L’assessore regionale ha risposto all’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia spiegando che il dato sul codice univoco nazionale è superiore alla media italiana ferma all’81,89%
Comunicato stampa n. 0084
Firenze – L’assessore all’Economia della Giunta regionale Leonardo Marras ha fatto il punto sull’aggiornamento delle banche dati regionali relative alle strutture turistiche ricettive rispondendo all’interrogazione presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia Sandra Bianchini e Vittorio Fantozzi.
L’assessore ha prima di tutto chiarito che il CIN, “è il codice univoco nazionale assegnato a ogni struttura ricettiva che serve a identificarla in modo chiaro e trasparente, a tracciare le attività ricettive e assicurare che siano in regola, favorendo controllo, trasparenza e monitoraggio del settore turistico”.
Sui tempi dell’aggiornamento e della riorganizzazione delle banche dati regionali Marras ha spiegato che “la regione Toscana ha iniziato a lavorare sull’implementazione della Banca dati nazionale a partire da fine agosto del 2024, in linea con le scadenze definite dal Ministero del Turismo. Un’implementazione che si è affiancata alla banca dati statistica precedentemente esistente in Regione. In parallelo è stato avviato il percorso di presa in carico graduale dei dati che sono comunque rimasti di competenza dei comuni capoluogo fino all’8 gennaio 2025. In questi mesi le strutture ricettive note sono sensibilmente aumentate passando da 39mila a oltre 74mila, portando alla luce un potenziale sommerso”.
“Il processo di riorganizzazione delle banche dati ex-provinciali – ha proseguito l’assessore – con la migrazione sulla gestione regionale è in corso e la regionale sta dialogando per garantire la continuità dei servizi erogati. Gli aspetti che hanno influito sui ritardi per ottenere il CIN sono tre. L’accesso alla banca dati ministeriale per la richiesta del CIN è possibile solo con SPID o CIE riferiti al codice fiscale dichiarato al momento in cui è stata fatta la prima comunicazione di locazione turistica al comune o è stato ottenuto il titolo abilitativo per l’esercizio dell’attività turistica imprenditoriale presso SUAP. Alcuni utenti hanno poi cambiato il titolo di proprietà, ma non avevano comunicato tale variazione ai comuni. Infine le strutture e le locazioni non erano state ancora trasferite alla banca dati ministeriale per problemi di interoperabilità. Circostanza che si è verificata in particolare per la Città metropolitana e per il comune di Firenze”.
Sull’ultima domanda dell’interrogazione su come intervenire sul passaggio di titolarità del CIR da proprietario a gestore l’assessore Marras ha spiegato che “tale criticità sarà risolta in sede di regolamento attuativo del Testo Unico del Turismo”. L’assessore Marras ha concluso il suo intervento rivelando che la percentuale di CIN rilasciati ammonta ad oggi all’82,5%, superiore rispetto alla percentuale nazionale dell’81,89%. “Il lavoro di recupero delle posizioni è stato notevole e crescerà ulteriormente nel momento in cui anche l’area fiorentina procederà con il lavoro già svolto nelle altre aree della Toscana”.
Nella sua replica la consigliera di Fratelli d’Italia Sandra Bianchini ha detto di non essere soddisfatta pienamente dalla risposta dell’assessore Marras “perché non credo di essere il solo collettore dei problemi degli operatori. Sono convinta che anche a lei siano arrivate diverse segnalazioni di grandi difficoltà che sono pesate sui proprietari dei piccoli appartamenti che vivono con questa rendita importante per arrivare a fine mese e hanno perso migliaia di euro perché non hanno il CIN, anche perché le prenotazioni avvengono con una pianificazione e spesso con grande anticipo. Nessuno mette in dubbio l’importanza di una regolamentazione seria e per questo serve il CIN, ma spesso gli operatori sono stati penalizzati dalla mancata risposta e dai tempi lunghi della burocrazia perdendo molti soldi e questo non è accettabile. La politica non ostacoli le imprese che siano grandi o piccole”.
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