivo per le sorti di Merz al voto del 23 febbraio. Anche perché nelle ultime ore la caduta del “tabù” – ovvero la mozione sui migranti della CDU passata ieri (mercoledì) al Bundestag grazie ai voti del partito di estrema destra di Alice Weidel in un’inedita alleanza – ha indignato tantissimi tedeschi.
In migliaia giovedi sera hanno manifestato a Berlino davanti alla Adenauer Haus, blindata dopo aver mandato a casa tutto il personale su consiglio della polizia. “CDU, vergogna su di te!”, è stato il grido che ha investito la strada davanti alla sede del partito. Proteste nelle stesse ore sono state segnalate anche a Lipsia.
Merkel ha esordito dicendo di aver “sostenuto” la posizione espressa da Merz a novembre, quando il candidato cancelliere aveva assicurato di voler trovare “maggioranze solo nelle forze politiche del centro”. “Questa proposta e la posizione ad essa associata erano un’espressione di grande responsabilità politica, che io appoggio pienamente. Credo che sia sbagliato invece non sentirsi più vincolati da questa proposta e quindi, il 29 gennaio 2025, in una votazione nel Bundestag tedesco, aver consentito per la prima volta una maggioranza con i voti dell’AfD”.
Parole che hanno ridato fiato innanzitutto al socialdemocratico Olaf Scholz, apparentemente rilanciato da quello che potrebbe essere un errore strategico fatale dell’avversario: “Abbiamo perso tutti. È stata la rottura di un tabù. Probabilmente si è trattato di un giorno molto speciale della storia della nostra Repubblica federale. Io spero che non si andrà avanti nella stessa direzione”, è stato il monito lanciato dal cancelliere dell’SPD.
Gli occhi sono infatti puntati sull’appuntamento al Bundestag di domani, quando lo schema potrebbe ripetersi di fronte alla proposta di legge per inasprire le regole sui migranti, che pure potrebbe passare soltanto grazie all’aiuto di AfD. SPD e Verdi hanno già annunciato che non voteranno a favore.
Se la proposta passasse, verrebbe suggellata la prova generale superata ieri dall’estrema destra su quella che era ancora soltanto un’indicazione politica per ottenere controlli permanenti alle frontiere e la stretta sulle espulsioni.
C’è però chi fa intendere che il partito potrebbe rivalutare la situazione: alcuni deputati cristianodemocratici potrebbero assentarsi per salvare la faccia, provocando una sconfitta controllata in Parlamento. Voci però non confermate dal partito: “il corso avviato da Merz ha una grande maggioranza nel partito e nel gruppo parlamentare – ha detto Marian Wendt, ex membro del Bundestag oggi operativo per l’Adenauer Stiftung -. Oltre il 90% dei deputati ha approvato la mozione ieri e lo farà certamente anche domani. È decisivo adesso che l’Unione resti sulla posizione chiara che ha espresso”. Cambiare rotta in piena campagna elettorale sarebbe un suicidio politico, è il ragionamento.
Anche la stampa urla in questi giorni, in direzioni opposte: per lo “Spiegel” quella della Merkel è stata “una mossa inaudita ma amaramente necessaria”. Ma la “Bild” parla di passo “indecente” e di un atto di “slealtà” nei confronti del proprio partito, “che tradisce anche la regola non scritta di non manomettere la nave nelle mani del successore”.
Migliaia in piazza in tutto il paese contro l’AfD
La giornata è stata caratterizzata anche da pacifiche manifestazioni in tutta la Germania con migliaia di partecipanti che hanno risposto all’appello della rete “Insieme contro la destra”: Monaco, Friburgo, Düsseldorf, Dresda, Colonia, Hannover, Lipsia, Lubecca, Kiel e naturalmente Berlino.
Oggi una lettera aperta sottoscritta da esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo ha raccolto centinaia di adesioni. Quasi sempre i manifestanti si sono radunati sotto gli uffici della CDU per esprimere rabbia e sconcerto per quanto accaduto ieri – una mozione dei conservatori approvata con i voti dell’ultradestra di AfD – e per quanto potrebbe avvenire domani, con il voto su una legge che vuole inasprire le norme sull’immigrazione e che pone più di un problema d’ordine giuridico e costituzionale.
Anche a Berlino, dove secondo la polizia sono stati circa 7’000 i dimostranti, l’appuntamento era alla sede centrale dei conservatori, il Konrad-Adenauer-Haus. Da un lato i manifestanti hanno continuato a prendersela con AfD (“Tutta Berlino vi odia”, “Se la risposta è AfD, quanto stupida deve essere la domanda?”) e hanno chiesto di mantenere il cordone sanitario contro l’ultradestra.
Ma il vero bersaglio dei manifestanti è stata proprio la CDU di Friedrich Merz, che pure aveva più volte assicurato di non voler accettare i voti di AfD. Lo slogan più gettonato era “CDU, shame on you!” oppure “Che fine ha fatto il mai più?”.
Tra i manifestanti berlinesi – in gran parte giovanissimi – sono in molti a dirsi “arrabbiati” e “inorriditi” per quello che è successo. “Non lavorare con AfD era un tabù che non andava rotto”, “Non è una cosa banale, quello che è successo ieri può essere il primo passo”, hanno detto all’ANSA. Altri hanno anche sottolineato di essere “spaventati”: “Merz non può diventare cancelliere federale, ha dimostrato di non essere in grado”.
Nel fine settimana sono previste altre mobilitazioni.
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