via a reti energetiche, fondo nuovo competenze aziende e lavoratori e premialità stipendi più alti” – Friulisera

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Un quadro a tinte in chiaroscuro quello del settore della manifattura in Friuli Venezia Giulia che colpisce maggiormente il territorio della ex provincia di Pordenone. Ci sono richieste sempre maggiori di cassa integrazione con valori esponenziali rispetto agli anni passati e il comparto in maggiore sofferenza è quello legato all’automotive e all’elettrodomestico perché entrambi rientranti nella subfornitura che caratterizza oltre l’80 per cento della realtà produttiva locale. In attesa che si sviluppi una seria politica industriale a livello nazionale, un primo attore sul territorio che può intervenire a favore del comparto è la Regione. Secondo anche quanto raccolto dalle forze sindacali in primis occorre dare una svolta definitiva alla transizione energetica che soffre di un punto fondamentale per il suo sviluppo, ossia una rete distributiva all’altezza del compito in attesa che si sviluppino tecnologie per accumulare il surplus produttivo generato nelle singole aziende che si sono avviate all’uso di fonti energetiche alternative (esempio: fotovoltaico) e che per questo vanno comunque agevolate in finanziamenti finalizzati. Energia a basso costo a parte, un problema che ogni giorno allarma i nostri imprenditori, occorre mettere mano a una azione concreta di sviluppo e applicazione del ‘Fondo Nuove Competenze’, uno strumento finanziario pubblico italiano istituito con l’obiettivo di accompagnare le imprese nei processi di transizione digitale ed ecologica. Non ultimo, per sostenere suia le imprese che i lavoratori, un punto a favore della Regione è la recente manovra finanziaria di fine anno per la decisione innovativa e unica in Italia dell’introduzione di un sistema di premialità nei bandi regionali a favore delle aziende che garantiscono uno stipendio più alto ai propri dipendenti. Un provvedimento, questo, volto a contrastare in Friuli Venezia Giulia un fenomeno nazionale, quello della bassa retribuzione, che riduce il potere di acquisto delle famiglie. Con questo provvedimento si favorisce, in ambito privato, la contrattazione per ottenere stipendi più alti, riconoscendo lo sforzo compiuto dalle aziende che verranno incontro alle necessità dei propri dipendenti. Chi lo osteggia si mette automaticamente contro i lavoratori.

Nel pordenonese, per analizzare nel dettaglio il territorio regionale, solo il comparto del legno-arredo, dopo le crisi strutturali degli anni passati, segna un costante livello di occupazione e prospettive. Restano al palo, invece, automotive e elettrodomestico perché qui presenti con aziende medio-piccole legate alla subfornitura. Il settore risente della crisi del mercato tedesco, in primis, ma in prospettiva naviga a vista. Ecco perché un primo passo sarebbe quello di garantire una rete efficiente di auto-produzione energetica a 360 gradi che consenta di distribuire l’energia in più rispetto a quella prodotta per esigenze interne. Il problema energetico resta infatti prioritario per una regione che ha industrie energivore e che per le piccole e medio imprese abbattere i costi energetici è di primaria importanza. La mancanza di reti per le energie rinnovabili è una sfida per la transizione energetica regionale. Una rete elettrica efficiente è fondamentale per immagazzinare l’energia prodotta nei momenti di picco e distribuirla quando la produzione è bassa. Spesso, le fonti rinnovabili sono installate in aree remote, lontane dai centri abitati. Questo richiede la costruzione di nuove linee elettriche per trasportare l’energia prodotta. Le reti elettriche sono state progettate per gestire un flusso di energia relativamente stabile, proveniente da centrali termoelettriche. L’integrazione massiccia di fonti rinnovabili può sovraccaricare queste reti. Le conseguenze sono il rallentamento dello sviluppo delle energie rinnovabili viene frenato; l’aumento dei costi per nuove infrastrutture richiede ingenti investimenti e la perdita di energia prodotta da impianti rinnovabili che potrebbe andare sprecata se non può essere immessa nella rete. Servono il potenziamento delle reti esistenti e la costruzione di nuove reti; smart grid, ossia reti intelligenti che permettono una gestione più efficiente dell’energia, ottimizzando la produzione e la distribuzione. Il tutto con forti incentivi economici governativi o regionali che possono favorire gli investimenti nelle infrastrutture per le energie rinnovabili. Superare questo ostacolo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e costruire un futuro energetico più sostenibile. Sul fronte occupazionale diretto va rilanciato il ‘Fondo Nuove Competenze’ che fornisce un sostegno economico alle aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti, al fine di acquisire nuove competenze necessarie per affrontare le sfide poste dalla trasformazione del mercato del lavoro. E questo sia per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro che per chi ha perso il proprio posto di lavoro e deve trovare nuove collocazioni anche con nuove mansioni e responsabilità. Una azione coordinatrice per l’applicazione del ‘Fondo Nuove Competenze’ può facilitare il finanziamento alle aziende per corsi di formazione per i propri dipendenti, consentendo loro di acquisire nuove competenze tecniche, digitali e relative alla sostenibilità ambientale, favorire l’adozione di tecnologie innovative e di pratiche sostenibili all’interno delle imprese, promuove la creazione di nuovi posti di lavoro legati alle nuove competenze richieste dal mercato. L’uso della IA sarà fondamentale anche per le piccole-medio imprese per affrontare meglio il mercato e la concorrenza che è sempre più internazionale. Il ‘Fondo’ è stato esteso anche alla platea dei disoccupati, consentendo loro di acquisire le competenze necessarie per reinserirsi nel mondo del lavoro. Con queste varie azioni si può ipotizzare un futuro più roseo rispetto al presente in una provincia – ma lo scenario si può estendere anche a tutto il Friuli Venezia Giulia – che vede una realtà elevatissima di piccole e medie imprese che spesso non fanno rete e che sono legate ai colossi multinazionali che sono attenti solo ai costi e al profitto.

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Mauro Capozzella ex consigliere regionale e attuale coordinatore provinciale M5S di Pn

 



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