Stadio del Nuoto, il Comune finalmente ammette: nella gara di affidamento usato un capitolato diverso da quello approvato – Tu News 24

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Ben 21 giorni di attesa e approfondita riflessione. Tanto è servito agli ingegneri del Comune di Frosinone per arrivare alla conclusione alla quale già da un pezzo erano arrivati praticamente tutti: se esistono due differenti capitolati di gestione relativi alla gara per la concessione temporanea dello Stadio del Nuoto ad un privato (LEGGI QUI) qualcosa di strano dovrà esserci. Ad ammetterlo ‘candidamente’ è il dirigente comunale del settore Lavori pubblici e Patrimonio, Benito Caringi, che poche ore fa ha affidato ad una pec le sue riflessioni.

Nella lettera, inviata alla Stazione appaltante della Provincia e alle società che hanno partecipato alla gara (oltre che a sindaco, assessore e vari uffici comunali competenti) in sostanza l’ingegnere spiega che nel capitolato predisposto dal Comune la manutenzione straordinaria dell’immobile e degli impianti tecnologici era a carico del concedente. Tale capitolato lo scorso 28 agosto è stato inviato, insieme ad altra documentazione necessaria, alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Frosinone, ente individuato per predisporre gli atti di gara. Nelle scorse settimane, però, è venuto fuori l’inghippo: Caringi spiega che a seguito di segnalazioni esterne, che sono in pratica i nostri vecchi articoli e la conseguente interrogazione del consigliere d’opposizione Angelo Pizzutelli si è scoperto che il capitolato allegato agli atti di gara risulta essere diverso da quello approvato dal Comune, con particolare riferimento all’articolo 19, nel quale si specifica che è a carico del concessionario anche la manutenzione straordinaria oltre che quella ordinaria.

In sostanza la documentazione ufficiale scaricata dalle società partecipanti, che quindi hanno fatto le loro offerte proprio in base a quanto contenuto in quei documenti, parlava di lavori straordinari a carico di chi prendeva in gestione l’impianto: viene da sé che l’offerta di tali società è stata proporzionata tenendo conto di quelle spese in più che avrebbero dovuto sostenere per la struttura. Di più: magari anche altre realtà avrebbero deciso di partecipare alle gare se avessero saputo che in realtà sarebbe stato poi il Comune a pensare alla manutenzione straordinaria: si configura così, di fatto, una vera e propria perdita di chance per chi, leggendo la documentazione ufficiale, ha deciso di non presentare domanda per la gestione dell’impianto. Ecco perché è stato chiesto da più parti l’annullamento del bando, anche dallo stesso consigliere Angelo Pizzutelli (LEGGI QUI).

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In tutto ciò il Comune cosa decide di fare? Dichiarare nulla la gara e rifarla, come sarebbe giusto che fosse, visto la gravità della situazione venuta a crearsi (sulla quale tra l’altro occorrerebbe vederci chiaro)? No. Assolutamente no. Il dirigente dà facoltà agli interessati (i partecipanti alla gare) di proporre proprie osservazioni, a tutela dei rispettivi interessi, entro dieci giorni. Come a dire: se a voi sta bene e non avete lamentele da fare, o semplicemente se dimenticate di aprire la pec in questi giorni, o anche se non vi va di mettervi in mezzo a questo ‘baccano burocratico’ che vi farà perdere un sacco di tempo, magari non ottenendo comunque niente, allora lasciamo tutto così, anche se le cose non sono state fatte in maniera lineare. Ma chi se ne frega! Bella roba…

Un’intenzione neanche troppo velata, che viene fuori già dalla premessa dell’atto, quando viene scritto che non si ritiene necessario adottare provvedimenti cautelari. Ma che si procederà eventualmente con atti in autotutela al termine della verifica di legittimità degli atti. Atti, però, che già risultano difformi: non occorre di certo il giudizio dei partecipanti alla gara per dire che le cose non quadrano.

E allora perché Caringi ha deciso di attuare questo tipo di procedura invece che altre? La risposta è nel passaggio in cui si scrive che “il procedimento dovrà concludersi entro 30 giorni dal suo avvio”. Quindi il prossimo 28 febbraio. Peccato che da lunedì 3 febbraio prenderà servizio presso la Regione Lazio, con l’incarico di dirigente dell’Area ‘Bonifica dei siti inquinati’ della Direzione regionale ‘Ciclo dei Rifiuti’: alla fine dello scorso anno la Giunta comunale ha dato il nulla osta per 3 anni di aspettativa non retribuita, per permettere a Caringi di ricoprire il ruolo affidatogli dalla Regione, senza perdere di fatto la possibilità di tornare a Frosinone.

Dunque la ‘patata bollente’ (per non fare il nome di altri ortaggi) passerà nelle mani del nuovo arrivato, che andrà a sostituirlo. E che, una volta ricevute le risposte (scontate) da parte dei partecipanti alla gara, dovrà decidere cosa fare, e mettere mano ad un atto vero e non ‘di circostanza’. Prendendosi tutte le responsabilità del caso.

Nel frattempo giorni, settimane e mesi continuano a trascorrere, l’impianto natatorio rimane in mano ai nuovi gestori che potrebbero non averne titolo (ma comunque continuano ad incassare) mentre chi invece avrebbe potuto averne diritto qualora la procedura fosse andata ‘alla dritta’ (ad esempio uno degli altri partecipanti alla gara o magari anche qualcuno che non ha partecipato perché scoraggiato da un capitolato troppo impegnativo) sta con le mani in mano in attesa di interventi risolutivi che tardano ad arrivare. Di ‘pezze’, invece, se ne continuano a mettere parecchie, a quanto pare…





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