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Secondo il report di Peregrine e BCG, gli alternativi non saranno più un’esclusiva dei player istituzionali. Entro il 2030, attesa una crescita del segmento al dettaglio dal 3% al 12% del mercato. E fare da traino sarà soprattutto la tecnologica. Ma liquidità e competenze restano nodi da sciogliere
Con l’incertezza economica e la volatilità sui mercati che continuano a limitare i tradizionali canali di raccolta di private equity & Co, il futuro degli asset alternativi sarà sempre più incentrato sul segmento retail. È questo il dato principale che emerge dall’ultimo report di Peregrine Communications e Boston Consulting Group (BCG), secondo cui proprio l’asset class per eccellenza destinata ai player istituzionali si prepara a una stagione di democratizzazione. Lo studio prevede infatti che il peso degli investitori al dettaglio sul totale delle allocazioni passerà dal 3% del 2023 al 10%-12% entro il 2030, segnando una “svolta epocale” per l’industria dell’asset management.
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Il boom degli investitori retail nei private markets
Secondo il report, la ricchezza finanziaria globale è destinata a crescere di circa il 5% annuo fino al 2030 e raggiungere così quota 350-400mila miliardi di dollari. Un’espansione dalla quale scaturiranno grandi opportunità per gli alternativi, con il numero di investitori High Net Worth e Ultra High Net Worth che dovrebbe salire rispettivamente del 7% e 8,5% annuo favorendo un progressivo avvicinamento alla categoria. Non solo però. Altre dinamiche in grado di fornire supporto a questa asset class dovrebbero consistere nell’evoluzione della struttura dei fondi, con la tokenizzazione e l’adozione di veicoli semi-liquidi o aperti in grado di migliorare l’accessibilità del mercato e ridurne le barriere d’ingresso. Tutto questo senza dimenticare il sempre maggior interesse per la diversificazione del portafoglio, che vede il pubblico intento a cercare in maniera insistente asset decorrelati dalle piazze pubbliche.
Un quadro in miglioramento
Crescita della ricchezza globale (2023-2030). Fonte: Peregrine Communications e Boston Consulting Group
Vantaggi e opportunità
Lo studio si sofferma anche sui vantaggi che questo tipo di strumenti è in grado di offrire agli investitori retail. E il primo consiste nelle performance. Gli asset privati, viene cioè spiegato, hanno una minore esposizione alle fluttuazioni dei mercati pubblici e quindi offrono sia maggiore stabilità sia una protezione più efficace dalla volatilità. Non è infatti un caso che il private equity abbia generato rendimenti medi del 14% annuo, quasi il doppio rispetto all’MSCI World Index. In secondo luogo, si prevede che la progressiva erosione del modello 60/40 contribuirà a fare della categoria un’alternativa sempre più interessante per diversificare i portafogli. Già oggi questi fattori stanno spingendo grandi asset manager come Blackstone, Apollo e KKR a sviluppare soluzioni specifiche per il segmento retail, come fondi aperti e piattaforme che semplificano l’accesso a questo tipo di investimenti.
La parabola degli alternativi
Crescita degli asset retail nei private markets (2023-2030). Fonte: Peregrine Communications e Boston Consulting Group
Dalla democratizzazione anche rischi
Se da un lato la democratizzazione dei private markets rappresenta un’opportunità significativa, dall’altro emergeranno però alcune criticità da gestire. La liquidità resta in tal senso un fattore chiave, poiché gli alternativi richiedono orizzonti temporali più lunghi dei mercati pubblici e strutture meno liquide. In questo senso, sottolineano Peregrine e BCG, la regolamentazione è in continua evoluzione per garantire maggiore protezione agli investitori retail senza compromettere l’efficienza del mercato ma ancora molto resta da fare. Infine, la complessità di questi strumenti richiede una maggiore consapevolezza e formazione finanziaria da parte degli investitori: esigenza che, secondo gli esperti delle due società, rendere sempre più centrale il ruolo delle piattaforme digitali.
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Tecnologia al centro
Proprio la tecnologia viene quindi individuata dalla pubblicazione quale fattore destinato a giocare un ruolo cruciale nella trasformazione dei private markets. Se infatti la digitalizzazione portata dalla piattaforme fintech sta già facilitando l’accesso agli investimenti alternativi con modelli più agili e intuitivi, la tokenizzazione degli asset tramite blockchain ridurrà ulteriormente la soglia di ingresso e migliorerà ancora di più la trasparenza. Il tutto mentre l’adozione di fondi semi-liquidi e strutture ibride consente maggiore flessibilità rispetto ai tradizionali fondi chiusi, aprendo nuove opportunità di accesso per gli investitori retail.
Una nuova era per l’asset management
L’evoluzione in atto nei private markets rappresenta una svolta decisiva per l’industria del risparmio gestito. Con un aumento dell’interesse retail e nuove soluzioni tecnologiche, il settore sta entrando in una fase di accessibilità e innovazione senza precedenti. Tuttavia, il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità di asset manager e regolatori di creare un ambiente equilibrato, che garantisca protezione, trasparenza e rendimenti sostenibili per tutti gli investitori.
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